Il sorprendente silenzio delle fonti antiche può dare la sensazione del vuoto, del nulla prima di noi. Alla mentalità comune può sembrare strana, come gi detto, la carenza di documentazione scritta sul Miracolo Eucaristico di Lanciano, specialmente dopo aver conosciuto i ripetuti interventi pontifici per la chiesa di S. Legonziano, luogo del Miracolo. Bisogna ricordare che, allora, le Cancellerie seguivano per ogni questione uno schema-tipo-modulo che, oltre il Protocollo e l’Escatocollo, nel testo o parte centrale prevedeva un preambolo, una breve narrazione di ciò che aveva motivato l’atto, la promulgazione della volontà, il dispositivo del contenuto giuridico, le susseguenti sanzioni e la convalida. Con questo schematismo era praticamente impossibile aprire parentesi e divagare. Anzi, il mancato rispetto dei formulari cancellereschi autorizza il sospetto di falso o di interpolazione.
Le Bolle pontificie inoltre, dopo l’epoca monastica, cioè con la nascita degli Ordini Religiosi, non trattano più di concessione o conferma di possedimenti abbaziali, ma assumono un’altra caratteristica. "E’ piuttosto, quella mendicante, una documentazione relativa a lasciti testamentari in numerario, o in rendite numerabili, per la sussistenza dei frati, la realizzazione degli spesso vasti e imponenti complessi edilizi, a favore della quale anche le supreme gerarchie rilasciavano atti tendenti a sollecitare il contributo e la collaborazione dei laici: sono indulgenze pontificie.Vi sono poi gli atti che documentano i rapporti tra le singole comunità mendicanti e la complessa realtà urbana nelle sue varie componenti laiche ed ecclesiastiche".(1)
Si potrebbe spiegare così il silenzio ufficiale sul Miracolo Eucaristico: prima dell’arrivo dei frati minori a Lanciano, i precedenti custodi delle Reliquie avranno ritenute ridondanti altre prove aggiunte all’evidente presenza delle Stesse e non hanno provocato un esplicito documento della Gerarchia ecclesiastica. I francescani, poi, erano volutamente troppo premurosi di non vedersi sottratta la chiesa di S. Legonziano, e, dato che avevano acquisito automaticamente la custodia delle Reliquie Eucaristiche, si guardarono bene dal sollevare altri problemi. Il silenzio dell’Autorità Pontificia, insomma, ha una spiegazione per il fatto che nessuno ne ha richiesto l’intervento ufficiale.
(1) L.PELLEGRINI, ABRUZZO MEDIOEVALE, Ed.Studi Storici Meridionali, Altavilla Salentina (SA) 1988, pp. 44-45.
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