Cultura & Attualità
FINI
Messaggio del 28-11-2010 alle ore 22:40:45

Messaggio del 28-11-2010 alle ore 22:02:00
Bello scherzo!!!!
Mandare il messaggio a Berlusconi usando le parole di un altro ex alleato qualche anno fa.
Credo che il messaggio abbia comunque sortito l'effetto sperato vista la reazione dei berlusconidi.
Comunque, il signore dell'articolo in basso, una volta mastino di Berlusconi, sentite cosa pensa ora del reuccio di Hardcore:
«Scusate, sapete dirmi a quest' ora come la pensa Buttiglione?» chiese un giorno Francesco Cossiga irridendo al modo in cui il leader neodc vagava un po' di qua e un po' di là. La battuta, però, potrebbe essere adattata a diversi politici nostrani. L' ultimo in ordine di tempo il leggendario Carlo Taormina. Il quale, dopo aver combattuto per anni col coltello fra i denti con Berlusconi contro la magistratura (indimenticabile il commento al malore del giudice milanese Paolo Carfì: «Peccato che non sia morto. Non è mica un reato dire che lo vorrei morto. Io lo vorrei proprio vedere morto. Lo odio») ha deciso di confidare bel bello che le leggi ad personam erano «porcate». Oddio, non che «Sherlock Tao», il mastino di Cogne-ville, sia nuovo agli attacchi al Cavaliere. Dopo essere stato un suo deputato assai pugnace prima di fondare (sempre a destra) la Lega Italia, aveva già detto, con la proverbiale prudenza, che «è sostanzialmente un dittatore». Nell' intervista a Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro per la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora però, come dicevamo, è andato oltre. E dopo avere rivendicato di avere «messo a disposizione» della «anomalia» berlusconiana le sue «capacità tecnico-scientifiche», ha riconosciuto che certo, quelle erano davvero «leggi ad personam». Anzi, «ad unicam personam». «E quante ne avete fatte?» gli hanno chiesto. E lui: «Beh, ne abbiamo fatte tante. La legittima suspicione, la prescrizione, la ex Cirielli... Non sempre per il presidente, però. Ne abbiamo fatte anche per altri». Chi? «Chi era sotto processo». Cesarone? «Noi per la verità abbiamo cercato di farla per Previti ma poi alla fine ci è stato impedito». Da chi? «Dall' entourage berlusconiano, per dire la verità». Fuoco amico? «Fuoco amico, sì. Il perché non lo so, però è accaduto». Insomma, come Roberto Calderoli definì la sua legge elettorale «una porcata»... «Erano tutte porcate. Una appresso all' altra». Pentito? «Pentito no. Cioè, pentito sul piano tecnico e scientifico... Io sono un professore universitario quindi sono sicuramente pentito. Erano porcate. Però in quel momento il problema era la delegittimazione di Berlusconi. Nel senso che la sinistra non lo riteneva legittimato a governare. E quindi lo scontro non era più sul contenuto delle leggi ma a dimostrare che avevamo la forza per resistere e quindi Berlusconi per governare». Il guaio è, ha spiegato, che di queste faccende non si occupa più lui: «Ghedini le ha sbagliate tutte. Mi pare evidente. Nonostante si sia fatto di tutto per cercare di fargli vincere una causa in tribunale, a Berlusconi, non c' è riuscito nemmeno con le leggi nuove. Le nostre sono state fatte e hanno funzionato, quelle di Ghedini... Una era incostituzionale, l' altra non è arrivata in porto, le intercettazioni stanno lì, il processo breve fa ridere tutti...». Insomma, le porcate bisogna saperle fare... Proprio un bel messaggio. Ideale per riportare il giovane a credere nella politica...
Scritto da: Gian Antonio Stella alle 13:40
Corriere della Sera 16/11/2010
Bello scherzo!!!!
Mandare il messaggio a Berlusconi usando le parole di un altro ex alleato qualche anno fa.

Credo che il messaggio abbia comunque sortito l'effetto sperato vista la reazione dei berlusconidi.
Comunque, il signore dell'articolo in basso, una volta mastino di Berlusconi, sentite cosa pensa ora del reuccio di Hardcore:
«Scusate, sapete dirmi a quest' ora come la pensa Buttiglione?» chiese un giorno Francesco Cossiga irridendo al modo in cui il leader neodc vagava un po' di qua e un po' di là. La battuta, però, potrebbe essere adattata a diversi politici nostrani. L' ultimo in ordine di tempo il leggendario Carlo Taormina. Il quale, dopo aver combattuto per anni col coltello fra i denti con Berlusconi contro la magistratura (indimenticabile il commento al malore del giudice milanese Paolo Carfì: «Peccato che non sia morto. Non è mica un reato dire che lo vorrei morto. Io lo vorrei proprio vedere morto. Lo odio») ha deciso di confidare bel bello che le leggi ad personam erano «porcate». Oddio, non che «Sherlock Tao», il mastino di Cogne-ville, sia nuovo agli attacchi al Cavaliere. Dopo essere stato un suo deputato assai pugnace prima di fondare (sempre a destra) la Lega Italia, aveva già detto, con la proverbiale prudenza, che «è sostanzialmente un dittatore». Nell' intervista a Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro per la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora però, come dicevamo, è andato oltre. E dopo avere rivendicato di avere «messo a disposizione» della «anomalia» berlusconiana le sue «capacità tecnico-scientifiche», ha riconosciuto che certo, quelle erano davvero «leggi ad personam». Anzi, «ad unicam personam». «E quante ne avete fatte?» gli hanno chiesto. E lui: «Beh, ne abbiamo fatte tante. La legittima suspicione, la prescrizione, la ex Cirielli... Non sempre per il presidente, però. Ne abbiamo fatte anche per altri». Chi? «Chi era sotto processo». Cesarone? «Noi per la verità abbiamo cercato di farla per Previti ma poi alla fine ci è stato impedito». Da chi? «Dall' entourage berlusconiano, per dire la verità». Fuoco amico? «Fuoco amico, sì. Il perché non lo so, però è accaduto». Insomma, come Roberto Calderoli definì la sua legge elettorale «una porcata»... «Erano tutte porcate. Una appresso all' altra». Pentito? «Pentito no. Cioè, pentito sul piano tecnico e scientifico... Io sono un professore universitario quindi sono sicuramente pentito. Erano porcate. Però in quel momento il problema era la delegittimazione di Berlusconi. Nel senso che la sinistra non lo riteneva legittimato a governare. E quindi lo scontro non era più sul contenuto delle leggi ma a dimostrare che avevamo la forza per resistere e quindi Berlusconi per governare». Il guaio è, ha spiegato, che di queste faccende non si occupa più lui: «Ghedini le ha sbagliate tutte. Mi pare evidente. Nonostante si sia fatto di tutto per cercare di fargli vincere una causa in tribunale, a Berlusconi, non c' è riuscito nemmeno con le leggi nuove. Le nostre sono state fatte e hanno funzionato, quelle di Ghedini... Una era incostituzionale, l' altra non è arrivata in porto, le intercettazioni stanno lì, il processo breve fa ridere tutti...». Insomma, le porcate bisogna saperle fare... Proprio un bel messaggio. Ideale per riportare il giovane a credere nella politica...
Scritto da: Gian Antonio Stella alle 13:40
Corriere della Sera 16/11/2010
Messaggio del 28-11-2010 alle ore 20:06:52
scherzetto!
scherzetto!

Messaggio del 28-11-2010 alle ore 16:34:05
Premesso che io e Fini siamo e sempre saremo -politicamente- su due pianeti differenti, e premesso anche che il mio motto e' "solo gli idioti non cambiano mai opinione", devo dare atto a Fini di aver dimostrato coraggio ed intelligenza nell'opporsi e nel picconare i disegni eversivi di Berlusconi, stoppandolo in quelle che - a mio avviso - erano provvedimenti tipici di una dittatura sudamericana (mi riferisco alla legge sulle intercettazioni e al processo breve).
Se alle conclusioni pubblicate oggi su Generazione Italia Fini & Co ci fossero arrivati qualche anno fa, invece di fondare il PdL assieme al Caimano, quando cioe' la deriva autoritaria di Berlusconi era ovvia e manifesta, oggi forse saremmo una nazione con qualche problemino in meno.
Comunque, come dice il proverbio, "meglio tardi che mai".
Premesso che io e Fini siamo e sempre saremo -politicamente- su due pianeti differenti, e premesso anche che il mio motto e' "solo gli idioti non cambiano mai opinione", devo dare atto a Fini di aver dimostrato coraggio ed intelligenza nell'opporsi e nel picconare i disegni eversivi di Berlusconi, stoppandolo in quelle che - a mio avviso - erano provvedimenti tipici di una dittatura sudamericana (mi riferisco alla legge sulle intercettazioni e al processo breve).
Se alle conclusioni pubblicate oggi su Generazione Italia Fini & Co ci fossero arrivati qualche anno fa, invece di fondare il PdL assieme al Caimano, quando cioe' la deriva autoritaria di Berlusconi era ovvia e manifesta, oggi forse saremmo una nazione con qualche problemino in meno.
Comunque, come dice il proverbio, "meglio tardi che mai".
Messaggio del 28-11-2010 alle ore 16:25:57
scì xò vediamo se a dicembre vota la fiducia oppure no
scì xò vediamo se a dicembre vota la fiducia oppure no
Messaggio del 28-11-2010 alle ore 16:16:00
(28 novembre 2010)
Lettera aperta dei finiani al premier
"Chiusa l'esperienza del suo governo"
Nella durissima missiva l'accusa di non aver rispettato i patti e di aver disatteso le promesse. "Lo Stato non è lei, e dopo di lei non c'è il diluvio"
ROMA - "Consideriamo conclusa negativamente l'esperienza di questo governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto". L'incipit è durissimo, il titolo altrettanto: "Lettera di sfiducia a Berlusconi". E così, dal sito di Generazione Italia, i finiani danno il benservito all'esecutivo.
Nel testo, pubblicato sul sito dell'associazione, si dice che "i patti non sono stati rispettati". Patti che prevedevano intanto "l'immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l’opinione pubblica"; quindi "la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale".
Poi arriva l'elenco delle promesse non rispettate. "Lei - si legge nella lettera - in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell’Italia un grande paese ad ispirazione liberal-democratica". Ma "il suo Governo ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità, un Governo non intenzionato ai cambiamenti, un Governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell’informazione!"
(28 novembre 2010)
Lettera aperta dei finiani al premier
"Chiusa l'esperienza del suo governo"
Nella durissima missiva l'accusa di non aver rispettato i patti e di aver disatteso le promesse. "Lo Stato non è lei, e dopo di lei non c'è il diluvio"
ROMA - "Consideriamo conclusa negativamente l'esperienza di questo governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto". L'incipit è durissimo, il titolo altrettanto: "Lettera di sfiducia a Berlusconi". E così, dal sito di Generazione Italia, i finiani danno il benservito all'esecutivo.
Nel testo, pubblicato sul sito dell'associazione, si dice che "i patti non sono stati rispettati". Patti che prevedevano intanto "l'immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l’opinione pubblica"; quindi "la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale".
Poi arriva l'elenco delle promesse non rispettate. "Lei - si legge nella lettera - in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell’Italia un grande paese ad ispirazione liberal-democratica". Ma "il suo Governo ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità, un Governo non intenzionato ai cambiamenti, un Governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell’informazione!"

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