Cultura & Attualità

Bella gente d'Italia
Messaggio del 06-05-2010 alle ore 15:51:56

la spada noto simbolo fallico
Messaggio del 06-05-2010 alle ore 15:47:14
mammamia che spada orribile fa veramente schifo come la sua trippa che gli alza il cappotto
Messaggio del 27-04-2010 alle ore 01:43:33
dovevo essere veramente rincoglionito per aver visto panchine. Addirittura su un paio mi ci sono anche sdraiato. Dovevo essere proprio fatto di lsd.
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 23:00:16
io dò un consiglio agli altri:
invece della preseccheria andate a fanc....
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 20:44:45

ehi supersilvio, ligge


FA TOGLIERE LE PANCHINE 'LE USANO GLI IMMIGRATI'

Repubblica — 15 ottobre 1997 pagina 24 sezione: CRONACA
TREVISO - Le panchine e i neri: a Treviso il sindaco pensa che eliminando le prime, spariscono anche i secondi. Perciò, le ha tolte da un giorno all' altro. Dove c' erano le panchine, ora ci sono i mattoni nuovi che ricoprono i buchi lasciati dai sostegni divelti. Ma se non bastasse, e non basterà, perchè in piazza continuano ad aggirarsi poveri cristi che ora possono solo sedersi per terra, a detta del sindaco si potrebbero anche segare gli alberi. Se apparentemente non esiste una relazione logica tra immigrati, alberi e panchine, bisogna aggiungere che c' è del metodo in quello che sta combinando il primo cittadino trevigiano, il leghista Giancarlo Gentilini, 67 anni, da tre alla guida della città. I fatti sono semplici. Gli operai, sorvegliati dal sindaco, hanno estirpato le panche e risistemato il pavimento di via Roma. "Era domenica - spiega Gentilini alle agenzie stampa - e ho visto nella zona della stazione decine di negri seduti sulle spallette del ponte, altri extracomunitari seduti sulle panchine e sacchetti e zaini attaccati penzoloni ai rami degli alberi. Il giorno dopo sono andato dal prefetto perchè non tollero che Treviso diventi - sostiene il sindaco - una terra di occupazione". Chi conosce Treviso, le sue mura, la sua ricchezza troverà difficile vederla come "terra d' occupazione". Eppure, le metafore guerresche non sono finite. Gentilini, con il piglio del comandante in capo, ha spiegato anche che non darà tregua ai clandestini: "Come ho ricordato in passato alla sottosegretaria Vigneri, se non sono in regola, sono disposto a tornare ai carri piombati". E aggiunge: "Voglio eliminare il problema alla radice e quindi via alle panchine, e se serve anche agli alberi".
Popolarissimo in città, per trent' anni nell' ufficio legale di una banca locale, gran tiratardi nelle osterie, massiccio nel doppiopetto blu sempre presente a ogni manifestazione meno a quelle pro-secessione ("Sono alpino, non ci sto"), Gentilini parla spesso di "degrado morale". Aveva già lanciato una campagna per illuminare le mura cittadine perchè sotto, lontano dai controlli, secondo lui ci sarebbero (anche in questo caso, parole sue) "ladri, puttane, culattoni e efebi negri e bianchi e loschi figuri che si aggirano di notte e non si vedono". E, da solo o in compagnia, organizza delle "ronde" in giro per la città. Adesso la scomparsa delle panchine è stata accompagnata da una polemica che non si placa. Le opposizioni sono in fibrillazione. Dalla chiesa di Treviso si punta il dito contro il "degrado morale del sindaco". Il quotidiano La tribuna pubblica con risalto l' intervista commosa a un egiziano sposato con un' italiana e padre di un bambino che, dopo le parole del sindaco, si rifiuta di andare a scuola perchè i compagni lo prendono in giro. - Piero Colaprico



" I neri si siedono li' , nei giardinetti della stazione? " . Detto e fatto: il primo cittadino combatte cosi' i clandestini
" Togliamo le panchine agli immigrati "
La crociata del sindaco leghista di Treviso: via le truppe di occupazione

----------------------------------------------------------------- "I neri si siedono li', nei giardinetti della stazione?". Detto e fatto: il primo cittadino combatte cosi' i clandestini "Togliamo le panchine agli immigrati" La crociata del sindaco leghista di Treviso: via le truppe di occupazione DAL NOSTRO INVIATO TREVISO - "Dimmi, papa', e' vero che sono grigio? Non vado a scuola, papa'. Mi vergogno, mi prendono in giro perche' sono grigio. Lo ha detto il sindaco, no? Andiamo da lui, togliamo i vestiti, cosi' gli facciamo vedere il vero colore della nostra pelle". Piange, il piccolo egiziano di sette anni. I discorsi che ha sentito fare dal padre in questi giorni alimentano le sue paure infantili. E lui, certo, non puo' sapere che l'offensiva lanciata contro gli extracomunitari riguarda i poveri, gli sbandati, i senzatetto. Lui ricorda solo queste parole: "Il sindaco vuole cacciare i delinquenti neri e i grigi...". "Mio figlio ha colto al volo due battute - racconta Saber El Sissy, da dieci anni in Veneto, con una regolare occupazione in fabbrica -. Ma come faccio a spiegare a un bambino di seconda elementare, che io pago le tasse, e che anche se lui ha un altro colore della pelle, non deve sentirsi inferiore?". Gia', come deve fare a spiegarglielo? Del resto, non va per il sottile il sindaco leghista Giancarlo Gentilini. Che, al grido di "via le truppe di occupazione" (ma il suo incerto vocabolario veneto - italiota trabocca di parole e frasi colorite e minacciose), giorno dopo giorno, sta alzando sempre di piu' il tiro contro gli extracomunitari, rei di inquinare l'ambiente, di turbare la quiete e l'ordine pubblico. Proclami durissimi, seguiti da provvedimenti concreti. I neri si siedono sulle panchine dei giardinetti della stazione? Allora togliamole di mezzo, almeno "quei ladri non ci poggeranno piu' il c...". Cosi' tuona l'agguerrito Gentilini. E, detto fatto, manda una squadra di operai a eseguire l'ordine. E' solo l'antipasto. Avanti, poi, con le ronde notturne, con la recinzione dei ponti e la chiusura dei giardini di notte. Treviso si avvia a diventare una citta' blindata? Al sindaco - sceriffo piacerebbe. Intanto, il clima si fa pesante. Al punto che perfino le innocenti paure del piccolo egiziano, preoccupato di essere preso in giro "perche' di colore grigio", la dicono lunga su che cosa sta succedendo. Qualcuno giura che la "rivolta" sia imminente. Il tam tam che corre tra gli extracomunitari manda segnali precisi: si sta preparando una manifestazione di piazza. A Treviso gli immigrati sono qualche migliaio. Tra loro, molti hanno trovato una sistemazione stabile. Molti altri, invece, vivono ai margini del tessuto sociale. E' il piccolo esercito dei clandestini. Con il quale ogni centro metropolitano del Nord ormai deve fare i conti. Treviso piu' di ogni altro? "Certo, qui la criminalita', legata all'immigrazione, esiste - ha ammesso il prefetto Corrado Spadaccini -. Ma il livello non e' tale da imporre ronde e provvedimenti straordinari. Non militarizziamo la citta". Il sindaco Gentilini fa orecchie da mercante. Convinto di interpretare il pensiero della sua gente. In ogni suo atto di amministratore, sostiene di essere mosso dall'interesse dei trevigiani; dei tanti che lui chiama "la maggioranza silenziosa che non parla ma decide". "Ho i miei ideali, sono leghista - sottolinea - ma soprattutto sono il primo cittadino di Treviso". Citta' blindata? "Chi si pone questo interrogativo - pontifica - non sa quel che dice. Io vivo giorno e notte in mezzo alla gente e so quali sono i sentimenti diffusi. La soddisfazione per quello che faccio la trovo nei consensi che mi vengono direttamente riferiti". Certo, molti stanno dalla sua. Ma e' pur vero che in questi giorni "La Tribuna di Treviso", il quotidiano locale, ha ricevuto lettere, telefonate, fax di protesta contro le iniziative razziste del sindaco. La societa' civile non apprezza certi metodi. Don Dionisio Rossi, direttore di "Vita del popolo", osserva: "Se il degrado e' causato, a volte, dalla presenza di poveri, barboni, immigrati, l'atteggiamento di Gentilini rappresenta un altro tipo di degrado, quello morale". E taglia corto: "Andare in giro di notte e attrezzarsi da sceriffi? Una mancanza di stile nell'affrontare cose serie come l'immigrazione". Ma il sindaco insiste: "Se gli extracomunitari non sono in regola, sono disposto a tornare ai carri piombati...".Fumagalli Marisa

Pagina 15
(15 ottobre 1997) - Corriere della Sera






Le panchine sono la più bella isola democratica di questo pianeta

Qualcuno ricorda quando tre anni fa il sindaco di Treviso fece segare tutte le panchine di una piazza della sua città? E quando l’inverno scorso dei vigili armati di sega fecero la stessa cosa in Piazza Venezia a Trieste?

A Treviso nessuno ebbe qualcosa da ridire, a Trieste ci fu invece un po’ di discussione.

Ha scritto recentemente Beppe Sebaste su LA REPUBBLICA : “La panchina è l’ultimo simbolo di un qualcosa che non si compra, di un modo gratuito di trascorrere il tempo e di mostrarsi in pubblico, di abitare la città. La panchina è il margine del mondo, vacanza di chi non va in vacanza, ma anche il posto ideale per osservare quello che accade: ovunque sia è il centro dell’universo”.

Le migliori sono quelle verdi a onda, di legno, oggi in via di estinzione. Le uniche capaci di sopportare beatamente il peso di un cartello con la scritta “vernice fresca”.

Ma come può venire in mente a qualcuno di segare le panchine? Domanda retorica: nell’Italia del terzo millennio succede anche questo. Dice Claudio Magris, “le panchine sono quelle cose dove quasi tutti, grazie a Dio, abbiamo passato momenti felici, e non certo in compagnia di assessori o scrittori”.

In les amoureux des bancs publics Georges Brassens dice: “le panchine verdi non sono lì per gli invalidi e i pancioni, ma per accogliere temporaneamente gli amori esordienti”.

Le panchine sono il posto giusto, e sempre in prima fila, per contemplare lo spettacolo del mondo.

E poi sulle panchine, oltre ai senza fissa dimora e agli extracomunitari, siedono anche i sognatori, i vecchi, le mamme con il pancione o il passeggino, per non parlare degli studenti, dei disoccupati, degli sfaccendati e degli innamorati. Le panchine sono la più bella isola democratica di questo pianeta, un posto per cittadini e non per clienti o consumatori. Ma noi oggi ci divertiamo a mangiare senza fame e a bere senza sete, e per certi lussi non abbiamo più tempo.





domenica 23 dicembre 2007
Gentilini stoppa gli islamici e toglie le panchine

Quelle prenatalizie sono giornate di intenso lavoro per lo Sceriffo Gentilini alle prese con diverse grane.La notizia della concessione in affitto degli spazi di un circolo sportivo alla comunità islamica perché potesse celebrare i riti della Festa dell'Agnello ha mandato su tutte le furie il vicesindaco che ha intimato: «Io cercherò in tutte le maniere di evitare che ci siano questi assembramenti e dico ai miei cittadini di quel rione che si sveglino. Io farò di tutto per eliminare queste cose che non vanno bene, ma devo avere l'appoggio di tutta la popolazione. Deve scendere in piazza per evitare che ogni centro sportivo per guadagnare una lira sia utilizzato per altri scopi. I musulmani preghino a casa loro, oppure due tre volte all'anno tornino nei loro Paesi a pregare. Qui ogni assembramento che si verifica va a penalizzare i miei quartieri. Là ci sono attrezzature sportive. Cosa c'entra là una chiesa? Cosa c'entra una moschea? Serve solo a intralciare quello che è il normale vivere di tutta la zona. Fino a prova contraria la civiltà cristiana è da noi, sia chiaro. Non confondiamo tra ebrei e samaritani. Io farò di tutto, tutti gli atti possibili per impedire questo affitto. Senza pietà. Troverò qualsiasi stratagemma per impedirlo. Attenti, si comincia così: dai loro un'unghia e si prendono il braccio e tutto il resto. Non c'è niente che possano fare. Gli islamici vadano a pregare in altri comuni, qui a Treviso non li vogliamo. Almeno finché resterò qua io». Un altro problema impellente che si è affacciato è quello delle panchine di piazza Pola. Nel 1997 Giancarlo Gentilini fece levare quelle nei pressi della stazione ferroviaria, divenute «bivacco» di extracomunitari: fu uno dei primi atti a consacrare il mito del sindaco sceriffo. Ora la fiamma ossidrica di Ca' Sugana si è abbattuta sulle quattro panche della centralissima piazzetta: stavolta l'intento è far sloggiare le compagnie di giovanissimi, in gran parte nostrani, che la monopolizzano tra bevute e bestemmie. «Certo: ho dato ordine di togliere le panchine di Piazza Pola - conferma il prosindaco -. Ho voluto assecondare le richieste di residenti e negozianti, che da tempo si lamentano. I piazza ci sono gruppi di ragazzini che si stravaccano sulle panchine, fanno confusione, danno fastidio»
Decisioni forti e scomode dunque, come da tradizione gentiliniana.
Forse è per questo che si è verificata un’irruzione di no-global antidemocratici nell’ultimo consiglio Comunale.
Dalla feccia di disobbedienti sono piovuti insulti e lancio di oggetti. Gentilini li ha prontamente liquidati: «Tornatevene in Siberia!»

TOLLERANZA ZERO!

http://giancarlo-gentilini.blogspot.com/2007/12/gentilini-stoppa-gli-islamici-e-toglie.html





...

guarda se ti posso dare un consiglio, vacci a quella proseccheria
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 19:43:09
Da chi esalta Chavez, che ci possiamo aspettare
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 18:48:36
ma chi l'ha detta la stronzata che a Treviso non ci sono le panchine?

Ah Darkstar, scusate...
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 18:48:27
comunisti del cazzo
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 18:26:04


per la precisione...
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 14:22:26
nazisti dui merda.....
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 14:10:22
a treviso ci sono stato 5 anni fà, fantastica città (la proseccheria fà paura), bellissime piazze e parchi però non c'è nemmeno una panchina, il sindaco mi avevano detto che le aveva fatte levare per non fà assettà gli extracomunitari quindi parte dall'alto la cosa. il vero problema, quello che mi fà incazzare, è che questi se la prendono solo con i più deboli. mai che un balengo di questi andasse pett a pett mbacc a nu ner alto 2 metri DA SOLO per dirgli na cosa del genere, questo la dice lunga sui personaggi e credo che basti e avanzi per capire di che pasta siano fatti.
Messaggio del 26-04-2010 alle ore 11:39:55
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