La famiglia Fenaroli fra le più illustri della nostra città, originaria della città di Bergamo, si trapiantò in Lanciano nella prima metà del secolo XVI. In Lanciano, nel quartiere Borgo, il 25 aprile 1730 nacque Fedele Fenaroli. Il padre, discreto cultore di musica e direttore della cappella musicale della chiesa di Santa Maria Del Ponte gli insegnò, per diletto le prime nozioni della sua arte, anche se il padre desiderava di farne un avvocato. In tenera età Fedele rimase orfano di padre ed i parenti, assecondandone le inclinazioni, lo affidarono allo zio Dottor Nicolantonio Perrini a Napoli, il quale lo fece ammettere al conservatorio musicale di S. M. di Loreto. Quando vi giunse il Fenaroli, nel conservatorio insegnava Francesco Durante il quale addestrava i suoi allievi alla speditezza del comporre, obbligandoli a musicare e rifare il componimento fino a venti trenta volte. |

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A 22 anni il Fenaroli aveva completato gli studi musicali con immenso profitto, facendo presagire di se brillante avvenire. Tuttavia nel 1755, venuto a morire il suo maestro Durante, il grande dolore lo spinse a raddoppiare l'impegno nello studio, allo scopo di succedergli nell'insegnamento. Ed infatti a soli 25 anni divenne maestro di contrappunto e composizione nello stesso collegio dove era stato educato. Negli anni dell'insegnamento scrisse un'opera, detta di partimenti, divisa in sei libri: il primo comprende le scale e le cadenze seguite dalle lezioni dei numeri semplici secondo le scale in tutti i toni. Il secondo gli esemplari delle dissonanze con rudimenti anche numerati. Il terzo le regole dei movimenti per basso, con la conclusione degli esempi. Il quarto le regole nei partimenti senza numero, ed infine il quinto e il sesto racchiudono fughe naturali e cromatiche di canoni e di bassi imitati. Questa opera classica riscosse molto successo sia in Italia che all'estero e venne adottata in tutti i conservatori musicali attribuendole utilità. |
Ancora giovane tentò il teatro lirico, e musicò alcuni melodrammi per i teatri di Napoli, Palermo e Roma con esito felice. Ma ben presto abbandonata la musica teatrale, si diede a quella chiesastica. Musicò molti melodrammi sacri, che in Napoli, in Lanciano ed in altre città venivano rappresentati in occasione di festività religiose. Insegnò in altri istituti, varie città desideravano possederlo, tra cui Roma, dove fu invitato a dirigere la Cappella Giulia in San Pietro. Ma egli rifiutò per non abbandonare Napoli e i sui alunni. Nel 1806, l'arcivescovo di Taranto con una relazione, esponeva al Re Giuseppe Buonaparte la decadenza dei conservatori napoletani a causa della mala amministrazione e dell'abbandono della disciplina e della morale, proponendo come unico rimedio la fusione in uno solo e di affidarne la direzione alle tre celebrità musicali del tempo residenti a Napoli: Fedele Fenaroli, Giovanni Paisiello e Giacomo Tritta. Il collegio prese il titolo di Regio Collegio di musica S. Sebastiano. Fedele Fenaroli morì a ottantotto anni il primo gennaio 1818 nello stesso collegio e fu sepolto nella chiesa dell' Ecce Homo. Lanciano, sua patria, sempre ha conservato memoria del suo illustre cittadino. Da esso prende nome il Teatro Comunale, una banda musicale e la via ove esiste la casa dei suoi antenati ed in cui nacque. |
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