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Bianchi, aperto un fascicolo

Bianchi
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Ieri l'incontro con il figlio del tifoso: pace con la maglietta
GIANLUCA ODDENINO
Una stretta di mano, un sorriso, i saluti dei giocatori e la maglietta in dono da indossare già questa domenica per Toro-Modena. L'appello granata per ospitare i tifosi coinvolti (padre e figlio) nella zuffa con Rolando Bianchi, nato dopo il gol del pari con l'Ancona, è stato subito raccolto da Massimiliano, teen-ager torinese, che ieri ha bussato alla Sisport per ricevere le scuse del Toro. Era solo e non accompagnato dal padre, impegnato col lavoro, ma lo sguardo di stupore del giovane tifoso questa volta era per l'incontro ravvicinato (e pacifico) col suo campione preferito. «Bianchi era il mio idolo - racconta dopo la visita - ed ora lo è ancora di più. Mi spiace tanto per quello che è successo lunedì sera, ma non è stato nulla di grave e tutto è superato».

Un po' stranito per un pomeriggio diverso dal solito («E' stato emozionante»), Massimiliano ha avuto modo di poter parlare e conoscere direttamente Bianchi. Il bomber gli ha chiesto scusa per quel scatto d'ira, culminato con l'invasione in tribuna, e per farsi perdonare gli ha regalato la maglietta col numero nove. Poi il ragazzo si è gustato l'allenamento del Toro e la chiacchierata con Colantuono. «Lo ringrazio tantissimo - dice - e domenica sarò allo stadio per fare il tifo». Sperando che il suo esempio possa essere trasmesso anche al padre, la giornata della riconciliazione potrà aiutare Bianchi dal momento che la Procura federale ha aperto un fascicolo per accertare le responsabilità dell'episodio. Ieri l'Ansa riportava la notizia della valutazione del caso da parte degli uomini di Palazzi e la possibilità di un interrogatorio di Bianchi che verrebbe chiamato a spiegare il suo comportamento.

Il giocatore rischierebbe una multa per violazione dell'articolo 1 (lealtà sportiva), così come accadde per Sereni nella passata stagione dopo aver insultato alcuni tifosi con un gestaccio, ma nel Toro si evitano processi. «L'episodio per noi è chiuso - commenta Simone Loria, leader dello spogliatoio - perché Bianchi sa cosa ha fatto e sa cosa non doveva fare. Il suo sfogo mi ha sorpreso: lui ha sbagliato, ma era anche preso dall'adrenalina di una partita che si voleva vincere».