Lancianovecchia era così detta, perché era qui l’antico castello, o forse quel che restava dopo il terremoto entrato nella tradizione popolare come tanto terribile, da aver creato in una notte la valle che separa Lanciano da Frisa. Dopo il disastro che si può far risalire al 770, la città venne ricostruita sulle rovine: ne fa fede l’aver trovato dei pavimenti sotto le fondamenta di alcune case e la presenza di una porta, a livello dell’antica strada nella cripta di San Giovanni. In questo quartiere, quasi a contatto l’una con l’altra sorgevano cinque parrocchie.
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Oggi di queste chiese, che erano le più antiche di Lanciano, restano solo S. Biagio e S. Agostino, di S. Giovanni resta solo la torre. Le altre due chiese S. Lorenzo e S. Maurizio non esistono più, con la loro demolizione furono creati dei larghi che prendono il nome delle chiese demolite. Presso il largo S. Maurizio si trova una interessante casa del ’400 con botteghe; una iscrizione su di essa la fa conoscere come casa di Nicolao. E’ l’unico esempio integro di una architettura di solide forme quattrocentesche, in cui la sveltezza delle linee gotiche fa sentire i suoi influssi negli archi acuti delle botteghe. |