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Gli articoli di la roscia | Vai agli articoli di la roscia Dolcezza in Saffo e passionalità in Catullo
A me sembra esser simile agli dei quell'uomo che siede davanti a te e vicino ti ascolta parlar dolcemente e ridere amorosamente,e questo davvero mi sconvolge l'animo nel petto;come infatti io ti vedo appena subito non riesco più nemmeno a parlare,ma la lingua mi si spezza,d'improvviso un fuoco sottile mi corre sotto la pelle con gli occhi nulla vedo,le orecchie rombano,il sudore m'inonda,un tremito mi prende tutta,sono più verde dell'erba e poco lontana dall'essere morta sembro a me stessa.Ma tutto si può sopportare,poichè....SAFFO-Passione d'amore.L'ultima parte si interrompe e a nulla sono approdati i numerosi tentativi di indovinare il contenuto dei versi mancanti.La prima dichiarazione del suo amore a Lesbia,Catullo,poeta d'amore,la fece probabilmente in poesia,e con i versi di Saffo la più squisita poetessa d'amore dell'arte antica,liberamente traducendone alcune strofe dell'ode immortale(Catullo,c51):ILLE MI PAR ESSE DEO VIDETUR,ILLE,SI FAS EST,SUPERARE DIVOS,QUI SEDENS ADVERSUS IDENTIDEM TE SPECTAT AT AUDIT DULCE RIDENTEM,MISERO QUOD OMNIS ERIPIT SENSUS MIHI:NAM SIMUL TE,LESBIA,ASPEXI,NIHIL EST SUPER MI TUM QUOQUE VOCIS.LINGUA SED TORPET,TENUIS SUB ARTUS FLAMMA DEMANAT,SONITU SUOPTE TINTINANT AURES,GEMINA TEGUNTUR LUMINA NOCTE.OTIUM,CATULLE,TIBI MOLESTUMST:OTIO EXULTAS NIMIUMQUE GESTIS.OTIUM ET REGS PRIUS ET BEATAS PERDIDIT URBES.Versi rilevatori veramente dell'arte e della passione di catullo,soprattutto con il confronto con l'originale da cui son tradotti.Intraducibile la dolcezza e la melodia vaghissima si suoni di questa poesia di Saffo,con le sue artistiche tonalità di rapporti di consonanti,con cui vaneggiamenti di vocali,che si spaziano nella musicalità del ritmo e nell'ebbrezza della contemplazione assorta d'un esser amato.Dolcezza e melodia poetica studiate artisticamente da un esperto conoscitore,Dionigi D'Alicarnasso,in un'altra poesia della Lesbia,con un'analis scaltrssima dei più sottili valori della lingua,che conviene leggere per renderci conto di quello che i greci,finissimi artisti,sentissero veramente nei loro poeti.Basta infatti porre a fronte i primi versi di Saffo(fanestai moi imeroen)con i versi corrispondenti di Catullo(ille mihi...dulce ridentem)per comprendere quanto differisca il carattere delle due lingue e l'ispirazione e il temperamento dei due poeti.In Saffo,come si è detto,dolcezza estasiata di suoni,Catullo non può che oppre se non la passionalità e la forza romana,che scandice le sillabe,le incide,piuttosto che fonderle,nel ritmo,con quei suoni monosillabi o bisillabi con la ripetiozione enfatica di ILLE fra il primo e il secondo verso,con l'ardimento della sua passione dominatrice,che gli detta quel SUPERARE DIVOS che non è in Saffo,nè in Saffo si poteva pensare,ardimento che il SI FAS EST appena attenua e avvolge di misteriosa venerazione ereditatadal religioso passato di roma,ma non vince.Vi è qui la stessa drammatricità romana che rivela Lucrezio,quando traduce Omero.Ma se inferiore resta;all'ultimo,in Catullo,l'artista,pienamente rivela e si distingue l'amante.Saffo è donna,e tutta donna;e donna soprattutto nell'ultima strofa,e in quell'immagine,saffica veramente,che la poetessa amante accomuna alla bella,fragile,natura,alla natura dei fioi,delle fronde e delle erbe,di cui essa è nei suoi versi sempre la dolcissima sorella.Catullo è uomo,e romano;perciò drammatizza e condensa:Ed é lui solo,nella sua passione isolatrice,tutta umanità,che vince la natura.
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