Cultura & Attualità
HOLODOMOR
Messaggio del 27-11-2010 alle ore 12:34:55
La nuova Ucraiana ha celebrato il 25 novembre scorso l'anniversario dell'Holodomor, il genocidio scientificamente perpetrato dal regime comunista sovietico per imporre la collettivizzazione forzata e annientare la nazione ucraina.
Per decenni la propaganda comunista, che tanta influenza ha avuto in Italia (e quanti strascichi ancor oggi ...), ha descritto questa tragedia come un episodio di "lotta di classe". Quelli che venivano colpiti erano i "nemici del popolo": Ma per essere "nemici del popolo" bastava possedere una mucca, gli strumenti di lavoro di ogni contadino del mondo. Erano I famosi "mezzi di produzione" marxiani che dovevano essere socializzati. Le "paroline magiche" giustificazioniste erano due "kulako" e "reazionario".
Sono paroline che nella prassi comunista (le BR non sono archeologia!) equivalgono a una condanna a morte; il "reazionario" perde identità e diritti umani, è una cosa, ogni violenza contro di lui è legittima. L'indottrinamento sessantottino è riuscito a suscitare l'odio per i "famigerati" kulaki ancora negli anni '70.
Tanta violenza non è certo frutto del delirio di un uomo solo al comando e nemmeno di una "degenerazione" di un comunismo che non-era-così-cattivo-come-Stalin-lo-ha-fatto-diventare (il Gulag, con tutti i suoi orrori, l'ha creato Lenin).
Il disprezzo per i contadini "autonomi" emerge in moltissime pagine dei "padri fondatori" del marxismo (Marx ed Engels); in loro l'odio per i contadini assume connotati apertamante razzistici. Senza queste premesse ideologiche non si capisce l'Holodomor:
“La borghesia ha assogettato la campagna al dominio della città. Ha creato città enormi, ha accresciuto su larga scala la cifra della popolazione urbana in confronto a quella rurale, strappando in tal modo una parte notevole della popolazione all’idiotismo della vita rurale”. Marx, Il Capitale. Vol. I.
Marx ha parlato dei contadini come di un amorfo "sacco di patate", esseri incapaci di pensare con la loro testa, schiavi delle consuetudini. Esseri sub-umani, non solo "idioti" (che si potrebbe tollerare), ma, peggio, "reazionari" (e questo non si può tollerare)..
“Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l’artigiano, il contadino combattono tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari ma conservatori. Anzi sono reazionari, poiché cercano di far girare indietro la ruota della storia”. ivi
Per Engels, anch'egli padre - sia pure meno "nobile" - dell'internazionalismo proletario, era un becero sciovinista e razzista che disprezza gli slavi ma anche gli italiani in quanto ... contadini.
"Gli italiani devono fare ancora un po’ di scuola di esperienza, per imparare che un popolo di contadini arretrati, come loro, non fa che rendersi ridicolo quando vuol insegnare ai lavoratori dei grandi paesi industriali come devono contenersi per giungere all’emancipazione". Engels a Cuno, Londra, 22 aprile 1872.
La stessa socialdemocrazia tedesca (odiata da Lenin in quanto "revisionista" perchè aveva abbandonato l'idea della presa del potere violenta) attraverso il suo leader più prestigioso, Karl Kautzy, espresse concetti analoghi:
“La socialdemocrazia rimarrà sempre nella sua essenza un partito urbano, proletario, rimarrà sempre un partito del progresso economico; con il contadino conservatore, avverso al modo di vita cittadino e attaccato alla famiglia patriarcale (...) essa si troverà sempre a lottare contro pregiudizi profondamente radicati (...)”.
E così il nostro Gramsci:
“La rivoluzione comunista sarà attuata dalla classe operaia, dal proletariato, inteso nel senso marxista di strato sociale costituito dagli operai urbani unificati e plasmati dalla fabbrica e dal sistema industriale capitalistico. La città, organismo industriale e di vita civile, come è stata lo strumento delle potenza economica capitalista e della dittatura borghese, sarà lo strumento della potenza economica comunista e della dittatura proletaria”.
Dittatura proletaria!
Alla defunta ideologia nessuna pietà, pietà invece per tutti quelli che vi hanno creduto. Ora defunti nel cuore.
La nuova Ucraiana ha celebrato il 25 novembre scorso l'anniversario dell'Holodomor, il genocidio scientificamente perpetrato dal regime comunista sovietico per imporre la collettivizzazione forzata e annientare la nazione ucraina.
Per decenni la propaganda comunista, che tanta influenza ha avuto in Italia (e quanti strascichi ancor oggi ...), ha descritto questa tragedia come un episodio di "lotta di classe". Quelli che venivano colpiti erano i "nemici del popolo": Ma per essere "nemici del popolo" bastava possedere una mucca, gli strumenti di lavoro di ogni contadino del mondo. Erano I famosi "mezzi di produzione" marxiani che dovevano essere socializzati. Le "paroline magiche" giustificazioniste erano due "kulako" e "reazionario".
Sono paroline che nella prassi comunista (le BR non sono archeologia!) equivalgono a una condanna a morte; il "reazionario" perde identità e diritti umani, è una cosa, ogni violenza contro di lui è legittima. L'indottrinamento sessantottino è riuscito a suscitare l'odio per i "famigerati" kulaki ancora negli anni '70.
Tanta violenza non è certo frutto del delirio di un uomo solo al comando e nemmeno di una "degenerazione" di un comunismo che non-era-così-cattivo-come-Stalin-lo-ha-fatto-diventare (il Gulag, con tutti i suoi orrori, l'ha creato Lenin).
Il disprezzo per i contadini "autonomi" emerge in moltissime pagine dei "padri fondatori" del marxismo (Marx ed Engels); in loro l'odio per i contadini assume connotati apertamante razzistici. Senza queste premesse ideologiche non si capisce l'Holodomor:
“La borghesia ha assogettato la campagna al dominio della città. Ha creato città enormi, ha accresciuto su larga scala la cifra della popolazione urbana in confronto a quella rurale, strappando in tal modo una parte notevole della popolazione all’idiotismo della vita rurale”. Marx, Il Capitale. Vol. I.
Marx ha parlato dei contadini come di un amorfo "sacco di patate", esseri incapaci di pensare con la loro testa, schiavi delle consuetudini. Esseri sub-umani, non solo "idioti" (che si potrebbe tollerare), ma, peggio, "reazionari" (e questo non si può tollerare)..
“Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l’artigiano, il contadino combattono tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari ma conservatori. Anzi sono reazionari, poiché cercano di far girare indietro la ruota della storia”. ivi
Per Engels, anch'egli padre - sia pure meno "nobile" - dell'internazionalismo proletario, era un becero sciovinista e razzista che disprezza gli slavi ma anche gli italiani in quanto ... contadini.
"Gli italiani devono fare ancora un po’ di scuola di esperienza, per imparare che un popolo di contadini arretrati, come loro, non fa che rendersi ridicolo quando vuol insegnare ai lavoratori dei grandi paesi industriali come devono contenersi per giungere all’emancipazione". Engels a Cuno, Londra, 22 aprile 1872.
La stessa socialdemocrazia tedesca (odiata da Lenin in quanto "revisionista" perchè aveva abbandonato l'idea della presa del potere violenta) attraverso il suo leader più prestigioso, Karl Kautzy, espresse concetti analoghi:
“La socialdemocrazia rimarrà sempre nella sua essenza un partito urbano, proletario, rimarrà sempre un partito del progresso economico; con il contadino conservatore, avverso al modo di vita cittadino e attaccato alla famiglia patriarcale (...) essa si troverà sempre a lottare contro pregiudizi profondamente radicati (...)”.
E così il nostro Gramsci:
“La rivoluzione comunista sarà attuata dalla classe operaia, dal proletariato, inteso nel senso marxista di strato sociale costituito dagli operai urbani unificati e plasmati dalla fabbrica e dal sistema industriale capitalistico. La città, organismo industriale e di vita civile, come è stata lo strumento delle potenza economica capitalista e della dittatura borghese, sarà lo strumento della potenza economica comunista e della dittatura proletaria”.
Dittatura proletaria!
Alla defunta ideologia nessuna pietà, pietà invece per tutti quelli che vi hanno creduto. Ora defunti nel cuore.
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