Messaggio del 27-04-2010 alle ore 22:38:24
Il cappellano del nosocomio di Rossano, in provincia di Cosenza, sabato scorso aveva saputo che la mattina presto era stato eseguito un aborto terapeutico nel suo ospedale, e verso le 12, dopo aver celebrato la messa e aver fatto il giro dei malati nelle corsie, si è avviato nella sala operatoria dove era avvenuta l’interruzione di gravidanza, per pregare per un’altra anima mai venuta al mondo.
Il prete si è avvicinato al tavolo di metallo dove, in un fagottino di tela bianca, era stato deposto il feto di 22 settimane abortito da oltre quatto ore… e con orrore ha notato un movimento. Quando ha scostato il telo ha potuto constatare che il feto non solo non era morto, ma era ancora vivo, respirava e si muoveva, nonostante il cordone ombelicale non legato, il tempo trascorso dall’uscita dall’utero materno, e il freddo dell’aria condizionata, sempre accesa in sala operatoria. Fatta la drammatica scoperta il cappellano ha chiesto aiuto, ha protestato per la mancanza di cure e di assistenza e quindi il piccolo bambino abortito è stato infilato in un’incubatrice di Neonatologia nell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza dove ha smesso di respirare ben due giorni dopo, lunedì mattina.
La Procura ha aperto un’inchiesta e l’opinione pubblica griderà allo scandalo e all’orrore per questo caso. Ma è necessario sapere che casi del genere succedono di frequente. Proprio così.
Una gravidanza regolare dura quaranta settimane, per cui se un feto viene abortito oltre la metà delle settimane di gestazione, ma spesso anche prima, è molto probabile che nasca vivo. Anzi molto spesso nasce vivo. In sala operatoria il medico abortista consegna il feto abortito, a cui non viene legato il cordone ombelicale per accelerarne la morte, né viene riservata alcun tipo di assistenza, ad un’infermiera che lo avvolge in un fagotto di garze, appunto, e lo pone su un tavolino lì vicino, mentre le attenzioni di tutti i presenti si concentrano nuovamente sulla donna adulta e viva, che ha appena partorito, spesso in anestesia, mentre il feto appena nato viene abbandonato in solitudine al suo destino, che è appunto quello di essere stato abortito. Nessuno dell’équipe medica e infermieristica operativa e in nessun modo ha l’autorizzazione, il compito, e la facoltà di sopprimere il feto nato vivo, né di accelerare la sua fine, per cui si attende, lasciandolo senza assistenza medica né assistenza terapeutica, che la vita, o la morte, faccia il suo «naturale» decorso.
Molte volte, come nel caso di Cosenza, un feto, anche se malformato, può resistere in vita anche diverse ore, con grande disagio ed imbarazzo del personale infermieristico che non può interrompere il servizio, né rendere agibile la sala operatoria per un altro intervento, prima che tutto il precedente sia compiuto e che la procedura sanitaria successiva sia terminata e certificata.
Non c’è nemmeno una norma o legge che impegni il personale sanitario a monitorare il feto che nasce vivo, o a praticare su di lui alcunché, anche perché il medico che interrompe la gravidanza è abilitato appunto all’esecuzione dell’aborto, e quindi alla eliminazione definitiva del feto stesso.
Coloro che parleranno di questo caso come «caso raro», mentono o non conoscono, o non hanno mai frequentato le sale ginecologiche né le sale operatorie, in genere allestite per la salvaguardia e la tutela della vita umana, ma talvolta adibite a scopi opposti.
Messaggio del 28-04-2010 alle ore 08:58:08
Non so se essere sicura della veridicità dell'articolo..................cioè del fatto che il feto (pardon il bambino era vivo o morto) ........................di una cosa sono sicura che qualcuno l'ha UCCISO....................
prima o dopo non fa differenza se rimaneva nel ventre della mamma sarebbe nato, sarebbe cresciuto e sarebbe diventato come tutti noi!
E NOI NON SIAMO NESSUNO PER DECIDERE SULLA VITA E SULLA MORTE DI UNA CREATURA............................................
A volte vi scandalizzate di più quando si parla di maltrattamenti sugli animali (giusto!) e vi pare ovvio che si possa uccidere un bambino????
Sapete che penso: molti di voi hanno un cane, un gatto o un canarino e non un figlio....................perche chi ha figli non può parlare di aborto come di una visione di un punto di vista o di un diritto.
Una legge è giusto che ci sia ma stiamo attenti a non banalizzare!
l'aborto terapeutico non è semplicemente un aborto, ma è l'aborto di un feto malformato, di un possibile bambino malato ed infelice, destinato a vivere poco, male e a soffrire tanto.
Dio mi perdoni.
quote:
sarebbe cresciuto e sarebbe diventato come tutti noi!
su questo ho dei dubbi. ------------ Editato da Crasso il 28/04/2010 alle 09:14:46
Messaggio del 28-04-2010 alle ore 09:20:22
La notizia e il modo di riportarla hanno sicuramente un impatto emotivo molto forte: su questo non ci piove. Ma se si riesce ad andare un attimo oltre al proprio partito preso, si riesce anche a razionalizzare e a capire che qui i soliti discorsi pro o contro una legge che permetta l'aborto, non c'entrano proprio nulla.
Si può discutere sul vuoto legislativo che si crea dal momento in cui questo feto abortito riesce a sopravvivere (che è comunque una parola grossa) e nessuno è autorizzato a far nulla se non ad assistere all'agonia...ma il vuoto legislativo non dipende nè dai medici e nemmeno dal personale sanitario che mette in atto le regole così come sono fatte (e magari male!!) nè dalla madre che si vede costretta ad abortire (costretta perchè, ricordiamolo, se l'aborto è terapeutico non è di certo la madre a decidere di sottoporsi all'operazione).
Se è di questo che diuscutiamo, bene...altrimenti cosa avrebbero dovuto fare? rianimare un feto che avevano sottoposto ad aborto perchè non aveva speranze di vita o una qualità della vita sufficiente?
ovvio che la situazione che si crea in casi come questi non è umanamente accettabile, ma allora servono leggi e regolamentazioni migliori, non le solite chiacchiere da bar riguardo all'aborto.
ps: finalmente si è scoperto di chi è il clone Monique
Messaggio del 28-04-2010 alle ore 09:36:45
e cmq ciusi il tuo ragionamento è perfetto!! mi chiedo come mai nella vita non hai trovato altro da fare che la camionista
Messaggio del 28-04-2010 alle ore 16:11:33
beh, per esempio ci si può meravigliare del fatto che molti parlano a sproposito e senza nemmeno conoscere la differenza tra aborto volontario, quello spontaneo e quello terapeutico
ripeto, speculazione e chiacchiere da bar non servono a nessuno...in questo caso più che in altri.
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 16:21:44
quante storie!!
il feto (bambino) abortito è ancora vivo? gettiamolo nell'inceneritore (se c'è) oppure chiudiamolo in una busta di plastica e voilà, nella munnezza, prima o poi schiatterà
sabato scorso aveva saputo che la mattina presto era stato eseguito un aborto terapeutico nel suo ospedale, e verso le 12, dopo aver celebrato la messa e aver fatto il giro dei malati nelle corsie, si è avviato
............... chiedo scusa non avevo fatto molta attenzione!
Il mio discorso era ovviamente riferito a chi fa aborti per altre ragioni!
Dinnanzi a certe tragedie (aborti terapeutici) non mi permetterei mai di esprimermi!
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 21:25:32
certo, sono cattiva sono scema e non ho mai perso un bambino
non ho mai fatto amniocentesi perchè non avrei abortito comunque, ecco cosa rispondo a chi ha optato per l'aborto terapeutico, senza per qeusto non rispettare la sua decisione.
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 22:06:22
Mikemio, purtroppo ci sono donne che non optano per l'aborto terapeutico: vi sono costrette, o per la propria salute o per il fatto che le malformazioni del bambino non sarebbero comunque compatibili con la vita.
E quando dico "costrette" è proprio la parola giusta, perchè ci sono casi in cui non è nemmeno necessaria la richiesta o la firma della donna in questione ma conta la valutazione del medico ed è il medico a fare richiesta di interruzione di gravidanza. Basterebbe andarsi a leggere la legge 194 per saperne qualcosa in più e non sparare a zero.
e per avere un quadro più completo, c'è da dire che anche nel caso limite in cui venisse fatto un aborto terapeutico (e quindi oltre i 90 giorni) per tutelare la salute esclusivamente psichica della donna, se il feto/bambino sopravvive c'è l'obbligo di rianimarlo e assisterlo in terapia intensiva...e se la donna continua a non volerlo e non lo riconosce, viene dato in affidamento.
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 22:53:52
Mikemio, andavo di fretta e forse non sono riuscita a spiegare bene: parlavo di feto/bambino sano abortito terapeuticamente per problemi di salute esclusivi della donna...anzi, in questi casi la legge parla di vero e proprio parto prematuro perchè di fatto è così.
Nel caso che hai sottolineato tu in questo post, invece, purtroppo c'è da ridire solo per le modalità con le quali viene lasciato morire il feto/bambino in questione; rianimarlo era fuori discussione proprio perchè la sua situazione non gli avrebbe permesso di vivere comunque.
ziomitch, prometto che non lo faccio più e giuro che non l'ho fatto apposta
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 23:19:30
ciusi ok ma qual'è l'aborto terapuutico per tutelare "la salute psichica" della donna? passi per quella fisica...
ma dunque: la mia salute psichica è a rischio quindi partorisco un feto vivo (alive and kicking) che magari non muore subito, va quindi "rianimato", messo in incubatrice perchè prematuro, poveraccio, sperare che cresca sano (magari non abortito vivo ci riusciva pure) e poi dato in adozione o mollato in un istituto. mi vien da dire me cojoni.
inoltre non credo che un medico possa "costringere" la donna all'aborto qualora fosse a rischio la vita della donna stessa é sempre la donna che decide.
chi può costringermi a interrompere una gravidanza per me pericolosa? nessuno, accetto il rischio, la vita è mia, decido io.
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 23:24:08
ci sono delle leggi da rispettare. la legge (in generale, non questa nello specifico) non ti permette di dire la vita è mia, ne faccio ciò che voglio.
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 23:28:36
Mikemio, è lì che sbagli: per il nostro sistema giuridico non siamo noi a poter disporre della nostra stessa salute e/o vita, o per lo meno non sempre...vedasi la questione dell'eutanasia per esempio.
Nella 194 sono espressamente indicati tutti i casi in cui si può procedere con l'aborto oltre il 90esimo giorno (terapeutico) e quali sono i casi in cui è il medico ad avere l'ultima parola e a decidere della salute della paziente.
si può essere d'accordo o meno ma la salute psichica non passa in secondo piano rispetto a quella fisica e (magari in maniera opinabile per alcuni) una qualche forma di tutela per il feto/bambino comunque c'è.
Si parla di casi limite, non dimentichiamocelo.
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 23:30:44
Mikemio io ho avuto due aborti terapeutici, erano fuori l'utero ed era il medico che ha deciso.
Quoto Crasso!
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 23:49:11
LUZY sono d'accordo ma quella era la tua vita e la tua decisione è insindacabile.
io invece ho lasciato l'ospedale contro la volontà di tutti i medici e non mi hanno potuto nè trattenere nè farmi abortire. rischiavo la vita, ma ho deciso di andar via e l'ho fatto.
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 23:50:53
capace di intendere e volere e sulle gambe che mi reggono non esiste medico che mi possa trattenere o operare contro la mia volontà
Messaggio del 29-04-2010 alle ore 23:54:59
Non credere che non capisco la tua situazione , ma anche capisco a quelli che decidono sul aborto terapeutico.
Messaggio del 30-04-2010 alle ore 11:39:47
qui non mettiamo in discussione l'aborto terapeutico (quando è vero) ma il destino del tapino che ha la sventura di nascere vivo.