Cultura & Attualità

Alla volta di Sharm
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 09:38:03
Forza Egitto, mettete a ferro e fuoco il simbolo del neocolonialismo turistico occidentale!
Dalla capitale alle spiagge, dalle piazze alla sabbia!
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 12:08:14
quanta invidia...
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 15:04:05
Il motivo di questo assurdo invito è??
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 15:18:45
A fare di più e a colpire chi è compartecipe del male nella propria terra.
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 17:10:00
Atelkin attento... la CIA potrebbe scambiarti per un predicatore - fomentatore di Al-Qaeda!
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 18:12:37
gli unici introiti che ha un paese come l'Egitto vengono dal turismo, se gli egiziani fanno scappare i turisti fanno harakiri
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 18:21:15
nghe la sciabola
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 18:26:25
'nghe la scimitarra
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 18:31:30
vero
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 20:58:28
Ate illumina
Messaggio del 27-01-2011 alle ore 22:52:18

gli unici introiti che ha un paese come l'Egitto vengono dal turismo, se gli egiziani fanno scappare i turisti fanno harakiri


Valtour e co. sono infatti chiari esempi di illuminato capitalismo egiziano, mentre i narghilè e i foulard made in china che si vengono nelle finte qasba dei paesini della costa sono esempi dell'artigianato locale.
Colonialismo era e colonialismo è rimasto.
Messaggio del 30-01-2011 alle ore 21:10:43
Até un cameriere (rigorosamente egiziano) a Sharm guadagna 600 euro al mese e ci dà da mangiare a 6 familiari... tutto questo grazie al turismo (anche italiano e anche di Valtur) in Egitto. Togliere il turismo all'Egitto (pensa a che introiti portano solo le Piramidi, la Valle dei Re e il Museo Egizio) significa morire di fame... Altro che Moubarak!!!
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 00:04:38

significa morire di fame


Per le 600 prodotte e consegnate ad un cameriere, una multinazionale del turismo ne incassa cento volte tanto, a dir poco. Finanziare quel tipo di colonialismo da spiaggia e da sole, in questi termini, significa sfamare sì un cameriere ma affamare il resto di una nazione.
Se deve vivere di turismo, lo deve fare da sè. E così per le industrie, il commercio, la politica.
Non lasciamoci ingannare da uno stipendio consegnato, quella è elemosina e coscienza pulita a buon mercato, come dare una monetina ad un barbone.
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 01:21:04

Per le 600 prodotte e consegnate ad un cameriere, una multinazionale del turismo ne incassa cento volte tanto, a dir poco. Finanziare quel tipo di colonialismo da spiaggia e da sole, in questi termini, significa sfamare sì un cameriere ma affamare il resto di una nazione.



Sinceramente non vedo il nesso logico tra "incassare 100 volte tanto" e "affamare una nazione".

Perché i petrolieri non guadagnano 100 volte tanto quello che pagano il petrolio agli arabi? Eppure non mi sembra che la nazione araba sia affamata.
Giusto per portare un contro esempio, e per farti capire che quello che dici per me non ha molto senso.
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 09:18:43

non mi sembra che la nazione araba sia affamata


Non è affamata una nazione come lo Yemen o l'Arabia Saudita?
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 09:31:46
Ma guarda che a Sharm non c'è solo la Valtur, ci sono anche catene alberghiere come Rotana che fanno parte del mondo Arabo...
Non c'è un egiziano al mondo che ti direbbe che Sharm non è una risorsa per il proprio Paese.... come non c'è un Polacco al mondo che non vorrebbe gli stabilimenti Fiat nel proprio Paese.

Messaggio del 31-01-2011 alle ore 10:10:05
600 euro al mese si guadagnano pure qua..
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 10:12:42

Eppure non mi sembra che la nazione araba sia affamata



a gì scusa ma pensi che in arabia saudita/qatar/abudhabi etc. vivano tutti nei palazzi laccati oro con 100 ferrari?
non è da te...
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 10:16:49
Poveri imbecilli
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 10:53:59

Non è affamata una nazione come lo Yemen o l'Arabia Saudita?



a gì scusa ma pensi che in arabia saudita/qatar/abudhabi etc. vivano tutti nei palazzi laccati oro con 100 ferrari?



No, l'arabo, di qualsiasi estrazione sociale non lavora e campa bene, magari non ha 100 ferrari, ma campa bene, visto che alla lontana sono tutti imparentati con i nobili del luogo. Quelli che in Arabia stanno male sono gli immigrati, che non fanno parte in senso stretto della nazione, come non lo fanno parte gli extra-comunitari in generale, a meno che vogliamo stravolgere il concetto di nazione.

Lo yemen non lo so, ma per quanto riguarda l'arabia saudita parlo per esperienza di seconda mano, ovvero per sentito dire da chi c'è stato.
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 11:03:28
Ah, leggendo su Wikipedia ho notato che il reddito pro-capite è sceso di un botto negli ultimi 20 anni, quindi può darsi che non essendo le mie notizie freschissime, le cose siano cambiate
Messaggio del 31-01-2011 alle ore 21:27:40
La rivolta in Egitto...
Messaggio del 01-02-2011 alle ore 02:29:16
Messaggio del 01-02-2011 alle ore 21:32:06
Un cameriere egiziano in valtur, veratour etc... non arriva a 700 lire egiziane (100 euro) al mese. Lavora 12 ore al giorno.
Un cuoco non arriva a 2200 lire egiziane (400 euro) al mese. Lavora 12 ore al giorno

Un dipendente semplice del MacDonald non arriva a 1000 lire egiziane al mese . Lavora 12 ore al giorno.

La verità è che l'Egitto è un paese sfruttato dai capitalisti occidentali fino all'inverosimile, Mubarak smerciava benessere quando in realtà molti ragazzi della mia età lasciavano famiglie, ragazze, mogli, per arrotondare due soldi a Sharm, visto che il resto del paese era ed è in mezzo alla merda...
Messaggio del 01-02-2011 alle ore 23:11:38
Grazie Cochise per la testimonianza. Purtroppo dobbiamo arrivare sempre sul "personale" per dare un taglio ragionevole alla discussione.
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 11:34:58
Negli anni 60 Mattei trattava con i movimenti di liberazione, tecnologia in cambio di materie prime. Accordi alla pari per liberare paesi produttori e paesi trasformatori dalla speculazione delle multinazionali. Oggi la faccia ebete del ministro degli esteri si occcupa di St. Lucia, mentre il mondo corre e l'unica preoccupazione è per quei coglioni in pantaloncini corti che foraggiano lo sfruttamento colonialista di una terra che ne ha le palle piene
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 12:02:01
E infatti Mattei che fine fece?
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 12:18:15
Crozza fantastico:

"Berlusconi telefona in Egitto: "Liberate Mubarak... è lo zio di Ruby!"


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Editato da Micolao il 02/02/2011 alle 12:18:46
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 12:27:38
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 13:30:58


BOIKOT SHARM EL SHEIK!!







TUTTI A CUBA
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 14:06:13

La verità è che l'Egitto è un paese sfruttato dai capitalisti occidentali fino all'inverosimile, Mubarak smerciava benessere quando in realtà molti ragazzi della mia età lasciavano famiglie, ragazze, mogli, per arrotondare due soldi a Sharm, visto che il resto del paese era ed è in mezzo alla merda...



Scusate, riflettete un attimo. Gente lascia la famiglia per arrotondare a Sharm perchè il resto del paese è in mezzo alla merda. Ora se ne vanno anche i capitali occidentali da Sharm e anche Sharm sarà in mezzo alla merda... ovvero se ne va anche questa opportunità per la gente locale, ovvero le cose peggiorano.


Un cameriere egiziano in valtur, veratour etc... non arriva a 700 lire egiziane (100 euro) al mese. Lavora 12 ore al giorno.
Un cuoco non arriva a 2200 lire egiziane (400 euro) al mese. Lavora 12 ore al giorno

Un dipendente semplice del MacDonald non arriva a 1000 lire egiziane al mese . Lavora 12 ore al giorno.



E gli altri stipendi nazionali? Quanto guadagna un impiegato pubblico?

Certe volte non capisco proprio come ragionate.
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 14:15:06

E gli altri stipendi nazionali? Quanto guadagna un impiegato pubblico?


Il reddito pro-capite della popolazione attiva e in lavoro (fonte: ministero degli Esteri italiano, consultabile on line), datato al 2009, è di 4.250USD, cioè 1800 €, cioè 138 € mensili (13 mensilità), cioè una media superiore a quella del succitato cameriere e del dipendente del Mc. Solo il cuoco, che è professionalità per lo più maturata all'estero, ha uno stipendio in quella zona più elevato.


Certe volte non capisco proprio come ragionate.


Gì, il discorso è questo: per un pugno di camerieri, cuochi, ecc. tu sacrifichi un'intera area al potere esterno? Io, personalmente, non lo farei.
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 14:29:12
Errata Corrige: 2.450USD.
Scusa non potevo editare. I dati successivamente traslati sono corretti.
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 18:25:25
Ok, in Italia sono 37866$ l'anno e diviso 14 mensilità (14 non 13... visto che voglio pure essere buono e ci metto la buona uscita) sono 2704 $

Quale cameriere li prende in Italia? Jamm' su... non diciamo cazzate
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Editato da Gipsy il 02/02/2011 alle 18:25:57
Messaggio del 02-02-2011 alle ore 22:23:52
quoto il mister
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 00:00:07
A parte che devi calcolarne 13 dato che il grosso dell'economia italiana è in 13 e non 14 mensilità (settore metalmeccanico).
Il discorso Gì è sulle alternative, sul tessuto economico, sull'impatto di crescita, sul controllo di quei fondi; e oltre a questo, ripeto: tu venderesti per lo stipendio di un manipolo di cuochi e camerieri tutte le risorse della tua terra? Non puoi paragonare un cameriere italiano ad uno egiziano, non puoi paragonare il sistema di alternative e di tessuto economico che gli sta alle spalle. Per quanto globale, il capitalismo europeo ha ancora fortissime radici nazionaliste, con il grosso delle aziende in mano a capitali nazionali (a differenza, esempio, degli States o dell'europa anglosassone).
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 01:08:35

tu venderesti per lo stipendio di un manipolo di cuochi e camerieri tutte le risorse della tua terra?



Ma perché col turismo vendi tutte le risorse della terra?
E se avessi il petrolio, sì cazzarola se lo venderei, vedi come stanno in Arabia.


Non puoi paragonare un cameriere italiano ad uno egiziano, non puoi paragonare il sistema di alternative e di tessuto economico che gli sta alle spalle.


E questo che c'entra? (A parte il fatto che non ho capito perché non possono essere paragonati)

Se le infrastrutture turistiche le facessero gli egiziani avrebbero un afflusso del 10-15% rispetto a quello che hanno adesso, semplicemente perché non sanno vendere bene.
Hanno molte più probabilità di crescita col turismo in mano agli occidentali che in mano a loro... se lo sapessero sfruttare.
Il problema è che non lo sanno fare.

Se facessero come ha fatto il comune di Torino con il lingotto (la fabbrica storica della FIAT) che gli l'ha data in cessione per 99 anni... ma poi torna di proprietà del comune. Potrebbero fare la stessa cosa con le concessioni a Sharm, e una volta che la macchina è in moto potrebbero usufruire del turismo portato dalle infrastrutture occidentali... e tutti contenti. Non mi sembra ci voglia molto.

Forse fanno bene a rivoltarsi, dovrebbero farlo anche gli italiani (e forse non siamo troppo lontani), ma sicuramente non è una mossa che paga a breve termine... poi devono dimostrare di essere capaci di metterla su una democrazia come si deve... e non è proprio facile, anzi ho il sospetto che possano anche peggiorare le cose.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 01:11:07
Ah... e ho diviso per 14, se dividi per 13 viene ancora di più... e ancora più improbabile che un cameriere prenda quelle cifre...
Quindi non mi sembra uno sfruttamento per loro, ma un'opportunità.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 09:25:27

Ma perché col turismo vendi tutte le risorse della terra?


Se è solo quella la risorsa, oltre al lavoro umano, che vendi? Sabbia?

vedi come stanno in Arabia.


eh lo vedo infatti, lavorandoci vedo gli squilibri di quel paese in termini economici. Se vendersi al petrolio deve far arricchire 100 persone e farne morire di fame il resto, comprese ampie quote di immigrati, beh: piuttosto me lo ficco in culo il petrolio che venderlo così.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 09:29:11

Se le infrastrutture turistiche le facessero gli egiziani avrebbero un afflusso del 10-15% rispetto a quello che hanno adesso, semplicemente perché non sanno vendere bene.
Hanno molte più probabilità di crescita col turismo in mano agli occidentali che in mano a loro... se lo sapessero sfruttare.
Il problema è che non lo sanno fare.


Gì scusa, ma a te chi te l'ha detto che non lo sanno fare? Non è che magari quando s'è sviluppato questo turismo è stato facilitato l'ingresso di soli capitali esteri perchè il potere politico, corrotto, ha permesso e voluto ciò? Non è che magari non è stato possibile per la popolazione locale sviluppare il proprio capitalismo turistico, passami il termine? Quando è stato siglato l'accordo sul Lingotto, è stato fatto sotto la pressione di capitali esteri o data la situazione politica di allora è stato possibile uno sviluppo locale e nazionale di quella economia?
Sono io che non capisco il tuo accanimento contro una popolazione che, a differenza di altre, sta provando quantomeno a non farsi andare bene la cosa. Boh.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 09:49:17
a me non sembra una rivoluzione contro il colonialismo, piuttosto mi sembra una rivoluzione contro un egiziano (e la sua stirpe familiare) che fa il dittatore e si stava magnando i soldi dei suoi compaesani.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 10:00:59

«Le violenze di ieri sono l'ennesima prova che il regime ha perso il senso comune», ha affermato ElBaradei -. Non abbiamo alcuna intenzione di avviare un dialogo con questo regime finché il principale responsabile di tutto ciò, Mubarak, non lascerà il paese. Deve andarsene. Ha ricevuto un voto di sfiducia da tutto il popolo egiziano, spero che abbia l'intelligenza di capire che per lui è meglio lasciare ora prima che il paese crolli, economicamente e socialmente».

Messaggio del 03-02-2011 alle ore 11:23:06

Sono io che non capisco il tuo accanimento contro una popolazione che, a differenza di altre, sta provando quantomeno a non farsi andare bene la cosa.




Forse fanno bene a rivoltarsi, dovrebbero farlo anche gli italiani (e forse non siamo troppo lontani), ma sicuramente non è una mossa che paga a breve termine...



Dove lo vedi l'accanimento? Io dico solo che parlare di "sfruttamento" quando in realtà per come la vedo io il turismo occidentale porta solo ricchezza mi sembra una cazzata. Per me possiamo chiuderla qui.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 12:09:54
Come sembra una cazzata a me definire ricchezza il controllo di una multinazionale del turismo su un territorio, pulendosi la coscienza con una manciata di stipendi.
Possiamo chiuderla qui. Un abbraccio, a presto Gity.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 15:54:32

Até un cameriere (rigorosamente egiziano) a Sharm guadagna 600 euro al mese e ci dà da mangiare a 6 familiari... tutto questo grazie al turismo (anche italiano e anche di Valtur) in Egitto. Togliere il turismo all'Egitto (pensa a che introiti portano solo le Piramidi, la Valle dei Re e il Museo Egizio) significa morire di fame... Altro che Moubarak!!!

Piu' i regalini delle brave signore occidentali...che qui' fanno......le non mi toccare, non mi cacare.....e' la vanno a prendere il Big Bamboo
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 18:05:11


come spesso accade, si fa l'errore di rapportare il salario senza rapportare anche il costo della vita.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 18:24:58

si fa l'errore di rapportare il salario senza rapportare anche il costo della vita.


Ti sbagli il rapporto citato ne fa ampio paragone. Ecco perchè dichiaravo come impossibile, tra l'altro, il paragone tra le due nazioni.
Messaggio del 03-02-2011 alle ore 22:31:37
Sono stato in Egitto a settembre e già la gente era incazzatissima con Mubarak(come lo chiamano loro Rubarak),hanno fatto bene a fare questa rivoluzione solo che mi preoccupa se vanno al potere i militari oppure ancora peggio,gli estremisti islamici. Sono sempre + convinto che con questo andazzo,prima o poi ci scappa un'altra guerra mondiale.....mi auguro di no!
Messaggio del 04-02-2011 alle ore 05:11:07

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Editato da El Treble il 04/02/2011 alle 05:14:11
Messaggio del 04-02-2011 alle ore 17:44:47

Ti sbagli il rapporto citato ne fa ampio paragone.


a me non pare, ma magari sbaglio io, di aver letto qualcosa sul tema, tipo quanto costi una casa o un semplice caffè.
è come quando si dice "in Grecia l'aspirina costa la metà che qui!"...
Messaggio del 04-02-2011 alle ore 18:46:22
IL RUOLO DI USA E UE - Gli sforzi diplomatici proseguono. Gli Stati Uniti starebbero negoziando con responsabili egiziani le immediate dimissioni del presidente e le modalità di una partenza immediata e del trasferimento dei poteri ad un governo di transizione diretto dal vicepresidente Omar Suleiman. Da Bruxelles viene lanciato un forte appello ad evitare nuove violenze e a dare inizio ad «una transizione rapida e ordinata». I capi di Stato e di governo dichiarano «inaccettabile» ogni repressione della libertà di stampa, incluse le aggressioni e le intimidazioni ai giornalisti. Giungendo alla riunione del Consiglio europeo a Bruxelles, Silvio Berlusconi ha detto di confidare nel fatto che in Egitto la transizione «verso un sistema più democratico» avvenga «senza rotture con un presidente come Mubarak», e di augurarsi che «si possa avere una continuità di governo». «Tutto l'Occidente, Stati Uniti in testa - ha aggiunto il presidente del Consiglio -, considera Mubarak un uomo saggio».

Corriere.it
Messaggio del 04-02-2011 alle ore 22:39:21
Vi state sbagliando. Non è una rivolta tesa ad ottenere l'aumento dello stipendio, ma che chiede più libertà...

EGITTO/ Farouq: noi islamici manifestiamo contro Mubarak, vero nemico dei cristiani

INT. Wael Farouq

Lunedì 31 gennaio 2011

Migliaia di donne in piazza senza velo, la croce come uno dei simboli della protesta, i manifestanti che hanno cacciato dal corteo i pochi fondamentalisti infiltrati che cercavano di far sentire i loro slogan. E’ il vero volto della rivolta dell’Egitto contro la dittatura di Mubarak, raccontato in esclusiva per Ilsussidiario.net dal professor Wael Farouq. Docente di Arabo all’American University egiziana e vicepresidente del Meeting del Cairo, Farouq è stato contattato dal nostro quotidiano on-line dopo una notte passata in prima linea insieme ai manifestanti di piazza Tahrir, vero cuore della protesta. «Questa è una rivoluzione guidata dalla classe medio-alta che chiede innanzitutto libertà, politica e religiosa – sottolinea Farouq -. I fondamentalisti non si impadroniranno della rivolta, quanto sta accadendo in questi giorni dimostra che il vero nemico della libertà religiosa in Egitto è il regime di Mubarak, che cerca di dividere cristiani e musulmani per controllare il Paese».

Professor Farouq, da chi sono guidate e cosa chiedono le persone che manifestano contro Mubarak?

Molte di queste persone sono scese in strada perché sono affamate. Ma i veri leader della protesta appartengono alla classe medio-alta. Hanno organizzato tutto su Facebook, molti sono studenti dell’American University, dove insegno, e della German University. Con loro ci sono migliaia di professori universitari e anche numerosi magistrati. Ciò che chiedono queste persone è innanzitutto libertà.

Ritiene che Mohammed ElBaradei possa guidare la transizione verso la democrazia?

No. ElBaradei in realtà è molto lontano dalla gente che protesta, non è lui il nostro leader. E lo stesso vale per gli altri politici egiziani. Nessuno di loro ha legami con quanto sta avvenendo in questi giorni. Solo ora che le persone muoiono nelle strade, vengono a offrirci il loro aiuto. La nostra risposta è una sola: «No grazie». I leader di questa rivoluzione vengono dal basso.

Ma è davvero un’insurrezione spontanea, o c’è qualcuno che l’ha fomentata?

Le persone sono scese in strada senza che nessuno dicesse loro di farlo. Posso assicurare che chi ha guidato le proteste non sono stati i Fratelli mussulmani. Vorrei che su questo non ci sia nessun possibile equivoco. Quella che sta avvenendo è una rivoluzione laica. Anche se il governo sta facendo di tutto perché passi il messaggio che dietro ai manifestanti c’è il fondamentalismo islamico. Ma posso testimoniare in prima persona che non è così.

Che cosa ha visto?

Quello cui ho assistito in questi giorni mi ha convinto del fatto che il vero nemico della libertà religiosa in Egitto è il regime di Mubarak. Le centinaia di migliaia di persone che sono scese in piazza chiedevano a gran voce l’unità tra cristiani e musulmani. Uno degli slogan, per esempio, era: «Cristiani e musulmani, siamo tutti egiziani». Al contrario, venerdì notte non ho visto un solo Fratello musulmano tra i manifestanti. Una persona a un certo punto ha provato a intonare un loro slogan, «L’Islam è la soluzione», ed è stato subito cacciato dal corteo. Gli altri contestatori hanno commentato la scena con queste parole: «Siamo egiziani, non musulmani». Un cristiano portava con sé una croce, e appena gli altri manifestanti se ne sono accorti, si sono mostrati contenti e lo hanno issato sulle loro spalle tenendolo in alto in segno di apprezzamento. Posso raccontarlo perché lo ho visto con i miei occhi.

In tv si vedevano anche molte donne scese in piazza…

Su 50mila manifestanti in piazza Tahrir, circa 10mila erano donne. Molte di loro non portavano il velo, e nessuna è stata infastidita o discriminata per questo motivo.

Quali sono le riforme di cui l’Egitto ha maggiore necessità?

L’Egitto ha bisogno di libertà politica e di giustizia economica. Le differenze nello stile di vita tra le persone ricche e quelle povere è incredibile. Alcuni egiziani mangiano ogni giorno con le prelibatezze cucinate dagli chef parigini o italiani, e altri sono costretti a raccogliere il cibo dalla spazzatura. Non si può continuare così. Inoltre, da quando sono nato non ho assistito una sola volta a delle elezioni libere. Il voto è soltanto una messa in scena, e lo stesso vale anche per il nostro Parlamento. E non sono io a dirlo, ma una sentenza della magistratura egiziana che ha stabilito che le ultime elezioni non sono avvenute in modo regolare.

Che cosa accadrà nei prossimi giorni?

Le manifestazioni non si fermeranno. Le persone tornano a casa giusto il tempo per cambiarsi il vestito, riposarsi un istante, e poi ritorneranno in piazza. Quello che è nato in questi giorni è un nuovo Egitto, e nulla nel nostro Paese sarà mai più come prima.

Secondo la polizia i manifestanti sono dei violenti…

Non c’è nulla di più falso. Alle 17 di venerdì la polizia si è dileguata dalla capitale, svestendo le uniformi e facendo uscire dalle carceri i criminali comuni per seminare il panico tra la gente. I manifestanti al contrario hanno formato un servizio d’ordine per evitare che fossero commessi dei saccheggi. Anch’io sono rimasto diverse ore davanti al Museo egizio per proteggerlo, insieme a centinaia di altre persone. L’unico incendio appiccato dai manifestanti è stato quello del palazzo del National democratic party, che è il partito di Mubarak.

Qual è la strategia della polizia in questo momento?

Stanno cercando di creare il maggiore scompiglio possibile. Hanno smesso di proteggere le banche e gli altri luoghi sensibili. Il loro obiettivo è incoraggiare i criminali comuni a commettere delitti, come furti e incendi. Diversi saccheggi sono stati organizzati dalla polizia, per fare sì che la società si rivoltasse contro i manifestanti, impaurita per la mancanza di sicurezza nel Paese.

Qual è stata la posizione delle autorità religiose nei confronti della rivolta?

La moschea di Al-Azhar, la più importante istituzione islamica nel Paese, ha chiesto ai musulmani di non manifestare, affermando che sarebbe contrario al Corano: evidentemente, è una bugia. Anche i vertici della Chiesa copta hanno tenuto la stessa posizione, che trovo vergognosa. Eppure, i cristiani si sono riversati nelle strade, come avevano già fatto dopo l’attentato contro la chiesa di Alessandria. Rivelando così una volta per tutte di fare parte a pieno titolo della società egiziana.

Come valuta la posizione di Ue e Usa nei confronti della situazione in Egitto?

Le armi utilizzate dalla polizia per uccidere i manifestanti provengono dagli Stati Uniti. Conservo come «souvenir» una bomba lacrimogena con la scritta «Made in Usa». Ma anche il governo italiano ha aiutato il governo egiziano a uccidere i nostri concittadini.

In che senso scusi?

Quello che chiediamo al governo italiano è di non appoggiare in nessun modo il regime di Mubarak. Perché quando Mubarak cadrà, le relazioni tra Egitto ed Italia smetteranno di essere buone come sono state finora. In Europa del resto nessuno finora ha condannato il regime che c’è nel nostro Paese. E nessuno ha sostenuto il diritto degli egiziani di cambiare governo. E’ questa mancanza di onestà intellettuale da parte dell’Europa ad avere distrutto il dialogo tra Islam e Cristianesimo.

Come si comporterà l’esercito nei confronti dei manifestanti?

Quando l’esercito è sceso nelle vie del Cairo, chi protestava lo ha accolto con i fiori. La gente ha fiducia nell’esercito perché non ha la stessa storia di corruzione della polizia e del governo. Non so ancora con chi decideranno di stare i generali, ma i soldati hanno sempre dimostrato di avere a cuore soprattutto il patriottismo. Gli egiziani nutrono grandi speranze nei confronti del loro esercito.
Messaggio del 07-02-2011 alle ore 11:53:00

a me non pare, ma magari sbaglio io, di aver letto qualcosa sul tema, tipo quanto costi una casa o un semplice caffè.


Nel rapporto se ne parla bene.
Ma saprai meglio di me che il discorso di contestualizzare tali valori è sì un valido strumento di analisi ma anche un grosso specchio per le allodole. Di fatti, è giusto considerare il potere di acquisto, ma l'errore è che questo viene bilanciato su prodotti localizzabili, non di mercato globale, come cibo, ticket sanitari, biglietti del bus, ecc.
Su prodotti globali come ad es. pc, auto, cellulari, ecc. il potere di acquisto deve essere de-localizzato perchè le differenze di costo di paese in paese di tali prodotti sono pressochè minime.
Messaggio del 07-02-2011 alle ore 17:29:21

Su prodotti globali come ad es. pc, auto, cellulari, ecc. il potere di acquisto deve essere de-localizzato perchè le differenze di costo di paese in paese di tali prodotti sono pressochè minime.


chiedi a ziomitch quanto costa una harley in america... costa un terzo che da noi
Messaggio del 07-02-2011 alle ore 21:00:06
E, di grazia Divo, la Harley è un prodotto a diffusione globale e di massa come un pc Toshiba portatile o un cellulare Nokia?
Messaggio del 08-02-2011 alle ore 09:52:21
Atelkin mi sta a venì un dubbio, sei tu quello a cui piaceva Marsiglia giusto?
Messaggio del 08-02-2011 alle ore 14:06:12
Sì, perchè?
Messaggio del 08-02-2011 alle ore 14:22:55
ok allò ho fatto bene a mette sto video, è l'inno della città non si chiama marsiglia cmq ne marseille, si chiama Planete Mars, cioè pianeta Marte
Messaggio del 09-02-2011 alle ore 20:49:30
ossignore benedetto.
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 11:28:50

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Alla volta di Sharm

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