Lorsignori di Il Congiurato « precedente | successivo »
Brancher ministro il 26 giugno doveva essere processato
Ieri il premier non ha mostrato certo una spiccata sensibilità istituzionale proponendo al Presidente della Repubblica Napolitano, che ovviamente non poteva far altro, la nomina di Aldo Brancher a ministro per l’attuazione del federalismo. Si è trattato infatti di una scelta, secondo quello che dicono a Palazzo Grazioli e nel Pdl, spiegabile solo con l’esigenza di evitargli, in virtù della nuova legge sul legittimo impedimento, il processo per la vicenda Antonveneta che lo vede imputato di appropriazione indebita con l’accusa di aver ricevuto versamenti in contanti da Giampiero Fiorani. E certo nemmeno ad un super poliziotto come Gianni De Gennaro deve esser piaciuto leggere che il consiglio dei ministri che gli ha respinto le dimissioni ed espresso unanime solidarietà passerà alla storia come la prima riunione di Palazzo Chigi nella quale un politico sotto processo è diventato membro della squadra di governo (presidenza del consiglio esclusa ovviamente). Fino a ieri era infatti sempre accaduto il contrario. Addirittura in passato erano bastati semplici avvisi di garanzia a suggerire le dimissioni dalla guida di un dicastero, perfino da semplice sottosegretaio. Ma tant’è, l’aria è cambiata e ora accade il contrario. Di questo tutto sommato non ci sono solo scontenti. Per esempio qualche pidiellino, tra il serio ( o meglio, il rassegnato) e il faceto, notava come Silvio Berlusconi sia così riuscito a dare una speranza a quei membri del Parlamento che hanno avuto la sfortuna di essere stati toccati da una o più indagini. D’ora in poi potranno guardare con meno pessimismo all’ipotesi di un rinvio a giudizio. Se infatti il consiglio dei ministri avesse di fatto introdotto un nuovo parametro meritocratico, rendendo il passaggio dallo status di indagato a quello di imputato un titolo di merito per essere promossi da parlamentare o sottosegretario a ministro, non pochi esponenti di maggioranza vedrebbero la propria udienza preliminare sotto una luce diversa. E del resto lo stesso Brancher, esattamente un anno fa, di fronte alla chiusura delle indagini da parte della procura prima del rinvio a giudizio, fu involontariamente profetico nel dichiarare «sono quasi contento, almeno la vicenda si potrà chiarire». È bastato far spostare le udienze un paio di volte e prima del terzo tentativo ( il processo era fissato per il 26 giugno) è arrivata la promozione.