Cultura & Attualità

Il futuro che non c'è
Messaggio del 18-09-2010 alle ore 00:26:50
di conseguenza,queste,sono tutte stronzate

Ma cazzo, un laureato con 110 e lode in filosofia non può servire a questo cazzo di paese? No, perché chi va avanti è chi ha al massimo un diploma non si sa come preso, una carriera come velina, letterina, gieffina, amici. Non viene premiato il meritevole, colui che si fa un mazzo tanto per laurearsi e per costruire un futuro con la propria ragazza. Viene premiato chi non merita, chi si è messo solo in mostra, chi ha saputo leccare e pompare meglio. Questo non è un paese per giovani. Ma porca miseria, invece di investire sul talento dei giovani cosa fanno? Li uccidono?
Non ho parole, questo è un problema che sento troppo vicino avendo 19 anni e avendo scelto di continuare a studiare. In Italia ci sono migliaia di Norman alcuni si sono suicidati, altri no. Ma non cambia nulla, perché sei morto dentro.

Messaggio del 18-09-2010 alle ore 00:25:03
mi dispiace tantissimo,però di laureati con 110 e lode ci ni sta na cifra,gia alla casa me 2,proprio in filosofia e non insegnano in nessuna università,mica tutti hanno il diritto,e la capacità di lavorare nell'università,lasciando perdere i raccomandati, che c'entra andare all'estero etc,,etc,,
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Editato da Phar Lap il 18/09/2010 alle 00:28:54
Messaggio del 17-09-2010 alle ore 10:27:55
mikemio, infatti per noi ora l'unica alternativa è andare all'estero...............o se vuoi campare sposarti la figlia di berlusconi
Messaggio del 17-09-2010 alle ore 10:26:04
per me non è vigliaccheria. Probabilmente non vedeva più strade davanti a se. Voleva il dottorato, l'università gliel'ha negato. Evidentemente era il suo obiettivo principale, altrimenti non si sarebbe suicidato perché uno che vuole sposarsi con la ragazza che ama non si sarebbe suicidato per un problema banale.
Il problema è un altro. Norman e la sua famiglia sono delle vittime di uno Stato che non tutela i giovani e le famiglie. Di Norman Zarcone ce ne sono moltissimi in Italia, magari non si sono suicidati ma essendo disoccupati sono al suo stesso livello. Ormai la depressione nei laureati e nelle famiglie è altissima e alcuni pur di non stare "a spasso" tornano a studiare nuovamente o per la specializzazione o per una laurea diversa da quella conseguita.
In questo caso per me il suicidio non è vigliaccheria, ma gesto estremo che sta a sottolineare l'impotenza dei giovani d'oggi. E' come se Norman sia stato portato a compierlo.
Messaggio del 17-09-2010 alle ore 10:21:16
per quanto riguarda il caso specifico concordo con animanera, se tutti dovessimo optare per tale soluzione davanti ai problemi della vita, il pianeta sarebbe quasi deserto
Messaggio del 17-09-2010 alle ore 10:19:28
"Ma cazzo, un laureato con 110 e lode in filosofia non può servire a questo cazzo di paese?"

ti faro rispondere da mio fratello: 110 e lode in scienze politiche in italia non valeva una cicca, in Usa ha proseguito gli studi (lo hanno fatto studiare praticamente gratis viste le doti) , raggiunti diversi masters e specializzazioni da anni impegnato nella ricerca all universita della florida, viene spesso in italia a tenere seminari ai ns studenti.

Messaggio del 17-09-2010 alle ore 10:17:49
aveva sicuramente altri problemi. non ci si uccide a 27 anni per un primo sciocco problema.
non è ne il primo ne sara l'ultimo dei laureati ad avere siffatti problemi.
il mondo è questo e il suicidio è solo un atto di vigliaccheria.
il problema è che troppo studio porta alla depressione e la depressione di un figlio i genitori non la riconoscono mai....alla fine si arriva all'estremo gesto del vigliacco.
Messaggio del 17-09-2010 alle ore 10:14:17
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Messaggio del 17-09-2010 alle ore 09:51:11
Si uccide all’Università
Gli avevano negato il posto

SI È GETTATO dal settimo piano dell’Università di Palermo. Laureato con 110 e lode, stava per completare il dottorato di tre anni, e i docenti gli avevano detto che per lui non c’era futuro all’Università. Così, Norman Zarcone, 27 anni, lunedì pomeriggio ha deciso di farla finita. E ora i suoi genitori accusano. «Siamo increduli e attoniti, ma questo suicidio non è solo frutto della depressione: è un omicidio di Stato».


È disperato il papà, Claudio Zarcone, 55 anni, dipendente regionale in pensione. Non riesce ad accettare la tragica fine del figlio, laureato a pieni voti, con lode, in filosofia del linguaggio. «Norman era taciturno, negli ultimi giorni era più inquieto del solito, ma non pensavamo certo che potesse arrivare a tanto».

Il giovane lunedì è uscito di casa per andare all’Università, come al solito. Ma stavolta è salito sul terrazzo al settimo piano della Facoltà di Lettere a Palermo, e si è lanciato nel vuoto, morendo sul colpo. Un gesto meditato, preparato. In un quaderno lasciato a casa, aveva scritto una sorta di “testamento spirituale”, annunciando in pratica la sua morte. In una nota scritta qualche giorno fa, si legge: «La libertà di pensare e anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta anche se non potrò commentarla».
SI È GETTATO dal settimo piano dell’Università di Palermo. Laureato con 110 e lode, stava per completare il dottorato di tre anni, e i docenti gli avevano detto che per lui non c’era futuro all’Università. Così, Norman Zarcone, 27 anni, lunedì pomeriggio ha deciso di farla finita. E ora i suoi genitori accusano. «Siamo increduli e attoniti, ma questo suicidio non è solo frutto della depressione: è un omicidio di Stato».


È disperato il papà, Claudio Zarcone, 55 anni, dipendente regionale in pensione. Non riesce ad accettare la tragica fine del figlio, laureato a pieni voti, con lode, in filosofia del linguaggio. «Norman era taciturno, negli ultimi giorni era più inquieto del solito, ma non pensavamo certo che potesse arrivare a tanto».

Il giovane lunedì è uscito di casa per andare all’Università, come al solito. Ma stavolta è salito sul terrazzo al settimo piano della Facoltà di Lettere a Palermo, e si è lanciato nel vuoto, morendo sul colpo. Un gesto meditato, preparato. In un quaderno lasciato a casa, aveva scritto una sorta di “testamento spirituale”, annunciando in pratica la sua morte. In una nota scritta qualche giorno fa, si legge: «La libertà di pensare e anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta anche se non potrò commentarla».

fonte: ilsecoloxix.it

Lo hanno ucciso. Lo hanno ucciso coloro che scelgono di tagliare sulla scuola, sull'università e sulla ricerca. Lo hanno ucciso coloro che incentivano il precariato (e non la flessibilità, come voleva invece Biagi).
Ha scelto la cultura, anziché amici o il grande fratello.
Ma cazzo, un laureato con 110 e lode in filosofia non può servire a questo cazzo di paese? No, perché chi va avanti è chi ha al massimo un diploma non si sa come preso, una carriera come velina, letterina, gieffina, amici. Non viene premiato il meritevole, colui che si fa un mazzo tanto per laurearsi e per costruire un futuro con la propria ragazza. Viene premiato chi non merita, chi si è messo solo in mostra, chi ha saputo leccare e pompare meglio. Questo non è un paese per giovani. Ma porca miseria, invece di investire sul talento dei giovani cosa fanno? Li uccidono?
Non ho parole, questo è un problema che sento troppo vicino avendo 19 anni e avendo scelto di continuare a studiare. In Italia ci sono migliaia di Norman alcuni si sono suicidati, altri no. Ma non cambia nulla, perché sei morto dentro.

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