Nel 1881 la contrada si chiamava "S. Maria in Visis". Nel 1477 il nome della cattedrale era invece "S. Maria in Miscia"ed era soggetta alla parrocchia di S. Giovanni di Lancianovecchia. Nel 1585 il papa Gregorio XIII concede, nell’ultimo venerdì di marzo, dai primi vespri fino alla sera di quel giorno, l’indulgenza plenaria per un decennio a chi, confessato e comunicato, visita la chiesa di "S. Maria in Visius". Iin data 6 maggio 1646 ci fu la visita pastorale da parte di Lorenzo Mangiò che ordinò di rinnovare la statua della Madonna, sotto pena dell’interdizione, e di riparare l’altare della Madonna di Loreto (3). Il 31 ottobre 1671, il canonico Filippo Berenga, vicario generale, per mancanza dell’arcivescovo, visita la chiesa e rileva che la chiesa era curata dai procuratori della confraternita di S. Maria della Pietà e Concezione (in S. Maria Maggiore) nei venerdì di marzo, di sante messe, processione dei confratelli ed elemosine (4). Il 30 marzo 1676, l’arcivescovo Francesco Antonio Carafa, visita l’edificio chiesastico rilevando che esso è curato dai confratelli dell’Arciconfraternita della Concezione di S. Maria Magqiore e che l’altare di S. Maria di Loreto nel lato sinistro era stato riparato (5). La tradizione vuole che nel 1836, nella chiesetta di S. Maria dei Mesi si verificò un prodigioso miracolo: la Vergine santa, desiderando di avere una lampada sempre accesa accresceva l’olio man mano che si consumava, e la lampada non si spegneva, a testimonianza di ciò si trova un ex voto a stampa (6). Il febbraio 1922 dall’atto notarile di Federico Carabba, risulta che la chiesa di S. Maria dei Mesi insieme all’altra chiesa di S. Maria in Castello, detta "Madonna della Luce" sono di proprietà dell’Arciconfraternita della SS. Pietà e Concezione da tempo immemorabile (7). Le due chiesette oggigiorno ricadono nel territorio della parrocchia di S. Maria Maggiore. In S. Maria dei Mesi la festa si celebra la prima domenica di luglio. La frazione di Torremarino ha la chiesa della Madonna della Luce. Un anno si festeggia S. Maria dei Mesi e un anno l’altra. Un dipinto su legno Quattrocentesco raffigurante la Vergine con il Bambino che regge il cartiglio con la scritta "Ego sum lux mundi" e una colomba da cui l’ipotesi che questa tela fosse stata qui trasferita dalla chiesa distrutta di S. Spirito, nel 1765.
1 L. De Cecco, Storia di Lanciano, parte I monografie. p. 53. 2 M. Scioli, il libro di memorie di L. A. Antinori nella biblioteca diocesana di Lanciano (secoli XI-XVIII, L’Aquila 1995, p. 109. 3 JIbldem, p. 109. 4 Ibidem,p.327. 5 Ibidem. p. 470. 6 Ibidem,p.692. 7 Ibidem. p. 692. 8 E. Giancristofaro "Folklore religioso e tradizioni devozionali" in "Lanciano città d’arte e mercanti", Carsa edizioni, Pescara 1995, pp. 156- 165.
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