Cultura & Attualità

umano troppo umano
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 00:15:25
piuttosto che innamorarci DI nulla, preferiamo innamorarci DEL nulla.

ontologizzazione del nulla, CIOE', ciò che NON è PER definizione, di colpo, è.

corto circuito delle categorie grammaticali e semantiche. visioni metafisiche di nomi, verbi...persino pronomi.

eppure. eppure nonostante questi slanci d'amore verso il metafisico, nonostante la nostra anima abbia ali per volare verso vette inesplorate, le nostre grammatiche continuano ad essere così aridamente logiche.

bisognerebbe decidersi

anche questo è umano troppo umano
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 12:09:07
Credevo che avessi dedicato la tua vita al rim-job, debbo ricredermi allora!!!!
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 12:17:10
bisognerebbe decidersi cioè se le nostre logiche sono complete o incomplete. e trarne le dovute conclusioni.

bisognerebbe altresì decidere se le nostre metafisiche hanno un senso oppure no.

anche ciò sarebbe da decidere.

ma questo non sarebbe...umano troppo umano
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 12:21:21
Ma a una metafisica gli fai metàrimjob??


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Editato da Il Solipsista il 27/01/2011 alle 12:21:41
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 12:26:52
Deleuze, a quanto pare è stato dimostrato che le logiche sono incomplete... quindi non c'è molto da discutere a riguardo.
È stato altresì dimostrato che tutto ciò che è "umano troppo umano" e basato su un insieme di assiomi è incompleto.

Le metafisiche per come la vedo io si "salvano" (virgolette necessarie) solo in quanto non sono assiomatiche.

Nonostante ciò trovo interessante lo spunto di riflessione... se le grammatiche sono sufficienti al fine di descrivere intuizioni metafisiche, ma questa riflessione è di fatto metafisica... quindi ha senso una tale domanda?
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 13:34:05
è proprio questo il punto. le grammatiche non sembrerebbero essere sufficienti a descrivere la metafisica.

quindi delle due l'una: o le logiche sono una creazione incompleta dello spirito umano, e quindi la metafisica è il completamento di tali logiche (e quindi non si capisce come "dare voce" all'afflato metafisico), oppure la metafisica è un goffo tentativo di sopravanzare la logica (grammaticale, matematica).

ripeto: come si fa ad innamorarsi DEL nulla? sotto che categoria bisognerebbe includere questo "nulla" per far in modo che non ci sia corto circuito?

oziosa questione da grammatici, o da teologi...il che potebbe essere lo stesso?
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 14:50:30
chiedilo a lei
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 15:00:48
chissè di risposte ne ha a manetta
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 15:05:39
Delux perchè scrivi certe cose in certi termini??



cmq delle due l'una. O anche l'altra.

Messaggio del 27-01-2011 alle ore 15:18:13
Mettendolo per iscritto, così, sei già andato in cortocircuito.
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 15:50:11
quindi il corto circuito sarei io?

naaaa. non sono così importante. deve esserci dell'altro.
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 23:16:54
Oddio, saresti un po' schizzato se lo pensassi... anche perché io sono sicuro di esistere... ma di voi non so che dire... lo schizzato potrei essere io


oziosa questione da grammatici, o da teologi...il che potebbe essere lo stesso?



O visto che ho chiamato in ballo Gödel, anche da matematici?
In generale da burocrati del pensiero.

La stessa domanda può essere posta per il concetto di libertà. Nel momento in cui la categorizzi, non è più libera di essere ciò che vuole, ergo la libertà è come il nulla, ovvero la libertà non esiste

E comunque la categoria del nulla è "nessuna" o "altro" o "negazioni di quantificatori universali" ... fa tu.
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 23:48:40

La stessa domanda può essere posta per il concetto di libertà. Nel momento in cui la categorizzi, non è più libera di essere ciò che vuole, ergo la libertà è come il nulla, ovvero la libertà non esiste


Appunto.
Per questo parlavo di corto circuito, non riferito a te in generale ma nell'applicazione specifica.
Bisogna essere certi della propria finitezza e dei limiti, sempre: altrimenti, finiamo a passare le notti a cercare di creare una sintesi semantica per l'infinito.

Nella costrizione, c'è la migliore libertà.
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 00:48:38
allor

secondo me goedel ed il suo modo matematico di vedere la logica non può essere applicato qui. il linguaggio è si una logica, ma differisce da quella puramente matematica. il linguaggio, se vogliamo, va + terra terra della matematica; ha necessità di esprimere. è la sua natura. e lo fa con le categorie e con gli ogetti che ha a disposizione. che non sono infiniti, come virtualmente quelli della matematica
in realtà la metafisica non ci è mai servita realmente; lo sviluppo del linguaggio nel tempo lo dimostra. esso non si è mai riuscito ad adeguare alle arditezze del pensiero metafisico. l'essere, come dimostrava il vecchio professore di friburgo, piuttosto che creare un linguaggio per rappresentare l'epopea e gli sviluppi del pensiero astratto, ha preferito perdersi nell'oblio. esso diventa oblio.

l'oblio comporta anche la dimenticanza delle regole. del linguaggio ad esempio. esempio:

io amo il nulla

voi non ci leggete un corto circuito qui?

Messaggio del 28-01-2011 alle ore 00:54:24
era di Meßkirch heidegger...morì a friburgo...
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 00:59:55
È lapalissiano, ma è altresì evidente che è una questione di gusti... io preferisco la cara vecchia F.I.G.A.
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 01:03:02
ah beh i gusti so gusti
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 01:20:24
cioè...

non puoi ontologizzare il nulla. puoi declinare in nomi comuni e nomi propri il nichilismo, ma non il nulla. esso, lo ripeto, da un punto di vista semantico e concettuale è un corto circuito.

la cosa carina è che i corto circuiti rappresentano delle crepe. e col tempo mi sono convinto che la verità, piuttosto che essere nascosta dietro veli, risale in forma gassosa da crepe nel terreno; come degli improvvisi e repentini frammenti di campi flegrei.

una parola sulla libertà:
a mio avviso la specie umana è ancora troppo giovane per poter elaborare compiutamente una definizione di libertà appena non risibile. perchè quelle che abbiamo oggi lo sono ampiamente (risibili)
libertà negativa, libertà positiva. ma si può definire un concetto attraverso addizioni o sottrazioni? libertà IN qualcosa: teologie, sociologie. soluzioni talmente stanche che non riescono più nemmeno a camminare-

al momento, la libertà sembra essere una meretrice.
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 01:25:28
del-ab ma tipo cambiare pusher o regolarti in quantita' e qualita' in proporzione all'eta' che avanza no, eh?
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 02:26:25
Bene,
avete camminato, studiato e volato abbastanza, avete esplorato lidi impossibili e adesso? Siete arrivati all'amore per il nulla... Crepe. CORTOCIRCUITO. Il binario morto. Naaaaaa. Secondo voi deve esserci qualcos'altro. Qualcosa che non riuscite a percepire. Si può percepire il nulla? Lo potete assorbire? Lo potete AMARE? E tanto per essere apparentemente banali: il nulla gradirebbe il vostro amore? Giustamente la verità emerge dalle crepe del cortocircuito come sostanza gassosa... Possiamo dire che la verità vi sta facendo notare che avete sbagliato percorso? Avete sprecato il vostro tempo? Noooo. Troppo banale, vero? Troppo basso. Troppo poco nobile. Eppure Dio si diverte a rivelarsi alle persone che lo combattono. O Dio o il buio. O Dio o la solitudine. Meglio il nulla, va... Tanto io non capisco niente.
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 08:59:26
.. e ci chiediamo perché Nietzsche è finito in cura psichiatrica?


« Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te »
(Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male)

Buongiorno, non lo seguite, rischiate grosso, un po' di vita più al naturale
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 12:12:10
Deleuze, ciò che dici è tanto vero per il nulla, quanto in misura più ridotta per qualsiasi negazione di un concetto derivante da sintetisi di oggetti reale in una categoria. Il nulla è solo la negazione della categoria più ampia, il tutto.

Riprendendo il discorso sulla libertà, questa può essere definita come l'assenza di vincoli, ma di fatto non esiste un esempio assoluto di libertà, mentre potresti fare N esempi di vincoli, mentre tutti gli esmpi di libertà possono essere confutati, la libertà di agire è comunque vincolata perchè esiste un limite, la libertà di pensiero stessa è limitata dalle capacità di pensare, dal tempo dalla struttura fisica del cervello etc.

Sono d'accordo che la libertà è puttana, ma esistendo i gradi di libertà, non è che questa sia solo una scala, un qualcosa di relativamente misurabile, e quindi... addizionabile e sottraibile? In ogni caso è puttana, perché come ho detto un po' scherzando, in realtà non esiste, la libertà concettualmente infinita è concretamente un compromesso che può migliorare o peggiorare.

Interessante la rappresentazione dell'incompletezza della grammatica come un'insieme di crepe attraverso cui fluisce la verità... come aria: la puoi respirare, ma non la puoi vedere, sai che c'è, la senti ma non la puoi toccare?


avete camminato, studiato e volato abbastanza, avete esplorato lidi impossibili e adesso?


Contraddizione a parte... e a desso? Adesso piscio quando ne sento il bisogno e mangio quando ho fame.

Siete arrivati all'amore per il nulla...


Ti sbagli, tu sei arrivato all'amore per il nulla, io sono più vicino a "Dio" di te per come la vedo io.

Tanto io non capisco niente


Almeno in qualcosa siamo simili
Monique, grazie per averci donato qualcosa che non possedevi. Qualcosa di non tuo.
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 13:39:09
l'intervento di dicembre2010 non l'ho capito, e non mi sembra nemmeno pertinente, quindi non posso rispondere.
monique, posto che qui non si sta parlando di nietzsche (il titolo è stato rubato per altri fini), mi chiedo se ti senti di dare lo stesso cosiglio a:
heidegger, jaspers, bataille, horkeimer, adorno, habermas, loewith, deleuze, derrida, foucault, kossowski ed alcuni altri importanti pensatori del 900. loro hanno seguito le "tracce" lasciate da nietzsche.
ma forse tu sei una pensatrice di ben più alta caratura rispetto a quelli da me citati, quindi il tuo giudizio DEVE necessariamente essere superiore.
troppo facile cercare una citazione su internet, e non capire NEMMENO di che cosa parla quella citazione

a gipsy gli rispondo + tardi (bella compà hai beccato il punto del discorso )
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 15:41:41
no Deleuze,
non ne facevo una questione filosofico-esistenziale-teoretica. Solo, timidamente, CONSEQUENZIALE.


Oltretutto mi sono fermata alle scuole piccole, quindi non mi permetto di entrare in ambiti troppo alti. Però strada facendo (Baglioni a parte) la vita mi ha riservato una cultura indiretta. Da vivere. E comunque GRAZIE!
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 16:03:57
ah quindi hai scritto tanto per scrivere?
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 16:54:04
chi si accontenta gode
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 17:11:03
ma quindi la supercazzola è prematurata?
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 17:38:58
tanto per scrivere?
ho scritto perché seguirlo porta su una brutta strada: la follia non è per tutti.
Messaggio del 28-01-2011 alle ore 17:41:48
Rim-Job
Messaggio del 29-01-2011 alle ore 10:54:21
vabbò cretinate a parte...

l'uomo non ha ancora superato il nichilismo (che peraltro è stato dimostrato accompagna il corso della sua storia) proprio perchè in primo luogo non ha ancora capito né il concetto del nulla, né che tale concetto a ben vedere è una impossibilità, né che le categorie logiche del nostro linguaggio tradiscono questa impossibiltà. esse (le categorie) esperiscono l'impasse soffocato quando si trovano a subire la pressione della metafisica verso la creazione di un sostantivo per ciò che strettamente - non è - .
la mia teoria è che il nostro linguaggio è piuttosto razionale. e che, nonostante imperfetto, sia discretamente sufficiente a se stesso. laddove esso si esprime sull'unica cosa su di cui si dovrebbe esprimere, il sensibile. quando poi si decide di creare la vita metafisica, emanazione di un centro di potere, forte perchè accorto ed in grado di reiterare e replicare sé stesso all'infinito, il linguaggio, che non è preparato a tale compito, fallisce e crea corto circuiti. per amor di verità, si dovrebbe avere il coraggio di ammettere che il linguaggio non è mai stato, e non sarà mai in grado, di reggere la sfida metafisica.

la metafisica è il nulla del linguaggio. non è né il grado zero né il grado superiore del linguaggio. il linguaggio "vive" nei sensi. fuori dai sensi esso è come l'albatros di baudelaire.

per concludere: abbiamo una serie di aneliti che il nostro linguaggio non riesce ad esprimere. questi aneliti sarebbero nichilistici. essi sarebbero il nulla. ma il nulla, in senso stretto, NON è. eppure noi lo facciamo "essere", nominandolo e mettendolo in una categoria (sostantivi). violentiamo in giusta misura anche il verbo essere (massì, in barba alla logica, facciamo essere ciò che non è). questa azione di forza sulle categorie semantiche e grammaticali schiaccia la realtà. la realtà comincia a creparsi. ecco finalmente, che da una crepa comincia a fumare la verità. uhm...le verità, meglio.
Messaggio del 29-01-2011 alle ore 21:42:31
Tre tipi di lancianesi. Ho provato a classificare i lancianesi in tre categorie: le persone di valore, i delinquenti e i miserabili. Non li ho separati in base alle classi sociali, alle differenti professioni o al livello culturale, ma in base al senso morale; dunque tre tipi che abbracciano tutta la società lancianese. I primi sono le persone coerenti che tendono al bene e alla ragione. I secondi sono le persone di strada che si sono fatte da soli e hanno il senso dell’onore e gli ultimi sono gli ipocriti, le persone senza valore. Secondo me ci siamo rapportati tutti con questi tre ordini di lancianesi. Noi tutti cerchiamo di valere di fronte agli altri, cerchiamo di avere un contesto sociale che ci riconosca come persone di un certo valore. Ora le persone di valore delle tre categorie hanno valori a sufficienza per riconoscere anche i nostri valori, cosa che sanno fare anche i delinquenti attraverso il senso dell’onore. I miserabili, invece, siccome non hanno valore non riescono neanche a riconoscere i nostri valori: questi sono le persone con le quali perdiamo il nostro tempo senza mietere nessun risultato. Con i miserabili è inutile disquisire. Per valere qualcosa di fronte a loro possiamo fare i quintupli salti mortali, non li smuoveremmo. Possiamo portare un circo intero con trapezisti, giocolieri, pagliacci, serpenti e bestie feroci ridacchierebbero di noi e ci tratterebbero come dei buoni a nulla, perché sono loro i buoni a nulla. Talvolta fingono di entusiasmarsi in nostra presenza per le gesta di qualcuno e allora anche noi facciamo qualcosa di simile per smuovere i loro animi, ma è solo una trappola e ridacchiano di fronte ai nostri tentativi. Sono infastiditi da qualsiasi forma di aiuto e da qualsiasi forma di amore e si offendono terribilmente quando li consideriamo con questi due valori. Sono i tiepidi, sono gli ipocriti, sono i ciucci e presuntuosi, i vigliacchi scivolosi di Lanciano; sono gli unici che Gesù ha maledetto. Li vedete? Si portano ancora le maledizioni di Cristo appese sulle loro teste. Sono nulli e non servono a niente.
Messaggio del 29-01-2011 alle ore 22:00:13
Delé,
embé? Ma l'hai letto l'inferno di Dante?
Messaggio del 29-01-2011 alle ore 22:10:21
cmq o sono io che sono asino...ma davvero non ti capisco quando scrivi e soprattutto a cosa ti riferisci...

si cmq l'ho letta la fottuta commedia...
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 00:41:47
Dicembre, l'unica risposta valida te l'ha data il solipsista: rim-job. Senza offesa, ma un rim-job entra nella disquisizione quanto la tua categorizzazione dei lancianesi ed i tuoi continui riferimenti teosofici.
Cosa c'entrano? Io per te sarei di valore, un delinquente od un miserabile?

Prima che mi rispondi, ti dico cosa sei tu per me, sei una persona coi paraocchi, estremamente convinta che la strada giusta sia quella di fronte a te perché non ne vedi altre. Il problema è che spesso persone come me ti attraversano la strada perché devono andare in una direzione che non c'entra niente con la tua, e tu con la presunzione che la tua sia l'unica strada percorribile cerchi di convincerli a cambiare strada. Al che, i più scorbutici ti mandano allegramente a cagare, e tu ti dici "io volevo solo ravvederli e questi maleducati mi mandano a cagare? che miserabili", i più educati ti ignorano oppure cercano di spiegarti che ci sono altre strade, che finché porterai i paraocchi, purtroppo o per fortuna non potrai vedere.


Deleuze, mi sfugge una cosa, tra il pensiero puro ed il linguaggio comunque c'è un rapporto, la categorizzazione avviene prima ad un livello interiore, cerebrale, e poi viene espressa col linguaggio, viene formulata in termini adatti alla comunicazione.
Ora, il fatto che i metodi comunicativi derivino dall' esperienza implica che il linguaggio sia più adatto ad esprimere realtà tangibili e diventi sempre meno potente e più complesso da utilizzare nell'espressione di concetti. E fin qui ti seguo, o meglio seguo il tuo ragionamento fino alla fine.

Ciò che mi chiedo in realtà è poiché la sintassi si morde la coda quando cerca di esprimere e in qualche modo descrivere l'indescrivibile... credi che il pensiero umano sia a sua volta in crisi in tali situazioni, oppure sia una mera "incomunicabilità"?
Perché a mio avviso è il pensiero stesso ad entrare in crisi in mancanza di esempi, e non il linguaggio.
Se non ho capito male per te questo dualismo pensiero-linguaggio è meno marcato di come l'ho presentato io, e se ne vanno tranquillamente a braccetto, con il pensiero che ogni tanto vorrebbe elevarsi verso vette inesplorate senza per altro riuscirci del tutto, e facendo violenza al suo doppione, più tardo e con i piedi ben piantati a terra.



P.S. Dicembre, in realtà non mi interessa cosa sono per te, era solo per pungere la tua curiosità e spingerti a leggere oltre
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 00:51:10
gipsy tu si bbrave addavere mo ho sonno e non riesco a rispondere compiutamente, ma domani ci torno e rispondo.

gute nacht mein freund
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 08:39:33
gute morgen, und vielen dank für deine Wort

Tu sei decisamente meglio, visto che sto riflettendo su un discorso che hai proposto tu
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 11:17:14
L'essere umano a volte deve fare i conti con le cose materiali, anzi lo deve fare tutti i giorni e non può concentrarsi solo sul pensiero, sul volo ma è costretto a dei compromessi. Ogni giorno deve lottare per la pagnotta, però potrebbe mangiare di meno e pensare di più.
Conosco però molte persone che non se ne fregano niente della dignità e del rispetto e si magnano pure i vicini, a volte pure i figli o i genitori. Questi pensano solo a se stessi e ad affermare la loro superiorità sugli altri e non hanno nessuna prospettiva di crescita interiore ma solo esteriore.
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 11:22:42
aggiungo solo che l'unico mezzo di comunicazione di questi ultimi sono i pacchi di quattrini.

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