Cultura & Attualità
MILANO - Da cinque anni Tony Nicklinson vive intrappolato in un corpo che non riconosce più, dopo un devastante ictus che lo ha colpito durante un viaggio d’affari ad Atene nel 2005 e che lo ha lasciato completamente paralizzato, eccezion fatta per la testa e gli occhi, le sole parti che riesce ancora a muovere. Una condizione nota in medicina con il nome di "locked-in syndrome" (ovvero, sindrome da chiavistello o dell’uomo incatenato), che l’ingegnere 54enne non è più disposto a sopportare, tanto da aver iniziato una battaglia legale, che rischia di arrivare fino alla Suprema Corte, per permettere alla moglie Jane di "ucciderlo" senza per questo essere accusata di omicidio, come invece succederebbe con le attuali leggi vigenti in Inghilterra. L’idea dell’uomo, che comunica utilizzando una tastiera Perspex, sarebbe quella di morire in casa propria, con tutta la sua famiglia accanto (ha due figlie, Lauren, 22 anni, e Beth, 20), piuttosto che essere costretto a volare fino in Svizzera, dove, invece, l’eutanasia è legale.
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A volte si preferisce la morte...
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