Basarsi sull’assenza delle testimonianze coeve, o sulle tardive informazioni disponibili, per negare attendibilità e validità alle Reliquie del Miracolo Eucaristico di Lanciano, significa diffidare della certezza scientifica, ora dimostrata con tecniche d’avanguardia, che ha ratificato e comprovato la tradizione univoca e ininterrotta; difatti, questa tradizione ha la riprova ed il saldo fondamento nella realtà stessa delle Reliquie del Miracolo Eucaristico, scientificamente analizzate nel 1970 e nel 1981, come pure sulla indiscutibile successione storica di onesti custodi della chiesa di S. Legonziano, luogo del Miracolo: dai monaci bizantini detti "basiliani" ai benedettini, all’arciprete di Lanciano e parroco di S. Legonziano, ai frati minori.Per quanto riguarda la carta stampata, solo recentemente si è scritto di proposito sul Miracolo Eucaristico.
Dopo il sommo interesse per i risultati scientifici comunicati dal Linoli in diverse pubblicazioni, si sono avuti scritti di Sammaciccia, Nasuti e Petrone, ma, in passato, l’argomento, ricorrente di sfuggita nelle storie locali, è stato oggetto di studio specifico del Sanna Solaro, che, nel 1892, ha pubblicato un valido articolo nel Periodico "Il Regno di Gesù Cristo" (2), estratto e diffuso come fascicolo di circa 40 pagine nella ristampa del 1950. |
 |
Se non vado errato, e limitatamente alle mie indagini, nessun autore ha citato nelle proprie opere la storia del Miracolo Eucaristico di Lanciano prima del 1586. In detto anno a Venezia infatti hanno visto la luce i Tre libri di storia della serafica Religione del P.Pietro Ridolfi, detto il Tossignano, il quale scriveva che nella Custodia Teatina, in S. Francesco di Lanciano "si trova un’Ostia di carne, convertita miracolosamente nel Corpo di Cristo; si trovano anche le Reliquie del Sangue miracoloso"(3). Pertanto, quello che l’Antinori riferisce a proposito del Fella, asserente che circa il Prodigio nel 1625 non si trovava memoria scritta a Lanciano, va attribuito unicamente al presunto documento o codice trafugato, non alla mancanza di uno scritto pubblicato, che parlasse del Miracolo Eucaristico, tanto è vero che accennava alla descrizione fatta dal senese Botero, pubblicata nel 1608. In verità, il citato Autore ne parlava in termini molto inesatti: "in Lanciano si mostra un’Ostia consacrata, conversa in sangue, mentre un giudeo percuotò il Santissimo Sacramento con un coltello".(4) Più precisa e diffusa, invece, è la descrizione pubblicata nel 1659 dall’Ughelli nella celebre opera "Italia Sacra" (5): "In questa venerabile Chiesa sono conservate molte Reliquie di Santi, ma quelle che le superano tutte è il Santissimo Sacramento dell’Eucarestia cambiato in Carne, or sono già mille anni, e le cinque gocce di vino in Sangue".
Non è il caso di indugiare nelle citazioni di altri scrittori, poiché tutti si rifanno a questi sopra menzionati; piuttosto vorrei sottolineare alcune differenze, riscontrabili nello stesso Autore che, in un primo tempo, ha riportato la notizia attinta da altri e poi ha descritto ciò che ha potuto constatare di persona. Si tratta dell’abate G. B. Pacichelli, il quale, nelle "Memorie de’ Viaggi per l’Europa Cristiana", pubblicate a Napoli nel 1685, così si esprimeva: "L’antico tempio di S. Francesco di Lanciano, già dei Monaci di S. Basilio, poi de’ Cassinesi, oggi di una compagnia laicale, fra molte Reliquie, ritiene con gran culto l’Ostia Sacra cangiata in Carne, e alcune gocciole di vino, in sangue, mille anni addietro in mano di un incredulo Sacerdote Religioso, la storia del quale sta dipinta in Sagrestia, ed è rapportata dal P. Ughelli".(6) Lo stesso Pacichelli, però, si recava a Lanciano nel 1693, osservava diligentemente e, nelle "Lettere Famigliari" pubblicate a Napoli nel 1695, riferiva: "Questi (i Frati Minori Conventuali) custodiscono una cappelluccia dipinta a destra dell’unica nave della loro chiesa e in due scatolini d’argento, chiusi con più chiavi in un armadio di legno e dentro un vaso di cristallo dell’eucaristico pane cambiato in carne e del sagro liquore congelato in cinque pezzi di sangue disuguali, fin dal settimo secolo in mani di un infedele monaco di S. Basilio...".(7) Si può dire che, all’indomani del Concilio di Trento (1545-1563), nel rinnovato e rigido clima religioso, troviamo storicamente descritto e sufficientemente documentato in più modi il Miracolo Eucaristico di Lanciano.
(2) G.SANNA SOLARO, LA CONVERSIONE MIRACOLOSA IN CARNE, cit. pp. 1- 45
(3) P.RIDOLFI (il TOSSIGNANO), HISTORIAE SERAPHICAE RELIGIONIS LIBRI TRES, apud. F. Senensem, Venezia 1586, p. 277.
(4) G.BOTERO, LE RELAZIONI UNIVERSALI... DIVISE IN QUATTRO PARTI, G.Angelieri, Venezia 1599, P. I; L. I; p. 111.
(5) F.UGHELLI, ITALIA SACRA, SIVE DE EPISCOPIS ITALIAE, T.VI, apud B.Tanum, Romae 1639, col. 979.
(6) G.B.PACICHELLI, MEMORIE DE’ VIAGGI PER L’EUROPA CRISTIANA, P.IV, T. II, R.Sampa, Napoli 1685, pp. 214-215.
(7) G.B.PACICHELLI, LETTERE FAMIGLIARI, P. II, R. Stampa, Napoli 1695, p. 85.
|