Cultura & Attualità

Finalmente un po' di luce
Messaggio del 16-03-2010 alle ore 15:29:04



Il boom fotovoltaico tedesco, esempio-faro di nazione che ha saputo saggiamente investire nelle rinnovabili e modello sempre citato dagli oppositori del nucleare, scricchiola sotto il peso dei numeri.

Leggo sul quotidiano Die Zeit, un articolo intitolato “Molti miliardi per poca energia” nel quale si fanno i conti del costo complessivo delle sovvenzioni ai pannelli FV in Germania. L’occhiello non è molto incoraggiante : I generosi incentivi danneggiano i consumatori e l’ambiente. Il conto è presto fatto. “Le installazioni di nuovi moduli fotovoltaici nel solo anno 2009 costano ai consumatori oltre 10 miliardi di euro, così per il prossimo ventennio. E questo per immettere sulla rete elettrica 1.800 GWh addizionali che rappresentano all’incirca il 0,3% della domanda nazionale, praticamente nulla. (Nel 2008 il fotovoltaico rappresentava lo 0,6% dell’elettricità prodotta). Dieci miliardi solo il costo per i pannelli installati nel 2009. Per tutti i pannelli installati prima, gli incentivi ammontano a oltre 30 miliardi di euro. Questo quanto è calcolato dal Rhineland-Westphalia Institute for Economic Research (RWI) di Essen. L’emorragia è pure più grave. Stando alle previsioni dell’Unione Europea dell’industria fotovoltaica, in base alla previsioni di potenza da installare, entro il 2013, Germania dovrebbe sborsare 77 miliardi di euro, senza contare l’inflazione.”

Il rapporto della RWI che analizza l’impatto economico della politica tedesca di sostegno alle energie rinnovabili (prende in esame anche l’eolico), è implacabile nelle sue conclusioni. Pubblicato lo scorso novembre, il documento definisce l’approccio tedesco fallimentare sia in riferimento alla convenienza economica che sul piano della creazione di occupazione così pure per gli effetti sul clima. Non solo, esso ha determinato, con un effetto boomerang, risultati opposti a quelli prefissati dalla legge EEG. In estrema sintesi:

- l’indotto industriale legato al fotovoltaico svanisce non appena si esaurisce il meccanismo degli incentivi lasciando solo qualche beneficio all’export tedesco;

- non risolve il problema della sicurezza degli approvvigionamenti visto che il back up degli impianti eolici e solari (intermittenti) viene assicurato da centrali a combustibile fossile, da cui l’aumento delle importazioni di gas dalla Russia;

- sebbene la logica dell’incentivo (43cents per kWh, il solare è tra le rinnovabili, quella più generosamente remunerata) abbia come finalità l’avvio una filiera industriale, succede invece che un mercato drogato non sia stimolato a investire in avanzamenti tecnologici. In sostanza gli incentivi uccidono la spinta innovativa.

Queste considerazioni rendono insostenibile la prospettiva di investire 77 miliardi di euro per sostenere una fonte che rappresenterebbe appena il 2% dell’elettricità prodotta (rispetto ai dati del 2006). Con la stessa somma, osserva BraveNewClimate, si sarebbero potuti costruire reattori di III+ generazione pari a un output elettrico di 35 volte quello solare. Inoltre se questo raffronto venisse inquadrato in una prospettiva temporale, la situazione diventerebbe ancora più stridente. Vita operativa di una centrale solare: massimo 30 anni. Quella di una centrale nucleare: 60 anni. Intanto, l’attuale governo tedesco sta rimandando il phase out dei 17 reattori attualmente in funzione.

Messaggio del 16-03-2010 alle ore 17:11:49
mi piacerebbe sapere 1) la fonte e 2) se il dato sul vantaggio economico tiene conto dei posti di lavoro creati con le rinnovabili in Germania.
è sempre troppo, troppo facile fare della statistica con 1/3 dei dati di analisi.


l’indotto industriale legato al fotovoltaico svanisce non appena si esaurisce il meccanismo degli incentivi lasciando solo qualche beneficio all’export tedesco



un vero aborto di semantica economica quello del "non appena" e del "qualche".
l'indotto industriale è a dir poco salvaguardato dall'economia di scala: moriranno solo i piccoli assemblatori, cioè i produttori entrati sul mercato per rispondere al boom 2010 con imprese di supporto al mercato, ma il grosso dell'industria tedesca (e cinese, spagnola e americana) resterà sul mercato, grazie al costante miglioramento di efficienza e produttività dei moduli (rapporto kWp/mq installato) che contribuirà alla diminuzione del costo della materia prima unitamente al mero movimento di economia di scala.
Messaggio del 16-03-2010 alle ore 17:21:00
Dal BOLG di...

CHICCO TESTA

una fonte decisamente super partes si sisi si certo !

:rotfl :

E' come chiedere a Berlusconi per chi votera' alle prossime elezioni
Messaggio del 16-03-2010 alle ore 17:42:19
quando costruiranno impianti nucleari di IV generazione, sarò favorevolissimo

(anche se in Italia ci troveremo dirigenti e lavoratori modello Homer Simpson... ma pazienza, prima o poi tutti dobbiamo morire...)

fino ad allora, chi parla di nucleare come risorsa, evidentemente, non sa di cosa sta parlando.
Messaggio del 16-03-2010 alle ore 18:31:38
http://www.newclear.it/?p=1524.html
Messaggio del 16-03-2010 alle ore 21:08:15
Il fotovoltaico è senz'altro qualcosa su cui studiare ed è potenzialmente una grande risorsa ma la sceinza che tanti invocano quando non c'entra e che quando c'entra in pochi sanno parla chiaro. Il rapporto costi/produzione energia e persino inquinamento/resa è nettamente inferiore a quello di moltissime altre fonti. L'eolico persino è più gestibile anche se inquina tanto quanto altre. Chiedete a qualsiasi scienziato serio e/o fisico ovviamente nulla toglie che la ricerca debba continuare...
Messaggio del 16-03-2010 alle ore 22:27:23
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e9c0c5ec-688a-4f53-aefa-97c2b268b4c3.html
Messaggio del 17-03-2010 alle ore 08:16:04

Il rapporto costi/produzione energia e persino inquinamento/resa è nettamente inferiore a quello di moltissime altre fonti.



dati? cifre? numeri?
il costo di produzione di un modulo fotovoltaico ha una incidenza in termini di mensilità produttive di assorbimento che oscilla, a seconda dell'efficienza del modulo singolo, tra i 18 ed i 24 mesi; considerando che il modulo ha una vita produttiva, fino al 75% del totale, di ca. 35 anni, beh direi che il costo di produzione è ampiamente soddisfatto.
nessuno mette in dubbio che ci siano altre fonti (sia rinnovabili, sia no) che hanno rapporti decisamente migliori e nessuno dice che il solare debba essere l'unica via di sviluppo energetico. ma unitamente ad altre fonti, può contribuire sia da un punto di vista economico, sia industriale, sia energetico, alla crescita di questo paese.
il processo energetico deve essere multisfaccettato e comprendere ogni fonte possibile che sia compatibile ambientalmente ed anche elettricamente (la rete elettrica italiana ha delle sue peculiarità che devono essere rispettate).
Messaggio del 17-03-2010 alle ore 10:14:34
In Italia si dovrebbero usare solo energie rinnovabili, perché non esiste al mondo un paese altrettanto ricco.

Abbiamo una cordigliera montuosa che porta un approvvigionamento idrico su tutto il paese, ovvero l'idroelettrico é estremamente fattibile.

Il 70% del paese é soleggiato per gran parte dell'anno, e quindi il fotovoltaico é un'altra risorsa.

L'eolico é una risorsa ovunque al mondo (quindi anche da noi).

Inoltre non abbiamo grossi giacimenti di uranio, petrolio o gas naturale (e quello che abbiamo é meglio che lo lasciamo stare... se non ci vogliamo finire a rovinare).

In ultimo si dovrebbe favorire la ricerca sul nucleare, perché allo stato attuale delle cose non é cosa gestibile dall'uomo.

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