Il teatro Fedele Fenaroli di Lanciano è stato inaugurato a metà dell’Ottocento, anche se già nel secolo precedente in città si svolgeva una regolare attività teatrale, ed esisteva una delle poche strutture che nella regione ospitava spettacoli. |
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Lo stabile viene costruito su un sito dove sorgeva un edificio religioso, con 44 palchi divisi in tre ordini, il loggione e una platea di oltre cento posti. Nel carnevale del 1841 viene provvisoriamente posto in attività, nonostante alla struttura mancassero ancora decorazioni interne, e andava completata la prospettiva.
Il 22 aprile 1847 c’è l’inaugurazione ufficiale del teatro di Lanciano, come indicato anche sulla facciata dell’edificio, alla presenza del re Ferdinando II e della regina Maria Cristina. Le prime denominazione della struttura sono proprio «Maria Cristina» e «San Francesco», in omaggio alla dinastia borbonica. |
Una volta avviata, la struttura diventa punto di riferimento per un vasto territorio, e vi esibiscono artisti di fama conosciuti in tutta la Penisola. I giornali che a quel tempo vengono stampati a Lanciano seguono con grande attenzione gli avvenimenti artistici che si svolgono al Fenaroli, in particolare quelli di prosa e l’opera. Tuttavia il teatro veniva anche utilizzato per veglioni e feste da ballo e dava ampio spazio a orchestre e musicisti locali. |
Con l’annessione al Regno d’Italia la città mette da parte l’amore per i Borboni, e intitola il suo teatro al più insigne musicista a cui Lanciano aveva dato i natali, Fedele Fenaroli, conosciutissimo a Napoli e celebre per aver inventato il contrappunto.
Nei primi anni del Novecento è qui che vengono proiettate le prime pellicole che vedono i lancianese: l’esordio del grande schermo in città è del 1897.
Tuttavia alla lunga, proprio a causa del cinema, l’attività teatrale si troverà negli anni successivi senza casa. |
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Negli anni ’20 infatti il Fenaroli non sfugge alla crisi generale che interessa molti teatri italiani, che perdono attrattiva a vantaggio della nuova arte. Così la struttura di via dei Frentani, come accade anche altrove, viene riconvertita in sala di proiezione. |
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Negli anni ’30, per aumentarne la capienza, viene stravolta la configurazione ottocentesca con l’abbattimento degli ultimi due ordini di palchi, che lasciano il posto a una balconata a gradoni che popolarmente viene denominata «piccionara».
Il controsoffitto decorato viene demolito e il livello della platea è abbassato per ricavare ancora altri laterali sotto il primo ordine di palchi.
Prima della chiusura e del successivo restauro, il Fenaroli conosce uno dei periodi più tristi della sua storia, fino a essere declassato a cinema a luci rosse. |
A restituire lo splendore di un tempo al teatro frentano sono i lavori di restauro completati nel 1998. L’architettura originale viene recuperata grazie a vecchi disegni e foto d’epoca. Viene abbattuta la «piccionara» e ripristinata la sala con i quattro ordini di palchi e la cupola di copertura; il palcoscenico è ampliato, sono ricavati spazi per camerini destinati ad artisti, comparse e maestri d'orchestra; le decorazioni a stucco che ornavano il teatro dell’Ottocento vengono ricostruite. |
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