Cultura & Attualità

Raeliani
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 01:57:48
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:31:57
DA PAURA!!!
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:41:09
Non lo sapete che il portavoce regionale è di Lanciano?
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:43:30
per forza sei tu
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:48:07
No, lo sai bene che non ho i requisiti però conosco bene chi sia.
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:48:45
da quando sei diventato raeliano piccioso?
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:49:11

per forza sei tu


ADDAVER?
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:52:34
non hai i requisiti?


I Raeliani promuovono idee sociali come la autodeterminazione sessuale, e uno spirito di responsabilità e condivisione che a loro dire, condurrà verso una nuova era di pace e benessere; affermano la necessità del progresso scientifico e della geniocrazia (una forma di governo nella quale il diritto di voto è riservato agli individui con un superiore quoziente intellettivo "puro", ovvero non condizionato da cultura o studi personali).

A dicembre 2002 fece il giro del mondo la notizia data a Hollywood che in un laboratorio di una società collegata al gruppo (la Clonaid) sarebbe andato a buon fine un esperimento di clonazione, con la nascita di una bambina a cui era stato dato il nome di Eve; successivamente venne annunciata la nascita di un'altra bambina clonata, voluta da due donne olandesi. L'identità dei codici genetici delle bambine con quelli delle madri non è mai stata dimostrata, e questi proclami vengono considerati infondati.

La filosofia raeliana è basata su valori umanistici, tra cui la libertà e i diritti umani(): il movimento ha elaborato una propria versione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Il movimento è uno tra i più attivi sostenitori delle tecniche eugenetiche per quanto riguarda la riproduzione umana, e ritiene gli organismi geneticamente modificati uno strumento fondamentale per la lotta alla fame.



secondo me stiamo là
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:53:40

ADDAVER?



Vedi? non sono l'unico a dubitare
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Editato da El Treble il 20/12/2010 alle 13:55:44
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 13:59:42
El Treble,
essendo per la democrazia non sono per la geniocrazia. Pur essendo a favore della ricerca scientifica e delle tecniche che utilizzano le cellule staminali embrionali non sono per l'eugenetica. Inoltre non credo negli Elohim, né in nessuna altra divinità che abbia o no creato gli esseri umani sulla Terra con mezzi scientifici. Come vedi mi mancano molte requisiti.
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 14:00:27
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 14:02:55

Inoltre non credo negli Elohim

sci però a me mi hai visto ..... come fai a non credere!?






Messaggio del 20-12-2010 alle ore 14:04:07
Briskio,
tu sei reale, gli Elohim non esistono.
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 14:18:41

Elohim non esistono.

sei sicuro? Sai che possiamo assumere diverse sembianze quasi come i parlamentari!?
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 14:32:56
I parlamentari si riconoscono anche sotto mentite spoglie.
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 17:25:12
Ah, questo si che è un movimento serio eheheh. Mi stupisco che tanti Anticlericali non postino qui eheheh
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 17:29:55
Mur io anticlericale?
S Me lo nvndate Y




Messaggio del 20-12-2010 alle ore 17:45:33
Si francamente credo siano immensamente piu' credibili le teorie raeliane che le altre fandonie di provenienza Vaticana... Sempre di fandonie si tratta ma il verbo di Rael e' immensamente piu' credibile della marea di favolette della tradizione cristiana ....
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 17:50:57
picciò confessa dai tanto prima o poi il raeliano fezza bianca ti convincerà ad andare ai loro meeting
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 18:32:36

Ah, questo si che è un movimento serio eheheh. Mi stupisco che tanti Anticlericali non postino qui eheheh



Il fatto è che i raeliani ancora incrociano la mia strada in modo significativo... mentre i cattolici pontificano, facendo presa su un largo seguito, anche su questioni dove la religione non c'entra niente.

Comunque citando Guzzanti, la mia risposta è questa: "questa è la benzina e questo è l' accendino, quando c'hai n'attimo de tempo datte foco"
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 18:33:23
Beninteso... la mia risposta ai raeliani
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 19:34:35
Mur, che fai????... odi la concorrenza????
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 21:43:24

I parlamentari si riconoscono anche sotto mentite spoglie.



vero, e anche plausibile, se questa capacità non fosse attestata all'1% della popolazione..
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 21:54:58
X Ramblert

Al contrario io spero nella concorrenza ed infatti adoro i Raeliani, I Scientology, gli Atei, i Laicisti et similia sono la nostra più grande pubblicità : - )....

X Gipsy

In verità Gipsy non c'è argomento dove la religione non debba dire la sua.... semmai non deve "imporre" con la violenza ed infatti almeno il Cattolicesimo non lo fà

X Dekkard

Forse ha ragione o forse no ma di certo praticamente tutti hanno più credito delle fandonie del materialismo, dell'ateismo e dello scientismo.... : - D
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 22:20:34
In sostanza io direi che un "Viva la figa e chi la castiga" ci stia bene.
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 23:17:52


quoto Dekkard ma soprattutto Mr Home
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Editato da Divo il 20/12/2010 alle 23:18:19
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 23:24:33
Ho appena fatto leggere al raeliano in questione i vostri pregiudizi e gli apprezzamenti negativi sulle minoranze filosofiche e religiose. Ha detto che non meritate una risposta
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 23:30:10

X Ramblert

Al contrario io spero nella concorrenza ed infatti adoro i Raeliani, I Scientology, gli Atei, i Laicisti et similia sono la nostra più grande pubblicità : - )....




10- VOI (cristiani) negate vigorosamente l'esistenza delle migliaia di altre divinita' delle altre religioni, salvo poi sentirvi oltraggiati e denigrati quando qualcun altro nega l'esistenza del vostro Dio.



Torniamo seri ora: Io credo in Star Trek e il Dr. Spock e' il mio Dio...
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Editato da Animamundi il 20/12/2010 alle 23:35:41
Messaggio del 20-12-2010 alle ore 23:39:09
X Il Piccioso

Beh spero non si sia sentito offeso dal mio commento in esso non c'era nessun PRE giudizio ma solo un Giudizio : - D. Cmq io a Rael un'ambasciata a Gerusalemme gliela darei, peccato che dovrebbe sorgere sulla spianata e questo credo non sia stato gradito molto dalla comunità del luogo spiecifico eheheh : - )

X (Ehm) Animamundi

Ti sei accorto anche tu finalmente che nel punto 10 che riportavi in altro post c'era scritta una fesseria eheheh. Sono lieto che ti è rimasta un po' di ragionevolezza... Sarà il Natale : - ) ...

Non ho Dei in Star Trek (che altrimenti dovrebbero essere i Q) ma è grazie al Kolinar se riesco a leggere taluni interventi eheheh


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Editato da Mur il 20/12/2010 alle 23:41:28
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 00:21:25
La chiesa invece è di una serietà clamorosa, non è vero?

Dona anche tu l'8x1000 alle bestie di satana...
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Editato da Mk22 il 21/12/2010 alle 00:27:19
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 00:45:39

Torniamo seri ora: Io credo in Star Trek e il Dr. Spock e' il mio Dio...

Messaggio del 21-12-2010 alle ore 00:56:08
X Mk22

Si lo è...
L'8x1000 dallo a chi vuoi... l'importante è che abbia stipulato con lo Stato un' Intesa...
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 09:31:04
fezza bianca
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 10:03:15
El Treble sentiti un pò di Rael Radio
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 11:32:32
meglio il team sdas!!!


sdassssssssssssss
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 11:55:35

l'importante è che abbia stipulato con lo Stato un' Intesa...




Messaggio del 21-12-2010 alle ore 13:14:07
X Bruce

Sono d'accordo conm te. Meno male, qualche facilone pensa che la sua Chiesa possa nutrirsi di solo spirito senza che il fedele contribuisca minimamente. Un fedele pret a porter che è indifferente al proprio pastore, alla propria chiesa e comunità, ma pretende il luogo di culto bello e pulito e il sacerdote sempre a disposizione è un fedele a mio avviso di cui è meglio fare a meno...
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 13:16:09
Mur,
quanto sei disonesto intellettualmente, sai benissimo che la Chiesa ed altre confessioni religiose, che hanno stipulato l'Intesa, ad eccezione dei metodisti e valdesi, prendono la quota anche di coloro che non hanno firmato a favore di una delle confessioni religiose firmatarie dell'Intesa con lo Stato italiano. E' una delle norme più immorali di finanziamento delle confessioni religiose e nessuno di coloro che pontifica sulla moralità si è mai degnato di stendere un velo pietoso su questa indegna forma di finanziamento truffaldino. E' stato giusto, a suo tempo, superare il meccanismo arcaico della congrua ma oramai è giunto il momento di mandare in pensione anche il sistema dell'8x1000. Lo Stato non può continuare a svolgere il ruolo di sostituto d'imposta per conto delle confessioni religiose. Uno Stato moderno al massimo permette al cittadino di detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi una percentuale delle proprie donazioni alle confessioni religiose, associazioni onlus, associazioni culturali e sportive.
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 14:54:00
Picciò però alla fine lo potevi ammettere di essere un pò Raeliano.. ..oltre che Ghandiano..
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 15:22:09
El Treble,
non posso ammettere ciò che non è vero
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:02:08
Mat l'ho sentita ma parla solo cullù

Piccioso allora non è vera neanche l'altra, perchè con tutto il cuore, a me sembri sicuramente più Raeliano, che Ghandiano
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Editato da El Treble il 21/12/2010 alle 16:04:31
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:18:41
Pensavo mettessero un pò di trance, come nei video di propaganda di Rael.

Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:22:33
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:25:58
no dico ma ti rendi conto?
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:35:14


Guarda alla fine del video chi è uno di quelli che fa le domande...
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:36:18
mat a so punto o che mettessero direttamente i pezzi di sphongle
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:47:37
????? non ci sto a capì più niente che sta fà cullù là???? ma è una farsa o diventato ex veramente???
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:49:14
Era il responsabile dell'abruzzo dei raeliani, ricordi? Le cose cambiano...
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 16:56:21
non so più che dire.. come non me lo ricordo, lui era di Fossacesia ed era il capo dell'altro di Lanciano (l'amico del piccioso), The Theatre of The ABsurD
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 18:48:04
Claudio Tolomeo (100–175, Astrologo, Astronomo e Geografo cristiano)
Ildegarda di Bingen (1098–1179, Naturalista, Scrittrice, Musicista, Cosmologa, Linguista e Religiosa cattolica)
Roberto Grossatesta (1175–1253, Scienziato, Statista, Teologo e Religioso cattolico)
Nicola d'Oresme (1323–1382, Matematico, Fisico, Astronomo, Economista, Filosofo, Psicologo, Musicologo e religioso cattolico)
Leonardo da Vinci (1452–1519, Artista, Scienziato e Pittore cristiano)
Niccolò Copernico (1473-1543, Astronomo e Religioso cattolico)
Amerigo Vespucci (1454–1512, Navigatore, Esploratore e Religioso cattolico)
Cristoforo Clavio (1538–1612, Matematico e Astronomo)
Ambroise Paré (1509–1590, Medico e Chirurgo)
Tycho Brahe (1546–1601, Astronomo)
Giovanni Nepero (1550–1617, Matematico, Astronomo e Fisico)
Matteo Ricci (1552–1610, Matematico e Cartografo)
Xu Guangqi (1562–1633, Burocrate, Scienziato dell'agricoltura, Astronomo e Matematico)
Galileo Galilei (1564-1642, Fisico, Astronomo e Matematico)
Giovanni Keplero (1571-1630, Astronomo e Matematico cristiano luterano)
Benedetto Castelli (1577–1644, Matematico, Fisico e Monaco)
Giulio Alenio (1582–1649, Astronomo, Letterato, Geografo e Matematico)
Cartesio (1596–1650, Filosofo e Matematico)
Giovan Battista Odierna (1597–1660, Architetto, Astronomo e Religioso)
Blaise Pascal (1623–1662, Matematico, Fisico, Filosofo e Teologo)
Robert Boyle (1627–1691, Chimico e Fisico)
Christiaan Huygens (1629–1695, Matematico, Astronomo e Fisico protestante)
Niccolò Stenone (1638–1686, GEOLOGO, Anatomista e Religioso)
Isaac Newton (1643-1727, Matematico e Fisico deista)
Gottfried Leibnitz (1646–1716, Filosofo, Matematico, Scienziato e Storico)
Giovanni Girolamo Saccheri (1667–1733, Matematico).
Johann Bernoulli (1667-1748, Matematico)
Daniel Bernoulli (1700–1782, Matematico)
Eulero (1707–1783, Matematico e Fisico protestante)
Giuseppe Boscovich (1711-1787, Astronomo, Fisico, Matemtaico, Filosofo e Religioso cattolico )
Giovanni Battista Beccaria (1716–1781, Fiisico, Astronomo e Religioso)
Maria Gaetana Agnesi (1718–1799, Matematica e Benefattrice)
Giuseppe Toaldo (1719–1797, Astronomo e Meteorologo)
Lazzaro Spallanzani (1729–1799, Biologo e Religioso cattolico)
Joseph-Louis Lagrange (1736–1813, Matematico e Astronomo cattolico)
Luigi Galvani (1737–1798, Fisiologo, Fisico e Anatomista)
William Herschel (1738–1822, Astronomo, Fisico e Musicista protestante)
Antoine Lavoisier (1743–1794, Chimico cattolico)
Thomas Jefferson (1743–1826, Filosofo, Politico, Scienziato e Architetto anglicano)
Alessandro Volta (1745–1827, Fisico e Inventore cattolico)
Giuseppe Piazzi (1746–1826, Astronomo e Religioso cattolico)
Giuseppe Calandrelli (1749–1827, Astronomo, Matematico e Religioso cattolico )
André-Marie Ampère (1775–1836, Fisico cattolico)
Carl Friedrich Gauss (1777–1855, Matematico, Astronomo e Fisico luterano)
Giovanni Inghirami (1779–1851, Astronomo e Religioso cattolico)
Augustin-Louis Cauchy (1789–1857, Matematico e Ingegnere cattolico)
Michael Faraday (1791–1867, Chimico e Fisico cristiano protestante)
Francesco de Vico (1805–1848, Astronomo e Religioso cattolico)
Antoine Thomson d'Abbadie (1810–1897, Esploratore, Geografo, Numismatico e Astronomo cattolico)
Urbain Le Verrier (1811–1877, Matematico e Astronomo cattolico)
James Joseph Sylvester (1814–1897, Matematico ebreo)
Karl Weierstrass (1815–1897, Matematico vicino al cattolicesimo)
Angelo Secchi (1818-1878, Astronomo)
Jean Bernard Foucault (1819–1868, Fisico cristiano)
Eugenio Barsanti (1821–1864, Ingegnere, Inventore e Religioso cattolico)
Gregor Johann Mendel (1822–1884, Biologo e Religioso cattolico)
Louis Pasteur (1822–1895, Chimico e Biologo cattolico)
Lorenzo Respighi (1824–1889, Astronomo cattolico)
Antonio Stoppani (1824–1891, Geologo, Paleontologo e Religioso cattolico)
William Thomson Kelvin (1824–1907, Fisico e Ingegnere cristiano presbiteriano)
Francesco Faà di Bruno (1825–1888, Ufficiale, Matematico e Religioso cattolico)
St. George Jackson Mivart (1827-1900, Biologo cattolico)
James Clerk Maxwell(1831–1879, Matematico e Fisico cristiano evangelico)
Stephen Joseph Perry (1833-1889, Astronomo e Religioso cattolico)
Francesco Denza (1834–1894, Scienziato e Religioso cattolico)
Giovanni Schiaparelli (1835–1910, Astronomo e Storico della scienza cattolico)
Ludwig Boltzmann (1844–1906, Fisico e Matematico)
Georg Cantor (1845–1918, Matematico cristiano protestante)
Galileo Ferraris (1847–1897, Ingegnere e Scienziato cattolico)
Johann Georg Hagen (1847–1930, Astronomo e Religioso cattolico)
Elia Millosevich (1848–1919, Astronomo cattolico)
Giuseppe Mercalli (1850–1914, Geologo, Sismologo, Vulcanologo e Religioso cattolico)
Gregorio Ricci-Curbastro (1853–1925, Matematico cattolico)
Ernesto Schiaparelli (1856–1928, Egittologo cattolico)
Pietro Maffi (1858–1931, Astronomo e Religioso cattolico)
Max Planck (1858–1947, Fisico e Premio Nobel teista e cristiano)
Pierre Duhem (1861–1916, Filosofo, Storico della scienza, Fisico e Matematico cattolico)
Alfred North Whitehead (1861–1947, Matematico e Filosofo cattolico)
Alexis Carrel (1873–1944, Chirurgo, Biologo e Premio Nobel per la Medicina cattolico)
Guglielmo Marconi (1874–1937, Fisico, Inventore e Premio Nobel per la Fisica cattolico)
Agostino Gemelli (1878–1959, Medico, Rettore, Psicologo e Religioso cattolico)
Albert Einstein (1879, Fisico e Premio Nobel per la Fisica teista)
Francesco Severi (1879–1961, Matematico cattolico)
Otto Hahn (1879–1968, Chimico, Fisico e Premio Nobel per la Chimica luterano)
Pierre Teilhard de Chardin (1881–1955 Filosofo e Paleontologo e Religioso cattolico).
Pavel Aleksandrovič Florenskij (1882–1937, Filosofo, Matematico e Religioso ortodosso)
Karl Theodor Jaspers (1883–1969, Filosofo e Psichiatra cristiano)
Paul Joachim Schebesta (1887-1967, Antropologo, Entologo, Scopritore e Religioso cattolico)
Michael Polanyi (1891-1976, Antropologo, Filosofo e Economista cristiano battista)
Arthur Holly Compton (1892-1962, Fisico e Premio Nobel per la Fisica cristiano battista)
Norbert Wiener (1894–1964, Matematico e Statistico ebreo)
Georges Lemaitre (1894–1966, Fisico, Astronomo e Religioso cattolico)
Enrico Fermi (1901–1954, Fisico e Premio Nobel cattolico)
Luigi Fantappié (1901–1956, Matematico teista)
Werner Karl Heisenberg (1901–1976, Fisico e Premio Nobel cristiano)
John Carew Eccles (1903–1997, Neurofisiologo e Premio Nobel per la Medicina cattolico)
Lucien Morren(1906-2006, Ingegnere ed Elettrotecnico cattolico)
Takashi Paolo Nagai (1908–1951, Medico radiologo cattolico)
Enrico Medi (1911–1974, Fisico e Politico cattolico)
Wernher von Braun (1912–1977, Scienziato e Ingegnere cristiano luterano)
Fred Hoyle (1915–2001, Astronomo deista)
Charles Hard Townes (1915, Fisico e Premio Nobel cattolico)
Christian de Duve (1917, Biochimico e Premio Nobel cattolico)
René Girard (1923, Antropologo cattolico)
Giuseppe Tagliaferri (1924-1984, Astronomo e Religioso cattolico)
Arthur Peacocke (1924-2006, Biochimico e Teologo cristiano anglicano)
Stanley Jaki (1924–2009, Fisico, Accademico, Filosofo, Teologo e Religioso cattolico)
Antony Hewish (1924, Astronomo e Premio Nobel per la Fisica cristiano)
Giovanni Prodi (1925–2010, Matematico cattolico)
Jerome Lejeune (1926–1994, Pediatra e Genetista cattolico)
Allan Sandage (1926, Astronomo e Astrofisico cristiano)
Ennio De Giorgi (1928–1996, Matematico cattolico)
Antonino Zichichi (1929, Scienziato e Fisico)
Werner Arber (1929, Biologo e Premio Nobel per la Medicina cattolico)
John Polkinghorne (1930, Fisico delle particelle e Teologo cristiano anglicano)
Carlo Rubbia (1934, Fisico e Premio Nobel per la Fisica teista)
Gerald L. Schroeder (Fisico e Biologo ebreo)
Nicola Cabibbo (1935, Fisico cattolico)
Jocelyn Bell Burnell (1943, Astrofisica cristiana protestante)
Antonio Ambrosetti (1944, Matematico e Accademico)
Francis Collins (1950, Genetista)
Marco Bersanelli (1960, Fisico e Astrofisico)
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:13:39
...tutti credenti, ok, non capisco la relazione
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:13:41
...tutti credenti, ok, non capisco la relazione
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:13:44
...tutti credenti, ok, non capisco la relazione
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:13:47
...tutti credenti, ok, non capisco la relazione
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:40:19

qualche facilone pensa che la sua Chiesa possa nutrirsi di solo spirito senza che il fedele contribuisca minimamente



Mi sa che uno di quei faciloni era un certo Gesù di Nazareth detto il Cristo.

E rimangono comunque dei punti da chiarire:

Chi deve contribuire il fedele o il cittadino?
Quanto deve contribuire?
A cosa deve contribuire?
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 20:19:51
X il Gentilissimo Bruce,

credo, a meno che la memoria non mi inganni, che quel Gesù nonostante fosse in grado di moltiplicare pesci e pani abbia cmq nominato uno dei suoi apostoli, cassiere e/o tesoriere...
Se non erro Gesù nonostante tutto accettava l'invio a risiedere in abitazioni lussuose (Zaccheo) e predicasse per i suoi apostoli non la povertà ma la libertà dai beni materiali... Ricordo infine che Gesù apparteneva ad una famiglia socialmente indipendente (oggi diremmo da classe media) e mai impose alla Sua Famiglia (che non può essere certo considerata di gente empia e cristianamente peccatrice) di vendere tutto. In riferimento specifico alla sua Chiesa infine non negò mai la possibilità di ricevere la carità ovvero di vivere di offerte. Far parlare Gesù come fosse un precursore di Marx o paragonarlo a San Francesco è un'idea storicamente e religiosamente sbagliata. Gesù con il denaro non aveva nessun pregiudizio. Attenzione non significa che sul discorso dell'8x1000 non ci possa essere una visione critica, ne sostengo che non ci dovrebbero essere cambiamenti ma far passare la chiesa come Mammona, no questo non lo accetto perchè in sostanza non è vero...

Sai benissimo che l'8x1000 è stato utilizzato per sostituire la Congrua, che lo Stato Italiano, doveva e deve allo Stato della Chiesa che anzi si è deciso di allargare a più soggetti religiosi. Personalmente ritengo che il meccanismo sia da rivedere e a mio giudizio, come ho scritto mille e mille volte ci dovrebbe essere una maggiore trasparenza... Quando questo Stato non lascerà alla Chiesa e alle organizzazioni religiose la gestione del disagio sociale allora potrà farlo il fedele. Oggi la Chiesa svolge delle funzioni, piaccia o non piaccia anche sociali. Non nego certo che ci siano delle situazioni da correggere ma non potete imputare alla Chiesa l'interesse o il disinteresse per certe argomentazioni da parte del cittadino. Del presunto scandalo del'8x1000 si parla da molti e molti anni se non fanno presa vuol dire che forse il cittadino riconosce al valore religioso una sua peculiarità che và tutelata, piaccia o non piaccia...
Si contribuisce secondo le proprie idee personali al programma che la data Chiesa, a cui si sceglie di destinare, dichiara e offre p r i Valdesi solo Carità e Teologia, per i Cattolici Clero, Culto e Carità e via discorrendo... oltretutto nella misura che si ritiene adeguata. Laddove da Cattolico posso destinare se voglio l'8x1000 allo Stato o ai Valdesi mentre posso donare una casa alla Chiesa...

X Il Piccioso

Disonesto intellettualmente lo sei tu. Io ho detto che chi vuole scegliere di dare l'8x1000 ad una religione (ammesso che al momento i Bambini di satana di cui sopra possano esprimere una confessione religiosa) deve accertarsi di avere un'Intesa con lo Stato. Ho detto cioè semplicemente quello che la legge dice. Sei tu ad essere disonesto intellettualmente sostituendo il mio discorso sull'opportunità e sull'accesso al finanziamento con un discorso sulla distribuzione (a tuo giudizio iniqua) dell'imposta...
Uno Stato moderno seguirà dunque la tua idea ottocentesca io voglio uno Stato contemporaneo che riconosca nella religione (compreso l'ateismo) un suo valore intrinseco da tutelare, esattamente come l'istruzione, l'arte, la cultura, la sicurezza, la sanità, lo sport ect... senza che questi diventino concorrenti tra loro ma collaborative e singolarmente tutelate...
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 20:50:50

e predicasse per i suoi apostoli non la povertà ma la libertà dai beni materiali...




Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,18-27)

Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».
Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non testimonierai il falso, onora tuo padre e tua madre». Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza».
Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!».
Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco.
Quando Gesù lo vide così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!». Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».



Ma evidentemente il Gesu' di Mur deve essere il solito paraculo comunista...
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 21:14:02

Se non erro Gesù nonostante tutto accettava l'invio a risiedere in abitazioni lussuose (Zaccheo)



Strano...a me invece risuylta che Gesu' (quello paraculo comunista) non quello "berluscones" di Mur invece diceva che:


E Gesù gli disse: Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figliuol dell’uomo non ha dove posare il capo

Mat.8:20; Luca 9:58

Questa poi e' fantastica:

Far parlare Gesù come fosse un precursore di Marx o paragonarlo a San Francesco è un'idea storicamente e religiosamente sbagliata. Gesù con il denaro non aveva nessun pregiudizio.



Ma lasciamo parlare ancora una volta il Gesu' paraculo comunista:


E quegli che ha ricevuto la semenza fra le spine, è colui che ode la Parola; poi le cure mondane e l’inganno delle ricchezze affogano la Parola, e così riesce infruttuosa

Mat.13:22; Mar.4:18,19; Lc 8:14

E soprattutto:

Voi non potete servire a Dio e a Mammona

Lc 16; 13.

e che recentemente in Vangelo V 2.0 ) hanno riarrangiato in "Dio e Denaro"




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Editato da Animamundi il 21/12/2010 alle 21:15:16
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 22:01:14
E meno male che il post era dedicato ai raeliani, con un
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 22:20:11
X I Raeliani

Ditemi dove farete il prossimo banchetto che ci mando anime mondiali, spiriti liberi e zucconi vari eheheh

X Animamundi

Vedi, al di là che l'estrapolazione di frasi dai propri contesti, così come il disorganizzare un discorso organico così come il continuare ad IGNORARE che nel Cattolicesimo (e non solo) esiste anche la Tradizione come fonte PRIMARIA di Verità Rivelata, questi passi che tu citi spiegano meglio di molte altre parole come il mio discorso sia corretto ed il tuo assolutamente disonesto intellettualmente...

Nel primo tuo intervento e nel passo che tu citi di Luca, Gesù infatti non dice che la ricchezza è un male in sè... dice che diventa un male quando essa ti impedisce di seguire la strada che LUI ti indica...
Di fronte ad un uomo che chiede a Gesù "cosa posso fare perchè io sia perfetto nella Fede", Gesù spiega Chiaramente, in questo passo come in altri, che bisogna essere liberi, non poveri... Parla della difficoltà per un ricco (non l'impossibilità) di entrare nel Regno dei Cieli paragonandolo alla fune (cammello è oramai piuttosto acclarato essere un refuso e/o errore di trascrizione) nella cruna di un ago...

Tuttavia Gesù rincuora tutti dicendo

"Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio"


Il perdono di Dio è enorme perchè Dio ci ama....

Per restare nel solo ambito del Nuovo Testamento tra le varie parabole si pensi:
A quella del Buon Samaritano, si paga il prezzo di un servizio. Cristo parla per dimostrare la necessità che i popoli tutti si amino, parlò dell’uomo giusto che assistette il giudeo assalito per strada, come si prese cura delle sue ferite, e gli dette il necessario per far fronte alle sue ulteriori necessità.
Si ricordi la parabole dei vignaioli, in cui si insiste su come sia necessario il denaro per pagare i lavoratori a giornata e non è certo l'unico esempio dei moltissimi riferimenti del Nuovo testamento di come del denaro ci sia necessità.
Si ricordi il passo di quando si cerca denaro per comperare cibo ai discepoli affamati, o quando lo stesso Giuda Iscariota si scandalizza per il tanto denaro da spendere in profumi, così come voleva Marta.
Matteo, poi, meglio e più di altri spiega limpidamente come il denaro sia solo un mezzo e mai un fine.
Gesù dice: “Non accumulate ricchezze e tesori dove la ruggine li corrode e i ladri li saccheggiano. Accumulate tesori nel cielo dove non arrivano ruggine e ladri. Dove sta il tuo cuore, sta il tuo tesoro. Nessuno può servire due padroni, Dio e il denaro”.
Infine San Paolo ritorna sul tema: “La causa di tutti i mali è l’avarizia e molti, lasciandosi deviare da essa, si perdono nella e dalla fede”.

Anche questa volta quindi il tuo tentativo di far passare una tua interpretazione personale è al solito faziosa e priva di reali basi. Il Vangelo ammesso che tu voglia ritenerlo come unica fonte (cosa che per un cattolico non è) almeno leggitelo tutto....
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 22:40:52
MUR

La mia interpretazione personale ?!? Ho semplicemente citato LETTERALMENTE E SENZA NESSUNA INTERPRETAZIONE (tantomeno personale) le (presunte) parole dette da colui che VOI ritenete essere DIO !


Il Vangelo NON E' LA VOSTRA UNICA FONTE ???

In pratica mi stai dicendo che le (presunte) PAROLE DETTE DAL VOSTRO DIO, vanno "interpretate" ufficialmente e che sempre queste parole (presunte) "DIVINE" (una volta voi cristiani le chiamavate "VERITA" UNIVERSALI RIVELATE DA DIO A TUTTI GLI UOMINI" ) devono essere, come dire, "integrate" "perfezionate" da altri che NON SONO DIO ???

Mur semplicemente
Ti arrampichi sugli specchi pur di non ammettere che hai torto marcio.

E' proprio vero:


1-VOI (cristiani) conoscete la Bibbia, la storia della Chiesa e della vostra religione in modo molto meno accurato degli atei e degli agnostici ma vi definite comunque orgogliosi di essere cristiani.



Dal "Decalogo" del nuovo messia Gipsy
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 23:08:20
X Animamundi

Vedi caro Animamundi nella tua profonda ehm non so se disonestà intellettuale o ignoranza dove la seconda è decisamente preferibile alla prima dimentichi che:

1) Il Vangelo E' già un interpretazione giacchè non è stato scritto da Gesù, che noi cattolici e che i cristiani considerano in larghissima parte Vero Dio e Vero Uomo ma dagli Evangelisti che mi dispiace deluderti non sono Dio...;
2) Il Vangelo nonostante tu continui a prendere pezzi di testo per giustificare un tuo pensiero è un corpus che và letto integralmente...;
3) Il Cristianesimo nasce nel tempo ma è la Patristica ed è la Chiesa primordiale ad averli identificati come Fonte dottrinaria Primaria sebbene non unica...;
4) Tu citi dei passi, per sostenere una tua tesi che invece il testo nella sua totalità respinge. La Chiesa ritiene (e tu confermi appieno che ha ragione da vendere) che il testo seppure liberamente consultabile non può essere interpretato senza avere una conoscenza precisa della globalità delle sue argomentazioni. Le persone non hanno il necessario strumento culturale per allocarlo nel piano giusto che è quello del Nuovo Patto. Infatti nonostante ad esempio la tua cultura, ehm, scientifica e nonostante tu sappia riconoscere i segni della scrittura e riprodurli dimostri di non saper leggere e cogliere messaggi semplici...;
5) Ignori completamente, ma lo capisco potrebbe andarti in pappa il cervello, che ti ho citato altri esempi sempre nel Vangelo in cui è sempre lo stesso nostro Dio ovvero Gesù a far intendere il suo pensiero. A te questo non interessa. A te interessa pensare di aver trovato 2 paroline che sembrano apparentemente darti ragione quanto invece il testo evangelico nella sua interezza non esprime affatto quello che tu sostieni esso dica...

Animamundi tu semplicemente parli di argomenti di cui ignori troppo. E come se io pretendessi di essere geologo perchè alle superiore avevo 8 a geografia astronomica... Non poso dire nemmeno che ti arrampichi sugli specchi perchè non sei neppure in grado di riconoscerli...
Se vuoi parlare di Cattolicesimo con cognizione di causa, studia e apri la mente....

PS Io aspetto sempre che tu esprima invece il tuo pensiero sulla tua Fede, qualsiasi essa sia, ateismo incluso... : - )
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 23:31:19

1) Il Vangelo E' già un interpretazione giacchè non è stato scritto da Gesù, che noi cattolici e che i cristiani considerano in larghissima parte Vero Dio e Vero Uomo





Vabhe' adesso la Bibbia e' diventata "un'interpretazione"....ok, buona a sapersi.
Lo dici tu a Ratzinger che crede invece che sia opera di Dio in persona?


Il Cristianesimo nasce nel tempo ma è la Patristica ed è la Chiesa primordiale ad averli identificati come Fonte dottrinaria Primaria sebbene non unica...;



In pratica mi stai dicendo che QUELLO CHE TI DICONO I PADRI DELLA CHIESA I PAPI I CARDINALI I VASCOVI e tutte la pretaglia cantante E" PIU' IMPORTANTE DELLE PAROLE di quello che VOI STESSI avete detto di essere DIO ?

ok buona a sapersi anche questa. Ma Ratzinger lo sa? Glie lo hai detto? Ci tritura i coglioni ogni santo giorno coi valori "non negoziabili" contro il "relativismo" e tu mi dici che si sbaglia? Vabhe' la solita storia...
VE LA CANTATE E VE LA SUONATE da soli, a seconda di quello che vi fa piu' comodo al momento.

Un tempo dite: SONO VERITA" RIVELATE !
Un altro: va bhe so' verita' universali ma possiamo metterci d'accordo...

Se va bene a te figurati a me


Tu citi dei passi, per sostenere una tua tesi che invece il testo nella sua totalità respinge.



A parte che io non ho nessuna tesi non credendo che la Bibbia sia verita' rivelata, ma ca22o almeno SIATE COERENTI !

Le parole della Bibbia sono le parole di dio oppure no?
E se no perche' ci fratturate l'apparato riproduttore con i vostri presunti "valori" e con le vostre presunte "VERITA' RIVELATE DIRETTAMENTE DA DIO" ?

Mha... "mistero della fede" (nell'otto per mille)...
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 00:27:51
Citando Jena: " ma basta con sti Raeliani e Cristiani... ancora? nel 2010? Basta tutti nudi e BUNGA BUNGA"
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 00:38:04
X Animamundi

La Chiesa riconosce nella Tradizione e nelle Sacre Scritture la sua fonte dottrinaria, e questo da sempre...
La Bibbia viene rinosciuta come fonte Primaria (non unica) e come ti ho scritto in decine di altri post, che evidentemente scordi appresso appresso, esso riconosce l'Ispirazione divina della Bibbia. Riconosce inoltre l'inerranza (attraverso quella frase che citi spesso per riempirti la bocca ma che ancora hai capito) ovvero

"Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture."



Quando si parla di verità la Chiesa intende solo e soltanto e limitatamente alle verità teologiche e soteriologiche. La Chiesa sa e riconosce che gli evangelisti hanno scritto un resoconto sommariamente corretto della vita di Gesù ma sa anche che i Vangeli non sono una biografia di Gesù men che meno del tutto completa nonostante Giovanni lo affermi nel suo Vangelo...
I Vangeli furono scritti per portare un messaggio salvifico donato loro da Gesù. Non si cerca dunque in essi un'accuratezza assoluta...

Il Papa lo sa, sui cattolici non so se tutti ne siano consapevoli. Forse qualche finto cattolico crede nell'inerranza totale della Bibbia come lo pensavi tu attribuendolo ai cattolici...

Infine confondi valori (che cmq non hai compreso) che sono certamente trasmessi da Dio con una serie di altre cose che nulla hanno a che vedere con la Fede... Vedi tu ad esempio credevi che il cattolicesimo fosse in contraddizione tra una presunta povertà assoluta predicata (presuntamente perchè ti ho provato che testualmente e non con la patristica ma direttamente dallo stesso Vangelo) ed una ricchezza (sempre secondo te) ostentata. Ebbene ora sai che il Cattolicesimo in accordo con i Vangeli (non cito il Vecchio testamento dove addirittura la ricchezzza viene vista come premio che Dio da ai giusti spesse volte) dicono che la ricchezza non è un problema in sè ma lo diventa quando impedisce di seguire fino in fondo la comunione con Dio...

Ancora una volta parli dunque di cose che non sai, non capisci e non riesci a comprendere. Altro che far comodo, sei tu che cerchi di fare delle filosofia e della critica spicciola senza conoscere l'argomento di cui parli... Ti fa comodo prendere un pezzo di qua e un pezzo di là dei testi sacri per portare comodamente avanti una battaglia senza capo ne coda...
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 13:09:31

È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!».



Questa famosa frase è un celebre errore, è frutto di una traduzione nella quale è stato fatto un errore che ne ha modificato la coerenza, A causa di una consonante del testo originale che è stata interpretata in modo sbagliato, la gomena (gamta) della parabola è diventata un cammello (gamal) e così il gioco di parole ha perso l' attinenza che aveva con i pescatori del Lago di Tiberiade.
Di conseguenza nel testo greco la parola incriminata "cammello", da "kamelos", invece che "grossa fune"e cioè "kamilos.

Messaggio del 22-12-2010 alle ore 14:27:14
Grazie Dimas, l'avevo già accennato io sommariamente senza aver specificato come te il problema nella traduzione...
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 15:04:59
Mur,
fai finta di non capire. Io non voglio dare l'8x1000 a nessuna confessione religiosa, con la legislazione attuale ciò è impossibile perché lo Stato italiano attribuisce alla confessioni religiose anche l'8x1000 di chi non ha firmato per nessuna confessione religiosa ed indirettamente anche la quota di chi ha firmato espressamente per lo Stato italiano. Se invece ogni confessione religiosa chiedesse personalmente ad ogni contribuente italiano di versargli direttamente la propria donazione e di scaricarsi una parte della donazione sulla dichiarazione dei redditi avremmo eliminato ogni imbroglio e vergogna morale di finanziamento truffaldino a favore delle confessioni religiose.
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 19:40:01
X Il Piccioso

Sei tu a non voler capire. L'8x1000 sostituisce la Congrua e non è una donazione ma solo una scelta. L'8x1000 infatti lo Stato lo versa per le Confessioni Religiose trovando queste un valore per la società. Da ciò si deduce che chi non firma è disinteressata a quale Confessione quell'8x1000 vada... Non è quindi una donazione come qualcuno la fa passare ma solo un indirizzo che il cittadino, rispetto ad un finanziamento che verrà senz'altro erogato, può dare alla propria quota.

Il problema semmai è quello se è giusto che lo Stato verso una quota alle Confessioni.
Personalmente io sarei per l'abolizione del finanziamento attraverso l'8x1000 e ad un finanziamento diretto (visto che la Congrua altro non era che un debito internazionale che si aveva con la sola Chiesa Cattolica). Sono per la ReIntroduzione della Religione Ufficiale di Stato e per un maggiore controllo da parte dello Stato sull'utilizzo dei soldi o meglio su un maggiore e più accurato sistema di trasparenza... : - D.
PS Reintrodurrei cmq l'ICI per gli immobili di uso commerciale per tutti, Chiesa compresa...
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 20:19:54

Reintrodurrei cmq l'ICI per gli immobili di uso commerciale per tutti, Chiesa compresa...



Mur,
finalmente hai detto una cosa giusta.
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 20:24:55
Si vede che finalmente mi hai letto, l'ho scritto decine di volte in tanti post presenti, passati e ci saranno anche in quelli del futuro sebbene ritenga l'ICI in sè una tassa immorale così come è ora.... : - )
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 20:32:47
Mur,
il prossimo anno quando la futura amministrazione dovrà fare a meno di un milione di euro di mancati trasferimenti statali forse riterrai molto più immorali i tagli ai servizi che l'amministrazione dovrà realizzare.
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 21:37:28
Il Piccioso i servizi non dipendono solo dall'ici. Ci sono molti tagli da fare. Io ad esempio visto che rispetto a 10 anni fa l'8x1000 era arrivato a crifre elevatissime avrei portato l'8x1000 al 5x1000.
Sono d'accordo con un imposta unica sulla proprietà. Ma se io con i miei soldi costruisco una casa, di dover pagare l'affitto allo Stato, lo quale peraltro mi impone ma non dà tassi ma nega servizi, non ho nessuna voglia. Caso diverso se ci si guadagna, ma la casa non è una mucca da mungere sempre e cmq. Una sola tassa ma equa e solo se ci si guadagna...
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 23:23:44
Mur,
l'Ici era l'unica imposta che potevamo definire federalista, permetteva ai Comuni, infatti, di effettuare una politica fiscale, entro certi limiti, in grado di assicurare significative risorse per i servizi che eroga senza aspettare da Roma i fondi. Da questo punto di vista la Lega si sta mangiando ogni giorno le mani per aver avallato Berlusconi nella scelta folle e demagogica di eliminare ai Comuni la fonte più importante di finanziamento senza sostituirla in modo adeguato. Oggi metà dei Comuni italiani hanno seri problemi di bilancio, quando saranno costretti a tagliare selvaggiamente i servizi non credo che le famiglie beneficiarie della riduzione di poche centinaia di euro si troveranno in una situazione finanziaria ed economica migliore.
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 23:41:05
Il Piccioso dire che una tassa non sia equa o che bisognava riformarla non ha niente a che vedere con il discorso che fai tu. Sembra quasi che tu suggerisca che i comuni possano vivere solo con l'ici mentre i comuni hanno bisogno di una regolamentazione che permetta loro in certi ambiti ed in certe materie di avere fondi diretti... Le due cose sono solo apparentemente connesse ma non sono certo inscindibili.
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 00:23:13
Mur,
la casa è un bene immobile, la produzione dei redditi da lavoro o capitale invece non sono sempre legati ad un determinato territorio. E' più naturale che un'imposta locale segua la casa e non i redditi da lavoro e da capitale.
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 10:48:41
Ti avevo scritto una risposta lunga ma al solito è scomparso tutto per via delle restrizioni di questo forum. IN sintesi sulla casa si pagano troppe tasse. Si alla tassazione UNICA sulla casa che produce redditto, trovo immorali tutte le altre. Infine esiste una cosa chiamata residenza...
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 12:35:50
Mur,
l'IVA dovrebbe confluire nelle casse del Comune dove uno risiede? Le imposte sui guadagni di borsa idem? Etc. Solo gli immobili sono legati in modo certo ad un determinato territorio. Non far rientrare il più grande patrimonio della maggior parte delle persone nella capacità contributiva significa mettere sullo stesso piano chi non può permettersela la casa con chi invece ha avuto maggiore fortuna. Sarebbe una gravissima discriminazione nei confronti del 20-30% della popolazione più povera. Una norma regressiva. Spero che tu non sia anche contro l'ISEE dato che vi rientra anche la casa...
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 13:16:41
La vera luce è Silvio!
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 13:33:27
Il Piccioso,

mi sa che o non leggi o fai finta di non capire. Ci sono fior fiori di statistiche internazionali che dicono che l'affitto di una casa e il possesso di una casa sono a conti fatti equiparabili. Cioè in costi sono gli stessi. Detto questo continuo a sostenere che le proprietà immobiliare che danno reddito DEVONO GIUSTAMENTE essere tassate ma in modo equo e con tassa unica. Quelle che non danno reddito invece devono pagare un minimo o meglio ancora nulla.
Nell'esperienza di vita di ciascuno di noi capita di vedere che in alcuni casi non così isolati gente in affitto conduce uno stile di vita che colui che ha la casa di proprietà non conduce perchè non se lo può permettere. Chi è in questo caso più ricco?
Sulla casa già all'atto di costruzione si pagano tante di quelle tasse e successivamente oltre l'ici se ne pagano tante che, conti alla mano, è meglio dare tutto allo Stato e poi pagare ad esso l'affitto...
L'equivalenza, hai casa = sei ricco è mendace pressappoco come chi investe il suo è uguale a chi non investe niente, e tante amenità del genere.
Sono d'accordo con il redditometro ma rivedrei decisamente alcuni parametri in funzione non solo degli investimenti ma anche dei costi...
Lo Stato e le sue sotto strutture non possono preoccuparsi solo del guadagno mentre se le cose vanno male se ne frega.... Esempio pretende dal proprietario l'ici e gli addebita attraverso la contabilizzazione catastale dell'immobile un reddito ma se un anno fa dei lavori quel costo dal suo reddito non è detratto.
Se io ho casa ipotizziamo nella vecchia "buonanotte" ma non è utilizzato ed io abito a lanciano perchè dovrei sostenere il comune di "buonanotte" che fattualmente non mi da nulla? Io dovrei sostenere quello di Lanciano dove abito e risiedo e che MI DA SERVIZI....
Far passare l'ICI come cosa buona e giusta tout court quando ci possono e anzi devono essere tassazioni incentrate a criteri più equi oserei dire che è puro ideologismo tributario
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 13:53:29
Premettendo - a scanso di equivoci - di non essere credente, ritengo la clonazione umana l'insania più totale che l'uomo potesse concepire. A fronte di questo ulteriore quanto necessario "passo in avanti" della scienza (o se si preferisce della ricerca medica), mi sembra quantomeno doveroso ringraziare sentitamente tutti i Signori - chiunque essi siano - che ne hanno permesso e promosso le imprescindibili e già luminose tappe evolutive.
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Editato da Salanga il 23/12/2010 alle 13:55:54
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Editato da Salanga il 23/12/2010 alle 14:03:07
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 14:23:05
Mur,
la casa può entrare a far parte del tuo patrimonio anche per donazione ed eredità, non dirmi che i costi sostenuti dagli avi devono portare ad una riduzione di fiscalità per gli eredi. Inoltre il Comune di Buonanotte è tenuto a manutenerti le strade ed effettuare la raccolta dei rifiuti anche se tu non ti rechi mai nel suo territorio. Per il proprietario dell'immobile si tratta di un onere reale, l'unico modo per sbarazzarsene è vendere l'immobile.
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 16:14:30
Il Piccioso,

quello delle strade vale pure per il comune di Vigevano o di Atessa presso il quale non ho ad esempio patrimoni immobiliari. Se non ci abito non posso produrre rifiuti in quel comune quindi quella tassa la pagasse chi il rifiuto lo produce...
Per quanto attiene agli avi anche loro hanno pagato e ad ogni modo se è la prima casa è un costo minore per lo Stato che non dovrà garantirgli alloggi pubblici mentre se è per la seconda e terza casa si paga all'atto di riceverla dunque nulla quaestio.
Il fatto stesso di considerare un debito una proprietà è di per sè un concetto deviato, malato, comunista ed ingiusto. Non riconoscerlo mi sembra voler essere un pò disonesto intellettualmente. Intendiamoci, io sono per il cristianamente spezzare il pane e dunque è giusto che la ricchezza contribuisca al bene collettivo. La casa in Italia in alcuni casi produce ricchezza (è quindi è giusto venga in parte redistribuita) nell'altro produce povertà (e questo si che è ingiusto).
Se lo Stato considera una proprietà ricchezza perchè fa le cartolarizzazioni? Acquistasse lo Stato le proprietà e poi si autopaghi le tasse (tanto a tuo dire una casa abbandonata a Buonanotte è un patrimonio)
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 18:01:12
Mur,
per tua sfortuna gli enti locali, lo Stato e le Regioni non erogano servizi ottocenteschi e quindi privi di grosse cifre nei bilanci pubblici. Se non vuoi tagliare i servizi pubblici devi per forza di cose individuare le fonti di finanziamento diverse dall'ICI sulla prima casa. Le alternative sono 2: o alzi le imposte sui redditi o alzi le imposte indirette. Credo che siano molto più ingiuste le alternative alle tue obiezioni. Le imposte sulla casa danno minori probabilità di evasione, per questo sono preferibili, oltre al fatto che sono intimamente legate al luogo in cui si trovano.
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 19:26:57
I RAELIANI, LA BIOETICA POSITIVISTA E LA CLONAZIONE



Il movimento raeliano era sostanzialmente sconosciuto ai più, finché - nel dicembre del 2002 - la ditta Clonaid ha dato l’annuncio della nascita della prima bambina clonata (enfaticamente chiamata Eva) e dell’imminente nascita di altri bambini, sempre clonati. Il momento, dal punto di vista mass-mediatico, era favorevole e la “pubblicità” non è mancata, nonostante siano mancate quelle prove che la suddetta azienda si è sempre rifiutata di fornire. In ogni caso il fatto ha suscitato un acceso dibattito che ha finito per fornire una smisurata pubblicità a questa piccola setta che si può dire in tal modo avere certamente raggiunto il proprio scopo.

Il nostro obiettivo, invece, è quello di proporre una riflessione pacata che aiuti a comprendere le “ragioni” di questo movimento, sia sull’impostazione bioetica in generale sia sulla specifica questione della clonazione. Vedremo che - al di là del contesto ideale complessivo piuttosto bizzarro - ci sono significativi punti di contatto con quella bioetica di impostazione utilitarista e positivista che di fatto presidia la cultura dominante.





IL MOVIMENTO RAELIANO: DI CHI STIAMO PARLANDO?



Chi si occupa di Nuovi Movimenti Religiosi[1][1]o Movimenti Religiosi Alternativi - che con termine più tradizionale e più chiaro possiamo chiamare sette - conosce il movimento raeliano fin dagli anni ’70, quando un giornalista sportivo francese di nome Claude Vorilhon pubblica un testo[2][2]in cui dichiara di avere incontrato un extraterrestre che gli avrebbe rivelato la “verità” sulle origini della vita sulla terra. Il 13 dicembre 1973 - stando al racconto dello stesso Vorilhon - nel cratere del Puy de Lassolas, una delle formazioni vulcaniche che dominano Clermont-Ferrand, egli avrebbe sperimentato una sorta di “incontro ravvicinato del terzo tipo” con un extraterrestre, alto circa 120 cm., che portatolo a bordo di un UFO gli avrebbe rivelato la “verità” sull'Antico e sul Nuovo Testamento, affidandogli contestualmente la missione di preparare il “ritorno” di questi extraterrestri sulla terra. Lo stesso nome di Vorilhon sarebbe stato mutato in “Rael” (“il messaggero”), attribuendogli il ruolo di “Guida delle guide”. L’incontro è narrato con toni che fanno pensare alla sceneggiatura di un film di fantascienza:



“All’improvviso intravedo nel nebbione una luce rossa che lampeggia, poi una specie di elicottero che scende verso di me. Ma un elicottero fa rumore, mentre io non sentivo assolutamente niente, neppure il minimo stridio. Un dirigibile? Ora l’ordigno si trovava a una ventina di metri sopra di me e mi accorsi che era piatto: un disco volante! Ci credevo fermamente da molto tempo, ma non immaginavo proprio di vederne uno un giorno. Aveva circa sette metri di diametro, era piatto al di sotto e conico al di sopra, alto pressappoco due metri e mezzo. Alla base lampeggiava una violenta luce rossa e sulla sommità una luce bianca intermittente che faceva pensare al flash di una macchina fotografica. Questa luce bianca era così intensa che non potevo guardarla senza strizzare gli occhi. L’ordigno continuò a scendere in silenzio e si immobilizzò a due metri dal suolo. Rimasi pietrificato, nell’incapacità di muovermi. Non avevo paura, anzi ero pieno di gioia nel vivere un momento simile. Rimpiangevo amaramente di non avere una macchina fotografica. Quando, all’improvviso, l’incredibile avvenne: sotto l’apparecchio si aprì una botola e una specie di scaletta si spiegò fino al suolo. Capii che ne sarebbe sceso un essere e mi chiedevo che aspetto avrebbe avuto. Apparvero due piedi, poi due gambe, al che fui un po’ rassicurato poiché, apparentemente, avrei avuto a che fare con un uomo. Ciò che a prima vista avevo preso per un bambino, apparve infine completamente: scese la scaletta e puntò diritto su di me. Fu solo allora che mi resi conto che non era un bambino, nonostante il suo metro e venti di altezza. aveva gli occhi leggermente a mandorla, i capelli neri, lunghi, e una piccola barba nera”[3][3].



In un secondo tempo Vorhilon afferma di essere stato addirittura condotto sul pianeta di origine di questi extraterrestri, di cui ci offre una fantasiosa descrizione, per tacere delle “avventure galanti” che gli sarebbero state generosamente offerte:



“Potei scoprire un paesaggio meraviglioso, paradisiaco, e nessun aggettivo potrebbe descrivere l’incanto procurato dalla visione di fiori immensi, tutti di meravigliosa bellezza, tra i quali si movevano animali inimmaginabili, uccelli dalle piume multicolori, scoiattoli rosa e blu dalla testa di orsacchiotto che si arrampicavano tra i rami degli alberi, i quali avevano dei frutti enormi e nello stesso tempo dei fiori giganteschi. Ad una trentina di metri dal veicolo, un piccolo gruppo di Elohim ci aspettava, e potei vedere dietro gli alberi un insieme di costruzioni che armonizzavano perfettamente con la vegetazione e somigliavano a delle conchiglie dai vivi colori. La temperatura era molto mite, e l’aria profumata da mille odori di fiori esotici”[4][4].



Il movimento fondato nel 1974 prende il nome di MADECH ("Movimento per l'accoglienza degli Elohim crEatori dell'umanità"), modificato nel 1976 in “Movimento Raeliano” e nel 1998 in “Religione Raeliana”, oggi si parla di “Rivoluzione Raeliana”, con un motto molto indicativo: “Rivoluziona te stesso per rivoluzionare l’umanità”[5][5]. Negli anni ‘90 è stato creato un ordine religioso riservato alle donne, l'Ordine degli Angeli di Rael, con lo scopo di prendersi cura di lui, degli altri trentanove profeti e degli Elohim quando torneranno sulla Terra, e di diffondere il messaggio raeliano fra le donne che non fanno parte del movimento. Il ritorno degli Elohim è previsto entro il 2035. I raeliani progettano la costruzione di un'ambasciata per accoglierli (forse non in Israele, luogo originariamente previsto dove però le difficoltà sembrano insormontabili), ma ad ogni buon conto hanno già avviato un’insistente raccolta di fondi in cui tutti gli adepti sono coinvolti e che vengono amministrati dallo stesso Rael. Nel 1997 viene fondata, dallo stesso Vorhilon con l’appoggio di un gruppo di investitori aventi base nelle Bahamas, la società “Clonaid” per dare il via a ricerche sulla clonazione umana. Il primo laboratorio attrezzato allo scopo sarebbe stato approntato a partire dal 2001.







L'IMPIANTO DOTTRINALE COMPLESSIVO



Il movimento raeliano si può collocare tra quelli che rientrano nell’ambito dell’area gnostico-esoterica e, più precisamente si tratta di una setta ufologica[6][6] con propensione ad una sensibilità New Age. Come tutti i movimenti di area gnostico-esoterica i raeliani propongono una sorta di “dottrina superiore” alla luce della quale rileggere tutte le religioni e tutte le rivelazioni e di cui essa svelerebbe il nucleo segreto che rimane nascosto ai profani. Tale nucleo è molto semplice: tutte le religioni non sarebbero altro che l’effetto di rivelazioni incipienti che popoli progrediti di origine extraterrestre (gli Elohim[7][7]) avrebbero - nel corso dei secoli - fatto ai primitivi abitanti della terra, per svelare se stessi in modo non troppo esplicito. Curioso e inquietante il tono “ludico” con cui viene affrontato un tema così delicato:



“Più un popolo è primitivo, più vi fioriscono le religioni deiste. Questo stato di cose, d’altronde, è mantenuto dai visitatori venuti da altri pianeti, che non hanno che questo mezzo per visitare tranquillamente dei mondi i cui abitanti non hanno ancora dominato la loro aggressività. Se voi arriverete prossimamente a questo stadio di visitatori evoluti di mondi primitivi, sarete costretti anche voi ad utilizzare questo sistema, del resto molto divertente, che consiste nel farsi passare per dèi ai loro occhi. Questo, d’altra parte, è estremamente facile, poiché per i primitivi tutto ciò che viene dal cielo non può essere che divino. Talvolta è magari necessario esagerare un po’ allo scopo di essere rispettati e ricevuti benevolmente, ciò che non guasta. Tuttavia, noi continuiamo a fare delle “apparizioni” sulla Terra per vedere se ciò fa sempre presa e quali sono le reazioni dei pubblici poteri, dei governi e della stampa; e ciò spesso ci diverte molto!”[8][8].



Tutta la Bibbia viene riletta in questa chiave, identificando i personaggi biblici rilevanti (Jahvè incluso) con altrettanti individui extraterrestri e rileggendo in chiave scientista - con un approccio a dir poco banalizzante - tutti gli eventi prodigiosi che il testo biblico presenta:



“La manna non era che un alimento chimico di sintesi, polverizzato sulla superficie del suolo, e che la rugiada del mattino faceva gonfiare. Quanto al bastone di Mosè, che gli permise ‘di far sgorgare l’acqua’ (Esodo, XVII-6), non era che un rivelatore di giacimenti acquatici sotterranei, simile a quello che usate adesso per trovare del petrolio, per esempio. Una volta localizzata l’acqua, basta scavare”[9][9].



Lo stesso Gesù sarebbe una sorta di profeta sui generis, frutto di una fecondazione artificiale di Maria con un Elohim, particolarmente dotato di facoltà telepatiche per mantenere un contatto costante con suoi “padri celesti” (gli extraterrestri).



“Il Cristo doveva spargere la verità degli scritti Biblici nel mondo intero, perché servissero come prove quando l’èra della scienza avrebbe spiegato tutto agli uomini, all’umanità intera. Allora i creatori decidono di far nascere un bambino concepito da una donna e da uno di loro, perché questo bambino avesse, per eredità, certe facoltà telepatiche che mancano agli uomini. (…) Quando divenne adulto, Gesù fu portato via dai creatori per svelargli chi era, per presentargli suo Padre, per svelargli la sua missione e per iniziarlo a diverse tecniche scientifiche”[10][10].



Non mancano gli accenti escatologici che rivelano una chiara sensibilità New Age, facendo coincidere l’inizio della nuova era di cui parlano i figli dell’Acquario con la nuova era inaugurata nel 1946 dalla nascita dell’ultimo Messia (Vorhilon).



“I tempi della fine del mondo sono giunti. Non della fine del mondo in una catastrofe che distruggerà la Terra, ma della fine del mondo della Chiesa, che ha computo la sua opera più o meno bene, ma che l’ha compiuta. Opera di volgarizzazione che permette ai creatori di essere riconosciuti quando verranno. Come avrete notato, la Chiesa cristiana sta morendo. È la fine di questo mondo, poiché ha computo la sua missione con un certo numero di errori, volendo deificare i creatori troppo a lungo. Ciò andava bene fino alla civiltà scientifica, in cui avrebbe dovuto essere dato un colpo di grazia se la verità, quella vera, fosse stata conservata e se avessero saputo leggere tra le righe. Ma hanno fatto troppi errori. (…) Siete arrivati all’età dell’oro. Voi, gli uomini della Terra, volate nei cieli, con le onde radiofoniche trasmettete la vostra voce ai quattro angoli della Terra, i tempi sono giunti perché la verità vi sia rivelata. Com’era scritto, tutto accade ora che la Terra è entrata sotto il segno dell’Acquario. Certi uomini l’hanno già scritto, ma non sono stati creduti. Tutto è previsto da ventiduemila anni fa, quando i creatori decisero di operare sulla Terra, poiché il movimento della galassia suppone questa conoscenza. I Pesci furono il Cristo ed i suoi pescatori; l’Acquario che segue è cominciato dal 1946. Epoca in cui il popolo d’Israele ritrovo il suo paese”[11][11].



Ma, potremmo a questo punto chiederci, in che cosa consiste il mirabolante messaggio, la “verità nascosta” che dovrebbe soppiantare tutte le fedi e le religioni del mondo, inaugurando una nuova era di prosperità e di pace? Il cuore del messaggio raeliano si può riassumere in poche battute: non esiste Dio, non esiste l’anima, non esiste nessuna forma di immortalità spirituale; gli uomini sono frutto di esperimenti biotecnologici di una razza extraterrestre più progredita ed hanno come unico compito quello di progredire a loro volta per procurarsi gli strumenti tecnologici necessari al fine di costruire un paradiso in terra. In tanto fanno bene a restare sereni e godersi la vita !





UNA PROSPETTIVA SCIENTISTA SPINTA FINO ALLE ESTREME CONSEGUENZE



Un interessante paradosso nell’analisi del movimento raeliano è dato dal confluire di due ispirazioni ideali tra loro apparentemente distanti: da un lato abbiamo visto l’approccio fantasioso e fantascientifico con cui viene allegramente riletta tutta la storia dell’umanità in una prospettiva a dir poco bizzarra, dall’altro lato si nota una fiducia nella scienza degna della tradizione positivista più radicale. Vedremo come la distanza tra i due approcci non sia - a determinate condizioni - così profondamente incolmabile.

Il fine della vita umana è quello di realizzare il massimo grado possibile di progresso scientifico. Alla scienza viene attribuito un potere “salvifico” rispetto alle principali attese e alle più profonde paure degli uomini. In primo luogo spetta alla scienza il compito di realizzare il paradiso in terra:



“Voi potreste vivere molto presto in un vero paradiso terrestre, se la tecnologia di cui disponete attualmente fosse messa al servizio del benessere della gente, invece che al servizio della violenza, degli eserciti, o del profitto personale di alcuni. La scienza e la tecnica possono liberare totalmente gli uomini non solo dalla preoccupazione della fame nel mondo, ma permettendo loro di vivere ugualmente senza l’obbligo di lavorare. Le macchine possono benissimo da sole provvedere alle necessità quotidiane, grazie all’automazione”[12][12].



Sul pianeta degli Elohim vi sarebbero addirittura - parola di Rael - androidi biologici creati dall’uomo, biologicamente identici, ma senza intelligenza né sentimenti: una razza inferiore creata appositamente mediante ingegneria genetica, i cui individui sono prodotti in serie da un’apposita macchina. Il loro unico scopo sarebbe quello di compiacere in ogni loro desiderio (nessuno escluso):



“Gli eterni terrestri ed Elohim che vivono qui possono realizzarsi come lo desiderano, senza aver altro da fare che ciò che loro piace: ricerca scientifica, meditazione, musica, piuttura, ecc… o assolutamente niente. I servitori che hai visto portare i piatti poco fa, così come le danzatrici, non sono che dei robot biologici. Sono infatti costruiti secondo lo stesso principio che noi abbiamo usato per creare gli uomini della Terra, in una maniera al cento per cento scientifica, ma essi sono volontariamente limitati e assolutamente sottomessi a noi. Del resto, sono incapaci di agire senza che si dia loro l’ordine e sono molto specializzati. Essi non hanno nessuna aspirazione propria e nessun desiderio, salvo alcuni, la cui specializzazione lo esige. Invecchiano e muoiono come noi, ma la macchina che li fabbrica può produrne molti di più di quelli di cui abbiamo bisogno. Del resto, sono incapaci di soffrire, di avere sentimenti, e non possono riprodursi da soli. (…) gli uomini che desiderano avere una o più compagne al di fuori dei rapporti di uguaglianza che esistono tra uomini e donne eterni, o che non vogliono vivere con una donna su un piano di uguaglianza, possono avere una o più donne ‘robot biologici’, assolutamente sottomesse e alle quali la macchina dà esattamente il fisico che si desidera. Lo stesso vale per le donne, che possono avere uno o più uomini ‘robot biologici’, assolutamente sottomessi”[13][13].



Ritroviamo qui, enfatizzato all’ennesima potenza, il mito scientista dell’uomo-macchina, per cui gli esseri umani non sarebbero altro che macchine biologiche più o meno perfezionate. È solo l’immaginazione fervida di Vorhilon che proietta questo mito in un ambiente mentale da film di fantascienza, ma le conseguenze che egli ne trae, soprattutto sul piano etico, sono esattamente dello stesso tenore di quelle che traggono i positivisti incalliti che prescindono dall’ambientazione fantascientifica. Infatti un uomo-macchina non ha particolari limitazioni di tipo etico (purché il “meccanismo complessivo” funzioni), di qui la dottrina del libero amore, che caratterizza il movimento raeliano e che si ricollega da un lato al clima culturale della “rivoluzione sessuale” degli anni ’70 di cui Vorhilon è pienamente figlio, ma dall’altro all’idea scientista e postivista che una “macchina” non ha una “natura” che deve essere rispettata, ma solo dei “dinamismi” che devono funzionare:



“Questo [il sesso] non serve soltanto a soddisfare dei bisogni naturali o ad assicurare la riproduzione, ma ugualmente a dare del piacere agli altri e a se stessi. Siamo infine usciti, grazie alla scienza, dai tempi in cui mostrare il proprio corpo era un ‘peccato’, e quando ogni accoppiamento portava in sé la sua punizione: il concepimento di un bambino. Ora, grazie alle tecniche anticoncezionali, l’unione sessuale è liberamente possibile, senza che ciò divenga un impegno definitivo o possa esserlo. (..) Ciascuno dei nostri organi è stato creato dai nostri padri, gli Elohim, perché noi ce ne serviamo senza avere la minima vergogna, ma essendo felici di far funzionare ciò che è stato fatto per funzionare. E se il fatto di far funzionare uno di questi organi porta del piacere, è perché i nostri creatori hanno voluto che avessimo del piacere servendocene. Ogni uomo è un giardino che non deve restare incolto. Una vita senza piacere è un giardino incolto. Il piacere è il concime che fa schiudere la mente”[14][14].



Naturalmente tutti i supporti scientifici per raggiungere i propri scopi possono e devono essere usati, di qui la facile soluzione raeliana di tanti dilemmi bioetici, dalla fecondazione artificiale, alla contraccezione, all’aborto:



“Per raggiungere la tua realizzazione, utilizza i mezzi che la scienza mette a tua disposizione, per permetterti di aprire il tuo corpo ai piaceri senza rischi. Il piacere e la procreazione sono due cose distinte, che non bisogna confondere. (…) Se per disgrazia hai concepito un essere senza desiderarlo, utilizza i mezzi che la scienza mette a tua disposizione: utilizza l’aborto. Poiché un essere che non è stato desiderato al momento della concezione non potrà sbocciare, perché non è stato creato nell’armonia. Non ascoltare coloro che provano a farti paura parlandoti delle conseguenze fisiche e soprattutto morali che un aborto può lasciare. Non ce ne sono, se tu fai fare questo da persone competenti. È piuttosto far crescere un bambino non desiderato che potrà lasciarti delle conseguenze fisiche e morali, di cui anche il bambino stesso che tu metterai al mondo soffrirà”[15][15].





IL RUOLO DELLA CLONAZIONE NELL'IMMAGINARIO RAELIANO



Avendo analizzato l’impianto dottrinale complessivo dei raeliani ci è più facile intendere il ruolo che in esso gioca il discorso della clonazione. In primo luogo la clonazione, in quanto pratica bio-tecnologica, rientra all’interno della generale esaltazione della scienza e delle sue conquiste: l’idea che la ricerca e la sperimentazione non si debbano fermare è - dal punto di vista raeliano - un “dogma” indiscusso. In secondo luogo la clonazione ha un valore speciale perché si collega al “mito d’origine” dello stesso genere umano: gli uomini sarebbero stati prodotti, molti secoli fa, mediante clonazione da parte di una stirpe extraterrestre più evoluta; in tal senso il fatto che il genere umano - dopo molto tempo - sia divenuto capace di realizzare a sua volta la clonazione viene presentato dai raeliani come una “prova” a supporto della fantasiosa dottrina del loro fondatore, quasi a dire che se è vero che gli uomini oggi sono in grado di clonare sarebbe altrettanto vero che un tempo ebbero origine per clonazione.



“Se dessimo uno sguardo agli ultimi 50 anni di progresso scientifico, in particolar modo nel campo della genetica, apparirebbe chiaro che presto creeremo noi stessi la vita nei nostri laboratori. Verremo certamente scambiati per Dei dalla vita intelligente che creeremo. Se noi stiamo per creare la vita su un altro pianeta, allora non potrebbe darsi che anche l'umanità sia nata in questo modo - creata da un'altra razza di un altro sistema solare”[16][16].



In terzo luogo - ed è quello che qui ci preme sottolineare - la clonazione viene proposta come via per l’immortalità, non solo del patrimonio genetico, ma anche dell’identità individuale di ciascuno.



“Il nostro corpo vive, in media, dieci volte più del vostro, come i primi uomini della Bibbia. Ma il nostro spirito, cioè il nostro vero personaggio, può essere immortale veramente. Le ho spiegato che si può ricreare l’essere tutto intero, con della materia vivente nuova, partendo da una cellula qualunque di un corpo: quando siamo nel pieno potere delle nostre facoltà, e il cervello è al massimo del suo potenziale e delle sue conoscenze, ci facciamo prelevare chirurgicamente una parte minuscola del corpo, che viene conservata. Quando moriamo veramente, partendo da una cellula presa dal pezzettino prelevato precedentemente, ricreiamo completamente il corpo così com’era in quel momento. Dico bene così com’era in quel momento, cioè con tutte le sue conoscenze scientifiche e la sua personalità di allora. Ma il corpo è costituito di elementi nuovi, che hanno davanti a loro mille vostri anni da vivere. E così di seguito, eternamente. Però per limitare l’accrescimento della popolazione, solo i geni hanno diritto a quest’eternità”[17][17].



In altri termini - ed è questo l’esito estremo dello scientismo raeliano - non solo si afferma che la scienza sarà certamente in grado di risolvere, un giorno, tutti i problemi dell’umanità, compresi quelli della fatica, della sofferenza, della morte, ma si vuole anche far intuire come ciò potrebbe avvenire. Per quanto riguarda la morte si propone una versione fantascientifica della clonazione che - oltre a riprodurre un individuo geneticamente uguale a quello di origine - avrebbe anche il potere di riprodurne i ricordi, i sentimenti, la personalità: insomma tutto ciò che una persona ha faticosamente costruito in un tratto più o meno lungo della sua vita.



Se pensiamo al ruolo della clonazione nell’immaginario raeliano non facciamo fatica a capire per quali motivi non appena si è iniziato a parlare di questa bio-tecnologia essi hanno cercato di “presidiare”, almeno a livello di immagine pubblica, questo spazio. Non è un caso che la ditta Clonaid sia stata fondata dallo stesso Rael nel 1997 (anno della clonazione della pecora Dolly) e che l’annuncio della prima bambina clonata sia stato dato in modo da “bruciare sul tempo”[18][18] altri laboratori che in altre parti del mondo si stavano probabilmente avvicinando (in sordina) allo stesso risultato. Si fa più fatica a capire come mai tale annuncio sia stato preso tanto seriamente, se lo collochiamo nel contesto piuttosto fantasioso e bizzarro dell’intera ideologia raeliana: chi conosceva questo movimento non ha mai pensato nemmeno per un minuto che le loro affermazioni sulla clonazione potessero essere prese sul serio, così come non aveva preso sul serio il racconto dell’incontro con l’extraterrestre alto 120 cm., il viaggio interplanetario sul pianeta degli Elohim, la “macchina” per produrre androidi biologici, ecc.

Peccato che in questo strano mondo in cui viviamo ci si sia semplicemente preoccupati di chiedere le “prove scientifiche” delle affermazioni dei raeliani, senza prendersi la briga di porsi qualche domanda sull’attendibilità di coloro che stavano facendo i loro “sensazionali” annunci.

Un po’ di scientismo in meno e di buon senso in più potrebbero aiutare questa nostra umanità a camminare in modo meno insicuro verso un futuro che tutti ci auguriamo migliore e più saggio.



Prof. Andrea Porcarelli – Docente di Pedagogia generale e sociale all'Università di Padova, Presidente del Centro di Iniziativa Culturale (Bologna), Direttore scientifico del Portale di Bioetica


Messaggio del 23-12-2010 alle ore 20:11:45
Il Piccioso,

la sfortuna è avere enti inutili, costi troppo variegati per gli stessi servizi nelle varie realtà e gestioni ed evasioni alte. Se non voglio tagliare i servizi pubblici (se ricordi ho specificato bene come per me una tassa deve sostanzialmente ricoprire un servizio) dovrò applicare tutta una serie di tasse. Fin lì sono d'accordo però le tasse devi farle pagare con criterio. Se su una casa io ci guadagno è giusto che io paghi, che sia della Chiesa, di una società spoprtiva o di un privato, c'è reddito=tasse da pagare.. Ti scopro ad evadere? Faccio in modo che una seconda volta non ci sia...
Ma se una proprietà (ovvio entro certi limiti quantitativi) non a reddito è ingiusto farla pagare. Il principio deve essere se guadagni, paghi non se possiedi, paghi...

Tu mi dirai allora Berlusconi non dovrebbe pagare. Oltre certi livelli di ricchezza pagare diventa ingiusto ma necessario... Quello che si deve guardare è non solo il valore in sè ma anche guadagno e il costo di mantenimento che produce....

Oggi ad esempio una casa con cancellata viene considerata di lusso pure se c'è una rizza... Ma il costo della rizza e della cancellata è una tantum, non ha costo di mantenimento quindi è più lussuosa un paio di ciufoli. Se una casa invece ha una piscina è si di lusso perchè la piscina produce un costo di mantenimento annuale (ergo se te la fai la puoi mantenere)....

Ti ricordo che l'ICI c'è dal 1992 e prima i servizi erano pure migliori (guardare le stime dell'epoca)

Infine le tasse sulla casa danno minori rischi di evasioni sempre un paio di ciufoli. Sai quante prime case sono intestate a figli e nipoti o mogli separate con stati di famiglia fittizi.
Tu affitti? Prima casa o meno tu paghi...

Infine quello che l'Italia dovrebbe colpire sono le "rendite" previdenziali concesse nei periodi socialisti ehm craxiani ehm volevo dire della FINE della prima repubblica. E' scandaloso che questo stato protegga gli anziani 1000 volte di più dei giovani. L'unico paese al mondo che invece del futuro tutela il passato (non artistico) della popolazione. Il discorso è lungo e i raeliani incalzano ma se si facesse come dico io i soldi basterebbero ed avanzerebbero...
Messaggio del 23-12-2010 alle ore 20:40:16
Secondo me a Lanciano ci sono stati troppi matrimoni tra consanguinei
Messaggio del 24-12-2010 alle ore 14:40:19
Mur,
mi spiace, hai una visione limitata delle imposte e della finanza pubblica, non si assoggettano ad imposta solo i redditi ma anche i consumi, il risparmio ed i patrimoni. La casa è il patrimonio ed il risparmio più importante per la maggior parte degli italiani. Si può discutere sulle aliquote, la base imponibile, il minimo imponibile, quello che vuoi tu, però il principio che chi più ha debba pagare di più è un criterio di giustizia sociale. Per quanto riguarda la critica al sistema previdenziale italiano del passato ti ricordo, umilmente, che le leggi tipo nella pubblica amministrazione vai in pensione con 15 anni 6 mesi ed 1 giorno sono figlie della cultura democristiana quanto quella comunista.
Messaggio del 24-12-2010 alle ore 17:35:41
Il Piccioso,

mi spiace ma sei tu ad avere una visione limitata. Chi più ha o meglio chi vive meglio è giusto che contribuisca rispetto a chi vive peggio. Io non discuto del pagamento ed infatti rispetto alla attuale formulazione tornerei a far pagare l'ICI anche alle chiese e alle onlus che producono reddito e anche alle prime case, se esse producono reddito. Sono per un maggior controllo e quindi per una maggiore giustizia sociale rispetto ai tanti espedienti tributari usati per non pagare l'ICI, quello che dico è che entro certi livelli di patrimonio in ambito personale o familiare non si può considerare la proprietà come un'impresa tout court.
Voglio ricordarti anche io umilmente che le leggi tipo nella pubblica amministrazione vai in pensione con 15 anni 6 mesi ed 1 giorno saranno anche figlie della cultura democristiana quanto comunista
E socialista ma furono fatte diventare da proposte a legge sotto il regime craxiano...
Messaggio del 24-12-2010 alle ore 18:42:51
Mur,
la maggior parte dei ministri e parlamentari del "regime craxiano" erano democristiani

Inoltre, per tua informazione, la norma contenuta nell'art. 42 comma 1 del D.P.R. 1092/73 (14 anni 6 mesi ed 1 giorno per andare in pensione nel pubblico impiego) è stata approvata durante il quinto Governo Mariano Rumor.
Messaggio del 05-01-2011 alle ore 20:52:55
Picciò, eja quanda sì fregn! Noi ciellini siamo d'accordo con te...


Mur,
quanto sei disonesto intellettualmente, sai benissimo che la Chiesa ed altre confessioni religiose, che hanno stipulato l'Intesa, ad eccezione dei metodisti e valdesi, prendono la quota anche di coloro che non hanno firmato a favore di una delle confessioni religiose firmatarie dell'Intesa con lo Stato italiano. E' una delle norme più immorali di finanziamento delle confessioni religiose e nessuno di coloro che pontifica sulla moralità si è mai degnato di stendere un velo pietoso su questa indegna forma di finanziamento truffaldino. E' stato giusto, a suo tempo, superare il meccanismo arcaico della congrua ma oramai è giunto il momento di mandare in pensione anche il sistema dell'8x1000. Lo Stato non può continuare a svolgere il ruolo di sostituto d'imposta per conto delle confessioni religiose. Uno Stato moderno al massimo permette al cittadino di detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi una percentuale delle proprie donazioni alle confessioni religiose, associazioni onlus, associazioni culturali e sportive.




Messaggio del 05-01-2011 alle ore 21:13:22
Dicembre 2010,
non dirmi che sono diventato il referente di Comunione e Liberazione...
Messaggio del 05-01-2011 alle ore 21:20:56
Ah ah ah ah ah!
Messaggio del 05-01-2011 alle ore 22:08:41
Chiedo scusa a MUR! Nel senso che non vorrei che mi fraintendesse...

Non condivido i concetti del Piccioso sulla "presunta disonestà intellettuale" di MUR che ho quotato, ma solo i suoi concetti sull'8x1000. MUR ha tutta la mia stima...
Messaggio del 06-01-2011 alle ore 02:09:34
Il Piccioso,

ehm dimentichi di dire che Mariano Rumor fu voluto e appoggiato dai socialisti eheheheh.... E, giusto perchè la memoria è meglio rifrescarcela vogliamo pubblicare la lista dei vari ministri legati al mondo del lavoro e da chi quella proposta fu voluta? Sicuro, sicuro che vuoi si pubblichi? Caro mio, i socialisti non solo non possono dare lezioni morali a nessuno ma dello stato avevano una visione come dire, ehm, elettorale? Non dico che i democristiani (o i comunisti o tutti gli altri) fossero meglio ma certamente la grossa fetta di responsabilità i socialisti l'avevano. E benchè si voglia far passare l'idea che tutti sbagliano e quindi tutti sono uguali direi che pervicaciemente continuo a sostenere che ci è responsabile per 1000 sia più grave di chi è responsabile di 500 o 100 perchè non sono uguali...

Parlare dell'età della pietra non serve, servono risolvere i problemi ma è certo che nel passato politicamente i socialisti siano stati in grossa parte e più di altri in proporzione colpevoli....
Messaggio del 06-01-2011 alle ore 11:41:20
Mentre i tuoi fratelli, non sono mai stati colpevoli di nulla, non è vero? E' vero, chiedo venia, loro in tutti questi secoli, hanno solo risolto tutti i problemi del mondo... Ma vai a pascolare il gregge sullo jabal musa va...
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Editato da Mk22 il 06/01/2011 alle 11:51:06
Messaggio del 06-01-2011 alle ore 13:09:25
X Mk22,

se per miei fratelli intendi i cristiani, ha sbagliato direzione e mira. I cristiani sanno perfettamente di essere peccatori ed in questo, lungo i secoli hanno cercato sempre di migliorarsi e progredire. A volte ci sono riusciti meglio altre volte peggio. I cristiani nella storia non sono esenti da colpe personali tuttavia questo riguarda ogni singolo uomo sulla terra qualsiasi sia la natura della propria fede, persino di quella atea.
Credi forse che i pagani siano tutti esempi di moralità? Pensi che nel passato gli Atei, allora come oggi, fossero tutti dei santi "laici"? Pensi che musulmani, ebrei o comunisti o anche anarchici siano esenti da colpe? L'uomo è l'uomo, capace delle più orride nefandezze e delle più sublimi eroiche virtù. E' il potere che ciascun anima ha. La differenza sta nella costanza con cui si ricerca il bene e lo si definisce.
Sempre utile è, inoltre, il ricordare che i propri errori passati sono quasi sempre di natura esclusivamente personale e che c'è differenza tra gli errori commessi 5000, 2000, 1000, 500, 100, 50 o persino 5 anni fa perchè la coscienza e la conoscenza dell'uomo sono in mutamento e sta a noi decidere quale sia un mutamento migliore rispetto al peggiore.

Sarà un caso che certi movimenti di pensiero (da quello liberale a quello comunista) e un progresso nei diritti anche individuali così come oggi vengono vissuti e difesi siano nate nelle terre dove il cristianesimo era o è ancora forza nella società? Forse il cristianesimo ha qualcosa in più che altri non hanno. La capacità di mettersi in discussione al fine di comprendere meglio Dio, l'amore e il messagio di Dio agli uomini. Puoi criticare il cristianesimo quanto vuoi ma se oggi ti puoi permettere di farlo è merito anche di quella Chiesa e di quelle chiese (cioè comunità di credenti) che hanno cercato di rendere la vita più degna anche per chi non crede... (cosa persaltro comune anche agli uomini di buona volontà anche di altre fedi come l'ateismo).
Messaggio del 06-01-2011 alle ore 17:52:09
Sanno di essere peccatori? Ne siamo sicuri sicuri? Dai su, fa per una volta la persona seria...
Migliorarsi e progredire? Seriamente dici? Non si direbbe proprio... Ti prego, ti ho chiesto di fare il serio...
Nessuno ha mai detto che i non cristiani siano rose e fiori, anzi... Non vuoi proprio farlo il serio, vero?
Cosa c'entra il comunismo, il socialismo, il liberismo e quello che ti pare con questo discorso? Era un esempio? E cosa c'entra tutta questa storiella con il vero argomento del post, cioè i Raeliani? Ma sei serio?
Si, il cristianesimo ha qualcosa in più delle altre, tipo ad esempio banche ecc... Dai parliamo dei Raeliani, come discorso è sicuramente più serio...
Io non critico, rido e prendo per i fondelli quelli che, nel 2011, credono ancora nelle favolette e di certo il cristianesimo ed i cristiani non mi hanno permesso di far nulla... Solo ridere
Per il resto dico... Fa la persona seria...
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Editato da Mk22 il 06/01/2011 alle 17:53:19
Messaggio del 06-01-2011 alle ore 18:48:44
Mur,
i tuoi fratelli non sono i cristiani ma i democristiani. I cristiani stanno in tutti i partiti, per fortuna i democristiani no.
Messaggio del 06-01-2011 alle ore 19:38:17
Infatti parliamo dei Raeliani clicca
Messaggio del 06-01-2011 alle ore 20:06:59
Mk,
leggiti questa favoletta (se hai il coraggio di leggerla) e poi mi racconti...


Il senso religioso

di Luigi Giussani

1. Di che si tratta

Per affrontare il tema del senso religioso in modo sgombro da equivoci e perciò più efficace ricondurrò la metodologia di tale lavoro a una triplice premessa.
Nell’abbordare la prima di esse vorrei citare come punto di approccio una pagina dal libro Riflessioni sulla condotta della vita di Alexis Carrel:

«Nello snervante comodo della vita moderna la massa delle regole che danno consistenza alla vita si è spappolata; [...] la maggior parte delle fatiche che imponeva il mondo cosmico sono scomparse e con esse è scomparso anche lo sforzo creativo della personalità [...]. La frontiera del bene e del male è svanita, [...] la divisione regna ovunque [...]. Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità».

Interrompo per osservare che qui Carrel usa il linguaggio di chi si è sempre dedicato a un certo tipo di studio, scientifico (ricordiamo che egli fu giovanissimo Premio Nobel per la medicina): la parola «ragionamento» potrebbe utilmente essere sostituita dalla parola «dialettica in funzione di una ideologia». Infatti la nostra — prosegue Carrel — è un’epoca di ideologie, nella quale cioè invece che imparare dalla realtà in tutti i suoi dati, costruendo su di essa, si cerca di manipolare la realtà secondo le coerenze di uno schema fabbricato dall’intelletto: «così il trionfo delle ideologie consacra la rovina della civiltà».

2. Il metodo di ricerca è imposto dall’oggetto: una riflessione sulla propria esperienza

Questo brano di Carrel ha bene introdotto il titolo della prima premessa: per una indagine seria su qualsiasi avvenimento o «cosa», occorre realismo.
Intendo con questo riferirmi all’urgenza di non privilegiare uno schema che si abbia già presente alla mente rispetto alla osservazione intera, appassionata, insistente del fatto, dell’avvenimento reale. Sant’Agostino, con un cauto gioco di parole, afferma qualcosa di simile con questa dichiarazione: «Io cerco per sapere qualcosa, non per pensarla».3 Tale dichiarazione indica un atteggiamento opposto a quello che è più facile ravvisa- re nell’uomo moderno. Se infatti sappiamo una cosa, possiamo dire anche di pensarla; ma sant’Agostino ci avverte che non è vero il contrario. Pensare qualcosa è la costruzione intellettuale, ideale e immaginativa, che noi operiamo in proposito; ma sovente concediamo troppo privilegio a qusto pensare, per cui senza rendercene conto — o addirittura anche giustificando l’atteggiamento che sto per definire — proiettiamo sul fatto ciò che ne pensiamo. L’uomo sano invece vuole sapere come un fatto sia: solo sapendo come è, e solo allora, può anche pensano.
Così, sulla scia della osservazione di Carrel e di quest’ultima di sant’Agostino, insisto nell’affermare che anche per l’esperienza religiosa è importante innanzitutto sapere come sia, di che cosa esattamente si tratti.
È chiaro comunque che, prima di ogni altra considerazione, dobbiamo affermare che proprio di un fatto si tratta, anzi del dato di fatto statisticamente più diffuso nell’attività umana. Non esiste infatti attività umana che sia più vasta di quella individuabile sotto il titolo «esperienza o sentimento religioso». Essa propone all’uomo un interrogativo su tutto ciò che egli compie, e viene perciò a essere un punto di vista più ampio di qualunque altro. L’interrogativo del senso religioso — come rivedremo — è: «che senso ha tutto?», e dobbiamo riconoscere che si tratta di un dato emergente nel comporta- mento dell’uomo di tutti i tempi, e che tende a investire tutta l’attività umana.
Se dunque noi vogliamo sapere come sia questo fatto, in che cosa consista questo senso religioso, il problema di metodo ci impegna subito in modo acuto. Come affronteremo tale fenomeno per essere sicuri di riuscire a conoscerlo bene?
Occorre dire che la maggior parte delle persone si affidano in questo — coscientemente o incoscientemente — a quello che dicono gli altri, e in particolare a quello che dicono coloro che contano nella società: per esempio, i filosofi che l’insegnante spiega a scuola, i giornalisti che normalmente scrivono sui quotidiani e sui periodici che determinano l’opinione pubblica. Come faremo a sapere che cosa è questo senso religioso: studieremo dunque quel che ne dicono Aristotele, Platone, Kant, Marx o Engels? Potremmo anche far così, ma usare innanzitutto questo metodo è scorretto. Il motivo è che non si può su quest’espressione fondamentale dell’esistenza dell’uomo abbandonarsi al parere di altri, per esempio assorbendo l’opinione più in voga o le sensazioni determinanti l’aria che respiriamo.
Il realismo esige che, per osservare un oggetto in modo tale da conoscerlo, il metodo non sia immaginato, pensato, organizzato o creato dal soggetto, ma imposto dall’oggetto. Se io mi trovassi seduto a parlare davanti a una sala piena di gente e avessi un notes sul tavolo, che parlando intravvedo con la coda dell’occhio, e io mi domandassi che cosa sia quel biancore che colpisce la mia vista, potrei pensare le cose più disparate: gelato sparso, un brandello di camicia, ecc... Ma il metodo per sapere di che cosa veramente si tratti mi è imposto dalla cosa stessa. Non potrei cioè dire che preferirei mettermi a contemplare un altro oggetto rosso in fondo alla sala o gli occhi di una persona in prima fila: se volessi veramente conoscere l’oggetto biancheggiante, dovrei necessariamente rassegnarmi a chinare la testa e a prenderne visione fissando gli occhi su di esso.
Vale a dire, il metodo per conoscere un oggetto mi è dettato dall’oggetto stesso, non può essere definito da me. Se al posto del notes di cui si parlava poc’anzi ipotizzassimo che sullo scorcio dell’occhio fosse possibile avere l’esperienza religiosa come fenomeno, anche in questo caso si dovrebbe dire che il metodo per conoscerla deve venire da essa suggerito.
Ora, che tipo di fenomeno è l’esperienza religiosa? Essa è un fenomeno che attiene all’umano, pertanto non può essere trattata come un fenomeno geologico o meteorologico. E qualcosa che riguarda la persona. Allora come agire? Poiché si tratta di un fenomeno che avviene in me, che interessa la mia coscienza, il mio io come persona, è su me stesso che devo riflettere. Mi occorre un’indagine su me stesso, un’indagine esistenziale.
Risolta tale indagine, allora molto utilmente ne confronterò i risultati con ciò che al riguardo viene espresso da pensatori e filosofi. E a quel punto in un simile confronto si arricchirà il dato che avrò raggiunto, senza il rischio di far assurgere a definizione un parere altrui. Se non si partisse dall’indagine esistenziale, sarebbe come chiedere la consistenza di un fenomeno, che vivo io, a un altro. Il che, se non fosse conferma, arricchimento o contestazione a seguito di una riflessione già personalmente intrapresa, renderebbe l’opinione altrui supplenza di un lavoro che mi compete e veicolo d’opinione inevitabilmente alienante. Di una questione importante per la mia vita e per il mio destino adotterei acriticamente un’immagine indotta da altri.

3. L’esperienza implica una valutazione

Ma quanto finora esposto è solo l’inizio del procedimento, perché dopo aver condotto un’indagine esistenziale è necessario saper emettere un giudizio a proposito dei risultati di tale indagine su noi stessi.
Evitare l’alienazione in ciò che altri dicono non esime dalla necessità di dare un giudizio su quanto in se stessi si è trovato nel corso della indagine. Senza una capacità di valutazione infatti l’uomo non può fare alcuna esperienza.
Vorrei precisare che la parola «esperienza» non significa esclusivamente «provare»: l’uomo sperimentato non è colui che ha accumulato «esperienze» — fatti e sensazioni — facendo, come si dice, di ogni erba un fascio. Tale accumulo indiscriminato genera spesso distruzione e vanificazione della personalità.
L’esperienza coincide, certo, col «provare» qualcosa, ma soprattutto coincide col giudizio dato su quel che si prova. «La persona è innanzitutto consapevolezza. Perciò quello che caratterizza l’esperienza non è tanto il fare, lo stabilire rapporti con la realtà come fatto meccanico [...]. Ciò che caratterizza l’esperienza è il capire una cosa, lo scoprirne il senso. L’esperienza quindi implica intelligenza del senso delle cose». Un giudizio esige un criterio in base al quale viene operato. Anche per l’esperienza religiosa occorre domandarsi, dopo aver svolto l’indagine, quale criterio adottare per giudicare quanto si è trovato nel corso di quella riflessione su se stessi.

4. Criterio per la valutazione

Domandiamoci allora: qual è il criterio che ci permette di giudicare ciò che vediamo accadere in noi stessi?
Due sono le possibilità: o il criterio in base al quale giudicare ciò che si vede in noi è mutuato dal di fuori di noi, o tale criterio è reperibile dentro di noi.
Nel primo caso ricadremo nell’evenienza alienante che abbiamo descritto prima. Se anche avessimo svolto un’indagine esistenziale in prima persona, rifiutando perciò di rivolgerci a indagini già svolte da altri, ma prelevassimo da altri i criteri per giudicarci, il risultato alienante non cambierebbe. Faremmo ugualmente dipendere il significato di ciò che noi siamo da qualcosa che è fuori di noi.
A questo punto però mi si potrebbe intelligentemente obiettare che, poiché l’uomo prima di esserci non c’era, non è possibile che possa darsi da sé un criterio di giudizio. Questo viene comunque «dato».
Ora, che questo criterio sia immanente a noi — entro di noi — non significa che ce lo diamo da soli: è attinto dalla nostra natura, vale a dire ci viene dato con la natura (dove la parola «natura» evidentemente nasconde la parola Dio, indizio cioè dell’origine ultima del nostro io).
Solo questa può essere considerata un’alternativa di metodo ragionevole, non alienante.
Il criterio per giudicare quella riflessione sulla propria umanità deve dunque essere immanente alla struttura originaria della persona.

5. L’esperienza elementare

Tutte le esperienze della mia umanità e della mia personalità passano al vaglio di una «esperienza originale», primordiale, che costituisce il volto nel mio raffronto con tutto. Ciò che ogni uomo ha il diritto e il dovere di imparare è la possibilità e l’abitudine a paragonare ogni proposta con questa sua «esperienza elementare».
In che cosa consiste questa esperienza originale, elementare? Si tratta di un complesso di esigenze e di evidenze con cui l’uomo è proiettato dentro il confronto con tutto ciò che esiste. La natura lancia l’uomo nell’universale paragone con se stesso, con gli altri, con le cose, dotandolo — come strumento di tale universale confronto — di un complesso di evidenze ed esigenze originali, talmente originali che tutto ciò che l’uomo dice o fa da esse dipende.
A esse potrebbero essere dati molti nomi; esse possono essere riassunte con diverse espressioni (come: esigenza di felicità, esigenza di verità, esigenza di giustizia, ecc...). Sono comunque come una scintilla che mette in azione il motore umano; prima di esse non si dà alcun movimento, alcuna umana dinamica. Qualunque affermazione della persona, dalla più banale e quotidiana alla più ponderata e carica di conseguenze, può avvenire solo in base a questo nucleo di evidenze ed esigenze originali.
Ipotizziamo davanti a noi il solito notes dell’esempio già fatto. Se qualcuno ci venisse accanto e ci dicesse seriamente: «Sei sicuro che sia un notes? E se non lo fosse?» la nostra reazione sarebbe di uno stupore venato di paura, come chi si trovi di fronte a un eccentrico. Aristotele diceva argutamente che è da pazzi chiedersi le ragioni di ciò che l’evidenza mostra come fatto. Nessuno potrebbe vivere a lungo e con sanità sulla linea di quelle assurde domande. Ebbene, questo tipo di evidenza è un aspetto di ciò che ho chiamato esperienza elementare.
Vorrei proporre un altro esempio, grottesco ma significativo. In un liceo il professore di filosofia spiega: «Ragazzi, tutti noi abbiamo l’evidenza che questo notes sia un oggetto fuori di noi. Non c’è nessuno che possa evitare di riconoscere che la sua prima impressione al riguardo sia quella di un oggetto fuori di sé. Supponete però che io non conosca quest’oggetto: sarebbe come se esso non esistesse. Vedete allora che ciò che crea l’oggetto è la nostra conoscenza, è lo spirito e l’energia dell’uomo. Tant’è vero che se l’uomo non lo conoscesse sarebbe come se non fosse». Ecco un professore «idealista», diciamo. Facciamo l’ipotesi che questo insegnante si ammali gravemente e che venga sostituito. Il supplente, informato dagli studenti del programma svolto, decide di riprendere l’esempio del professore assente. «Tutti noi siamo d’accordo — dice — che la prima evidenza è che questo sia un oggetto fuori di noi. E se non lo fosse? Dimostratemi che c’è, come oggetto fuori di me, in modo incontrovertibile»: ecco un professore problematicista, scettico o sofista. Ammettiamo ancora che per imprevedibili circostanze arrivi in quella classe un altro supplente di filosofia e che riprenda il discorso allo stesso punto. Dice: «tutti abbiamo l’impressione che questo sia un oggetto fuori di noi: è un’evidenza prima, originaria. Ma se io non lo conosco? È come se non esistesse. Vedete dunque che la conoscenza è un’incontro tra un’energia umana e una presenza. È un avvenimento in cui si assimila l’energia dell’umana coscienza con l’oggetto. Vedete dunque, amici miei, che occorrono due cose per la conoscenza: l’energia della nostra coscienza e l’oggetto. Come si produce tale unità? È domanda affascinante di fronte alla quale abbiamo potere fino ad un certo punto. È certo però che la conoscenza è composta di due fattori». È un insegnante «realista».
Abbiamo visto tre interpretazioni diverse dello stesso argomento. Quale delle tre sarà «giusta»? Ognuna di esse ha la sua attrattiva, ognuna esprime un punto di vista vero. Con quale metodo si arriverà a decidere? Occorrerà prendere in esame le tre opinioni e confrontarle con i criteri di quella che ho chiamato esperienza elementare: ai criteri cioè immanenti alla nostra natura, a quel complesso di esigenze, di evidenze con cui nostra madre ci ha fatti nascere. Dei tre professori chi utilizza un metodo più corrispondente all’esperienza originale? Il terzo rivela una posizione più ragionevole, perché tiene conto di tutti gli elementi in gioco; ogni altra metodologia cade in un criterio riduttivo.
Ho proposto questo esempio per insistere sulla necessità che la riflessione su di sé sia vagliata, per giungere a un giudizio, attraverso il confronto tra il contenuto della riflessione stessa e il criterio originale di cui siamo tutti dotati. Una madre eschimese, una madre della Terra del Fuoco, una madre giapponese danno alla luce esseri umani che tutti sono riconoscibili come tali, sia come connotazioni esteriori che come impronta interiore. Così, quando essi diranno «io», utilizzeranno questa parola per indicare una molteplicità di elementi derivanti da diverse storie, tradizioni e circostanze, ma indubbiamente quando diranno «io» useranno tale espressione anche per indicare un volto interiore, un «cuore» direbbe la Bibbia, che è uguale in ognuno di essi, benché tradotto nei modi più diversi.
Identifico in questo cuore ciò che ho chiamato esperienza elementare: qualcosa che tende a indicare compiutamente l’impeto originale con cui l’essere umano si protende sulla realtà, cercando di immedesimarsi con essa, attraverso la realizzazione di un progetto, che alla realtà stessa detti l’immagine ideale che lo stimoli dal di dentro.

6. L’uomo, ultimo tribunale?

Abbiamo detto che il criterio per giudicare del proprio rapporto con se stesso, con gli altri, con le cose e con il destino è totalmente immanente all’uomo, secondo il suggerimento della struttura originale. Ma nella convivenza umana ci sono miliardi di individui che si paragonano con le cose e con il destino: come sarà possibile evitare una generale soggettivizzazione? Vale a dire, il singolo uomo avrebbe tutto il potere di determinare il suo significato ultimo e quindi delle azioni a esso tese: non sarebbe questo un’esaltazione dell’anarchia, intesa come idealizzazione dell’uomo quale ultimo tribunale?
Ritengo del resto che, come il panteismo dal punto di vista cosmologico, l’anarchia dal punto di vista antropologico costituisca una delle tentazioni grandi e affascinanti dell’umano pensiero. Infatti, a mio avviso, solo due tipi di uomini salvano interamente la statura dell’essere umano: l’anarchico e l’autenticamente religioso. La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito: l’anarchico è l’affermazione di sé all’infinito e l’uomo autenticamente religioso è l’accettazione dell’infinito come significato di sé.
Personalmente ho intuito ciò con chiarezza molti anni fa, quando un ragazzo è venuto a confessarsi da me spinto dalla madre. Egli in realtà non aveva fede. Abbiamo cominciato a discutere e, a un certo punto, di fronte alla valanga dei miei ragionamenti, ridendo mi dice: «Guardi, tutto ciò che lei si affatica a espormi non vale quanto sto per dirle. Lei non può negare che la vera statura dell’uomo è quella del Capaneo dantesco, questo gigante incatenato da Dio all’inferno, ma che a Dio grida: “Io non posso liberarmi da queste catene perché tu mi inchiodi qui. Non puoi però impedirmi di bestemmiarti, e io ti bestemmio”. Questa è la statura vera dell’uomo». Dopo qualche secondo di impaccio ho detto con calma: «Ma non è più grande ancora amare l’infinito?». Il ragazzo se n’è andato. Dopo quattro mesi è tornato a dirmi che da due settimane frequentava i sacramenti perché era stato «roso come da un tarlo» per tutta l’estate da quella mia frase. Quel giovane sarebbe morto di lì a poco in un incidente automobilistico.
Realmente l’anarchia costituisce la tentazione più affascinante, ma è tanto affascinante quanto menzognera. E la forza di tale menzogna sta appunto nel suo fascino, che induce a dimenticare che l’uomo prima non c’era e poi muore. E pertanto pura violenza ciò che può fargli dire: «Io mi affermo contro tutti e contro tutto». E molto più grande e vero amare l’infinito, cioè abbracciare la realtà e l’essere, piuttosto che affermare se stessi di fronte a qualsiasi realtà.
Perché in verità l’uomo afferma veramente se stesso solo accettando il reale, tanto è vero che l’uomo comincia ad affermare se stesso accettando di esistere: accettando cioè una realtà che non si è data da sé.
Ecco perché il criterio fondamentale con cui si affrontano le cose è il criterio oggettivo con cui la natura lancia l’uomo nell’universale paragone, dotandolo di quel nucleo di esigenze originali, di quella esperienza elementare di cui tutte le madri allo stesso modo dotano i loro figli. E solo qui, in questa identità dell’ultima coscienza, il superamento dell’anarchia. L’esigenza della bontà, della giustizia, del vero, della felicità costituiscono il volto ultimo, l’energia profonda con cui gli uomini di tutti i tempi e di tutte le razze accostano tutto, al punto che essi possono vivere tra loro un commercio di idee oltre che di cose, possono trasmettersi l’un l’altro ricchezze a distanza di secoli, e noi leggiamo con emozione frasi create migliaia di anni fa dagli antichi poeti con un’impressione di suggerimento al nostro presente, come talvolta non deriva dai rapporti quotidiani. Se c’è una esperienza di maturità umana è proprio questa possibilità di addentrarsi nel passato, di accostarsi al lontano come fosse vicino, come fosse parte di sé. Perché ciò è possibile? Perché questa esperienza elementare, come dicevamo, è sostanzialmente uguale in tutti, anche se poi sarà determinata, tradotta, realizzata in modi diversissimi, apparentemente persino opposti.
La sfida più audace a quella mentalità che ci domina e che incide in noi per ogni cosa — dalla vita dello spirito al vestito — è proprio quella di rendere abituale in noi il giudizio su tutto alla luce delle nostre evidenze prime, e non alla mercé di più occasionali reazioni.
Anche questi occasionali pareti sono indotti da un contesto e da una storia, e anch’essi debbono essere attraversati, perché le nostre esigenze originali siano raggiungibili. Il modo di concepire il rapporto tra l’uomo e la donna, per esempio, benché vissuto come fatto intimo e personale, è in realtà ampiamente determinato sia dalla istintività propria, che crea valutazioni per nulla in linea con l’esigenza originale dell’affetto, sia dall’immagine di amore creatasi nell’opinione pubblica.
Occorre perforare sempre tali immagini indotte dal clima culturale in cui si è immersi, scendere a prendere in mano le proprie esigenze ed evidenze originali e in base a queste giudicare e vagliare ogni proposta, ogni
suggerimento esistenziale.
L’uso dell’esperienza elementare, o del proprio «cuore», è dunque impopolare soprattutto di fronte a se stessi, poiché quel «cuore» appunto è l’origine dell’indefinibile disagio da cui si viene presi quando, ad esempio, si è trattati come oggetto di interesse o di piacere. La propria esigenza di uomo o di donna è ravvisabile come diversa: è esigenza di amore, ed è purtroppo miseramente facile a essere alterata.
Incominciamo a giudicare: è l’inizio della liberazione.
Il ricupero dell’esistenziale profondo, che permette questa liberazione, non può evitare la fatica di andare controcorrente. Si potrebbe chiamare lavoro ascetico, dove con la parola ascesi si indica l’opera dell’uomo in quanto cerca la maturazione di sé, in quanto è direttamente centrato sul cammino al destino. E un lavoro, e non è un lavoro ovvio; è qualcosa di semplice, ma non scontato.
Quanto finora detto è da riconquistare, ma viviamo in un’epoca in cui l’esigenza di tale riconquista è più chiara che mai, benché in ogni tempo l’uomo abbia dovuto lavorare per riconquistare se stesso.
In termini cristiani questa fatica fa parte della «metanoia», o conversione.

Messaggio del 06-01-2011 alle ore 20:09:01
isto dicembre però..
Messaggio del 07-01-2011 alle ore 08:50:40


Messaggio del 07-01-2011 alle ore 10:09:17
siete una massa di zappaterra
Messaggio del 07-01-2011 alle ore 12:34:03
alè
Messaggio del 07-01-2011 alle ore 14:52:13
La negazione della verità non è una forma di cultura. Le parole di questa canzone sul crocifisso sono verissime e ognuno di voi le ha già sperimentate...

Messaggio del 09-01-2011 alle ore 17:59:59
X Mk22

Sai dove abbonda il riso? In due posti nelle risaie e sulla bocca degli stolti. La tua risposa dimostra quanto poco sia ascoltare, quanto poco sai comprendere le argomentazioni altrui quanto molto sei distante da un verità minimamente credibile. La risata è la prima linea di difesa di chi non ha più argomenti :- ).

X Il Piccioso

Le tue opinioni non mi interessano quello che rilevo è che purtroppo a differenza dei democristiani che almeno sono riconoscibili i socialisti si mischiano ovunque, portando la loro carica di disastri ; - )

X Animamundi

Postare immagini grandi e/o consecutive è una grave violazione della Netiquette ed è altamente maleducato nei confronti di chi legge e tenta di argomentare... Si evitino risposte prive di senso ci si adegui a un modo consono di postare... Grazie

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